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Sampmania: aggrappati ai tre tenori
Il processo sarà lungo e laborioso, Zenga dovrà avere il tempo di lavorare per dare una conformazione precisa alla sua squadra apparsa contro il Bologna a tratti spaesata quando aveva il pallone tra i piedi. Meglio la difesa che per la prima volta in campionato non ha subito gol e ha regalato una certa sicurezza sia a Viviano che a chi guardava la partita da fuori. Passo dopo passo la Sampdoria migliora, ora però bisogna accelerare e si spera che Zenga sia il tecnico giusto per farlo.
Nel frattempo tutto quello che non va viene cancellato dai tre gioielli blucerchiati: Eder, Soriano e Muriel. Il primo è almeno due spanne sopra a tutti i suoi compagni e in certe partite (contro il Bologna per esempio) anche rispetto ai suoi avversari. Corre per cinque e ha trovato una continuità sotto porta da gennaio ad oggi degna dei più spietati bomber del nostro campionato. Ad oggi deve essere il titolare anche della Nazionale perché in Italia di gente così all’orizzonte non se ne vede.
Eder è il trascinatore, colui che viene cercato in ogni situazione, mentre Soriano è l’uomo di qualità a cui Zenga deve ancora trovare la giusta collocazione in campo. Da trequartista fa fatica, meglio da interno di centrocampo soprattutto quando si gioca in casa perché ha più possibilità di portare palla fronte alla porta. Dettagli da limare ma nel frattempo Roberto infila gol da cineteca e si tiene stretto il posto in azzurro.
Il terzo gioiello è sicuramente il più grezzo. Luis Muriel ha un talento importante ma spesso ricade nei soliti vizi estraniandosi dal gioco per buona parte della gara. Fotografia della sua carriera è la gara di lunedì sera: 70 minuti a sbagliare praticamente tutto poi cinque minuti per andare vicinissimo al gol con un’azione personale spettacolare, un assist a Eder e zampino nel gol di Soriano. Dopo di che dritto in panchina per risparmiare qualche forza. Non sarà ma Ronaldo (il fenomeno a cui assomiglia fisicamente parecchio) Luis Muriel, ma nessuno può immaginare cosa potrà fare nella Sampdoria quando capirà che le partite durano novanta minuti. Zenga può lavorare con calma sull’identità della sua squadra perché ha le spalle coperte de tre giocatori capaci di allontanare tantissimi problemi. Ora sotto con il Torino sperando in altro passo avanti e nelle solite magie dei tre tenori.