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    Sampmania: Chievo-Samp va contro la Convenzione di Ginevra, e Gabbiadini è come Murru

    Sampmania: Chievo-Samp va contro la Convenzione di Ginevra, e Gabbiadini è come Murru

    • Lorenzo Montaldo
    Chievo-Sampdoria all'ora di pranzo può essere considerato un crimine contro l'umanità, credo che sia anche vietato dalla Convenzione di Ginevra. Ecco un elenco di alcune cose più stimolanti e vivaci di Chievo-Sampdoria:

    - lo streaming di Dazn
    - le analisi del sangue
    - la fattura elettronica
    - la coda al supermercato
    - la foto della mia cena
    - la foto del mio gatto
    - questo Sampmania.

    Se siete arrivati sin qui, grazie, significa che mi volete veramente bene. Ultima trasferta dell'anno, a Verona: una squadra già retrocessa, e una che non può né salire né scendere. E buon lavoro a tutti i pubblicitari, incaricati di creare un minimo di interesse attorno ad una gara che di fascino ne aveva proprio poco. Presumo che dovranno ringraziare per l'eternità Quagliarella potenziale capocannoniere e Pellissier pronto all'addio al Bentegodi. L'analisi tattica della partita, invece, è presto fatta: non battere il Chievo, in 10 per gran parte della gara, non può bastare. Secondo tanti è stata una Samp discreta, io purtroppo non ritengo sufficiente uno 0-0 a Verona con l'uomo in più, neppure in una partita che sembrava il trofeo Birra Moretti.

    Mi dispiace, caro Gabbiadini, ma l'unico spunto interessante del pomeriggio me lo dai tu, purtroppo per te. Quella con i gialloblù è stata l'ennesima partita sottotono dell'attaccate, e in molti si chiedono a cosa sia dovuto questo periodaccio. Praticamente a Genova in un intero girone il vero Gabbiadini non lo abbiamo mai visto, e lo dice uno che a novembre intitolava un Sampmania “Dove devo firmare per riprendermi Gabbiadini” e qualche mese dopo, in seguito all'acquisto, rincarava la dose: “Gabbiadini è il colpo giusto? Spoiler, sì”. Giusto per farmi un po' di pubblicità positiva.

    Oggi, la situazione è tutta diversa. Gabbiadini ha giocato 17 partite in blucerchiato, di cui 8 da titolare, segnando quattro reti, tutte inutili. Una l'ha fatta all'Udinese nel 4-0 rifilato dai blucerchiati ai bianconeri, una contro l'Inter nella sconfitta 2-1, una al Sassuolo nel 3-5 inflitto dalla squadra di Giampaolo ai neroverdi, e una nel k.o. con il Torino. Nelle ultime tre gare è partito titolare, giocando dall'inizio Parma-Samp, Samp-Empoli e Chievo-Samp, e non ha mai minimamente inciso nell'arco del match. E qualcuno ha legittimamente incominciato a mugugnare: 'Vuoi vedere che, per prendere Gabbiadini a 12 milioni, conveniva riscattare Defrel?”.

    Effettivamente, il numero 23 'ammirato' (si fa per dire) tra fine aprile e inizio maggio è stato a tratti indisponente. Purtroppo per lui, secondo me parte di questa considerazione deriva anche dal suo incedere dinoccolato e compassato, che sembra quello di un calciatore svogliato. Io non voglio assolutamente affermare che abbia giocato bene, sia chiaro, ma a parziale discolpa devo dire che le sue caratteristiche fisiche amplificano la sensazione. La domanda però è lecita: cosa è successo a Gabbiadini? Ora, io non intendo difendere le prestazioni recentemente 'offerte', diciamo così, da Gabbiadini, perchè logicamente non avrei neppure il minimo appiglio per farlo. Come ha giocato è – purtroppo – sotto gli occhi di tutti. Però vi invito a non giudicare troppo frettolosamente il suo impatto con la Serie A, e con lo stile di gioco di Giampaolo.

    C'è una frase che mi ha colpito particolarmente in un'intervista rilasciata qualche tempo fa da Murru, un altro che ha corso il rischio di essere bruciato dalla critica troppo spietata. L'ex Cagliari ha detto, testualmente, “Mi sono ritrovato in seconda elementare, senza aver fatto la prima”. Cosa significa? Andiamo a contestualizzare. Il laterale sardo aveva analizzato così le sue difficoltà vissute nel corso della prima stagione a Genova: “Avevo bisogno di tempo per abituarmi al lavoro del mister, è molto esigente, e io non ero riuscito a svolgere la preparazione per un infortunio. Con Giampaolo equivale ad una mazzata – aveva aggiunto poi - perché lui in ogni stagione riparte da zero. Così a luglio mi sono trovato in seconda elementare senza che avessi fatto la prima: mi sono messo d’impegno, corso accelerato, due anni in uno e ora mi sento padrone degli schemi e sicuro di me”. 

    Ecco, credo che una cosa del genere sia capitata anche al buon Manolo (che recentemente mi hanno confermato essere in grado di sorridere anche ogni tanto). Non può bastare questo aspetto a spiegare le difficoltà di un giocatore che di qualità tecniche ne ha da vendere, ma può essere un inizio. Di certo anche giocare come partner di Quagliarella non lo aiuta, lo scopo della Samp ad oggi è – legittimamente – quello di far segnare il suo numero 27. Ma sommate tutte le componenti, e potrete iniziare a vedere un quadro un po' più completo. 

    Ci sono poi probabilmente anche altre considerazioni relative alla posizione in campo: il ruolo migliore per Gabbiadini a mio modo di vedere è probabilmente quello di esterno destro offensivo in un tridente d'attacco. Avete presente con Mihajlovic? Giocava largo a destra, con Okaka riferimento centrale e Eder dall'altra parte. Muovendosi in quella fascia di campo, risultava letale. Ed è lì che ha fatto le cose migliori in carriera. Di sicuro non lo ritengo una prima punta, per quanto sia il ruolo in cui è nato all'Atalanta, e forse quello che sente più suo. Ricordate le polemiche nella sua prima esperienza a Genova? Delio Rossi lo utilizzò da centravanti per tutta la prima parte della stagione 2013/2014, risultato, 3 gol in 11 partite giocate. Quando arrivò Mihajlovic, la prima cosa che fece fu spostarlo a destra causando anche qualche mugugno da parte dell'attaccante, che ripeteva in tutte le interviste di sentirsi prima punta. Eppure, nel nuovo ruolo realizzò cinque reti nella rimanente parte di stagione, ne fece altre 7 disputando 13 gare del campionato successivo, prima di trasferirsi al Napoli. 

    Gabbiadini sino ad oggi ha deluso, è vero, e onestamente non lo avrei mai pensato. Ma penso che anche lui, come Murru, abbia vissuto questa prima stagione come la seconda elementare. Spero che in estate faccia i compiti, e che a dargli lezioni sia sempre mister Giampaolo. 

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