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Sampdoria, Viviano: 'Giampaolo un fenomeno, rimpianti? Forse uno...'
Lo fa all'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, in una lunga intervista tra calcio, con le sue tentazioni e i suoi stereotipi, e la sua carriera: "Io cerco di essere sempre me stesso, ma non è facile. Nel mio mondo hai a che fare col top come con gli ultimi, e io molto spesso mi trovo meglio con questi" attacca Viviano.
"Sono uno curioso, attento alle vite degli altri. Balotelli? L'immagine che ha non corrisponde alla realtà. Si parla di lui che viene fermato in Ferrari, non che sta all'oratorio coi ragazzi senza farsi problemi. Cassano? E' diverso. Antonio ormai è grande, è consapevole dei suoi atteggiamenti. Fa fatica a non dire quello che pensa e per questo è andato sopra le righe. Sa anche lui che poteva fare molto di più in carriera, ma credo che alla fine sia contento così. E' rimasto se stesso: ha avuto niente e ha avuto tutto. Forse è questione anche familiare, di educazione ricevuta, di valori. Mia madre e i miei fratelli, ad esempio, non sanno neppure quanto guadagno".
Altri giocatori portati all'autodistruzione? Viviano cita un giocatore che alla Samp nessuno si scorda: "Flachi. Era fortissimo e lo sarebbe stato ancora di più. Qui a Genova lo ricordano con lo stesso affetto di Mancini". Ma il portierone doriano ha parole di elogio anche per il suo allenatore: "Giampaolo è un fenomeno. E' pronto per allenare squadre top. Ma qui alla Samp lo spogliatoio è meraviglioso. La società è stata brava".
E se si guarda indietro, e ripensa alla sua carriera e a eventuali rimpianti, Viviano risponde così: "Forse uno. L'Inter voleva tenermi per farmi diventare l'erede di Julio Cesar, io non ci ho creduto e ho voluto andare via. Se fossi rimasto, ora sarei il portiere dei nerazzurri".