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    Sampmania: ci sei mancata, Sampdoria!

    Sampmania: ci sei mancata, Sampdoria!

    • Lorenzo Montaldo
    Ci sono voluti due mesi e due giorni. Tanto è passato da quel Sampdoria-Juventus, l'ultima grande partita dei blucerchiati.Oggi, sessantadue giorni dopo, possiamo tornare a dirlo: bentornata Sampdoria! Ci sei mancata tanto. Probabilmente la pausa era quello che serviva al Doria, che ha ricominciato magicamente a dipingere calcio al Ferraris. Sono bastati un paio di recuperi strategici, e qualche giocatore più riposato, e la Samp ha ripreso a volare: la formazione di Giampaolo ha surclassato quella di Pioli in ogni reparto, in ogni zona del campo. La Samp si è ripresa il Ferraris, e lo ha fatto con tre mosse all'apparenza banali. A dimostrazione del fatto che il calcio è un gioco semplice, e per certi versi anche matematico.

    La prima macroscopica differenza tra la squadra che ha schiantato la Fiorentina e quella brutalizzata dal Benevento - tanto per citare il caso più eclatante - è rappresentata dal ritorno di Karol Linetty. Sin dal primo pallone toccato dal centrocampista polacco, si è visto perchè la Samp non può prescindere da questo calciatore. Il numero 16 non è solo corsa continua e dinamismo: Linetty forse è persino prigioniero di questo stereotipo. L'ex Lech Poznan accarezza il pallone benissimo, quasi come un centrocampista 'di qualità'. Per la Samp è imprescindibile. La seconda mossa che ha cambiato il volto della Sampdoria è stata il rientro da titolare di Bereszynski, e il (quasi) definitivo recupero di Strinic. Con i suoi due terzini in campo, il Doria ha ottenuto un duplice effetto, puntellando la retroguardia e garantendo un apporto costante e continuo in fase offensiva. Fateci caso, la Samp non ha riproposto lo sterile fraseggio per vie centrali, ma spesso ha allargato le maglie della Fiorentina attaccando sulle corsie, per poi cercare l'imbucata della punta o del Praet di turno. Se la Samp scopre di poter giocare sulle fasce, ci sarà da divertirsi.

    Il terzo elemento che ha sancito la trasformazione doriana è stato l'inserimento di un attaccante fresco e rapido come Kownacki di fianco a Quagliarella. Il polacchino non è una seconda punta, va in profondità e porta via almeno un marcatore centrale, consentendo al numero 27 di trovarsi spesso e volentieri libero nell'uno contro uno. E sappiamo bene cosa succede quando 'Quaglia' va uno contro uno, non è vero? Kownacki ha fatto il lavoro che lo Zapata di inizio stagione svolgeva egregiamente. E ora che pure il centravanti colombiano è recuperato, Giampaolo si ritrova un'altra freccia al suo arco.

    Su Quagliarella, invece, non mi dilungherò troppo. Come Benjamin Button, il protagonista del racconto breve di Francis Scott Fitzgerald balzato agli onori delle cronache dopo il film del 2008, il centravanti stabiese ringiovanisce ogni anno di più. Di questo passo, a 40 anni segnerà 30 gol in Serie A, e a 50 lo spediremo in Primavera. Potremmo rimanere mezz'ora a parlare di quel giocatore eterno e meraviglioso che in carriera ha raccolto molto meno di quanto meritava. Sembra una frase fatta, ma attaccanti così non ne fanno più. Ed è proprio vero. Preferisco però spendere le ultime righe in un elogio, l'elogio della linearità e della naturalezza. L'elogio, insomma, di Gaston Ramirez. Non ha fatto gol, poco importa, perchè il secondo e il terzo assist sono la sublimazione perfetta di quello che è il gioco del calcio: una linea pulita, netta, un taglio di Fontana su tela verde, e uno sbuffo barocco che compiace gli occhi. Alle volte, un gesto del genere appaga più di un gol.

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