Getty Images
Sampmania: 'basta pagare'? No, facciamo chiarezza
Sulla carta, la situazione è semplice: chi lo vuole paga l'importo previsto dal contratto, gli ormai arcinoti 25 milioni di euro, e la Sampdoria non può opporsi al trasferimento. La società che ha in pugno il giocatore, forte del gradimento del ceco e di un accordo economico già trovato, è la Juventus. La trattativa però non si era ancora chiusa, almeno sino alla serata di ieri, perchè bianconeri e blucerchiati discutevano ancora sulla clausola. Ed era questo a creare parecchi dubbi nei tifosi della Vecchia Signora: perchè trattare con Ferrero, se era sufficiente versare 25 milioni nelle casse di Corte Lambruschini per assicurarsi Schick? La Samp non dovrebbe avere potere contrattuale, perchè da Genova chiedevano contropartite, o addirittura un importo più alto rispetto ai 25 milioni? Tutto giusto, ma c'è un particolare di cui tenere conto: le clausole, o quantomeno la maggior parte di esse, non possono essere rateizzate.
La volontà della Juve invece era proprio quella di dilazionare il pagamento dell'importo su più anni. O almeno di versarlo a partire dall'anno prossimo, magari acquistando il giocatore in prestito con obbligo di riscatto. Ecco allora che la Samp, a fronte di queste richieste, è tornata in possesso di un minimo potere contrattuale. Un vantaggio che Ferrero e Romei non hanno assolutamente sciupato. Il Doria è andato incontro ai bianconeri, con cui aveva imbastito un canale diplomatico improntato sulla cordialità, ma Corso Galileo Ferraris ha dovuto accettare alcune delle richieste blucerchiate. A questo punto si aprono due strade, per la Samp: accettare di dilazionare il pagamento, scegliendo tra le tantissime contropartite tecniche a disposizione della Juve, oppure trattare per un importo più alto accettando un pagamento in due o più tranche, o anche da giugno 2018. L'opzione preferita, almeno per il momento, sembra essere la seconda. Ci sono poi altri due particolari di cui tenere conto quando si analizza la questione legata a Schick, e che contribuiscono a spiegare perchè Marotta e Paratici, non volendo versare subito i 25 milioni, hanno dovuto necessariamente accordarsi con la Samp, venendo incontro alle richieste doriane. Innanzitutto, la clausola ha una data di scadenza: da metà luglio in poi, non sarà più valida. Difficile ipotizzare che da qui a un mese nessuno invii sul conto corrente di Corte Lambruschini un bonifico da 25 milioni, ma ciò poneva un limite utile a perfezionare entro un certo lasso di tempo la cessione del centravanti. Anche perchè dall'addio di Schick dipenderà molto del mercato doriano, e la Samp ha bisogno di poter pianificare i suoi investimenti in maniera oculata. L'altro elemento su cui ha fatto leva la dirigenza genovese è la tanta concorrenza per il suo gioiellino: Schick ha l'accordo con la Juve, vero, ma una corte serrata del Borussia Dortmund, o del Psg tanto per citare due nomi, avrebbero potuto far vacillare anche la volontà del giovanissimo ceco, pur desideroso di raggiungere il connazionale Nedved a Torino.
Viene da chiedersi che vantaggio trarrà la Juve dalla rateizzazione della clausola, anche perchè la disponibilità economica di sicuro non manca alla squadra degli Agnelli. I benefici sono principalmente di carattere fiscale, e in particolar modo relativi alla tassazione a cui verranno sottoposti i bianconeri. La Juve poi ha tutto l'interesse a chiudere ufficialmente l'operazione a luglio, così da inserire l'esborso nel prossimo bilancio. Per un club quotato in borsa, è un particolare da non sottovalutare affatto. La sensazione è che la Sampdoria al momento sia indirizzata a monetizzare il più possibile dalla cessione di Schick, accordandosi con i bianconeri su rate e modi di pagamento. Un incontro a metà strada, che consentirà al Doria di ottenere un introito leggermente più alto di quanto ci si poteva aspettare, seppur spalmato su vari campionati, e alla Juve di assicurarsi uno dei calciatori più interessanti della Serie A bruciando sul tempo le dirette concorrenti. Tutti felici e contenti, insomma, ma bisogna sempre tenere a mente una norma fondamentale quando si ragiona di calciomercato: nel fitto sottobosco di offerte, clausole, procuratori e diplomazia, non esiste nulla di facile o scontato. Neppure quando 'basterebbe pagare la clausola'.
@MontaldoLorenzo