Sampdoria, rispunta il Qatar Sports Investments: la richiesta di Radrizzani
Il nuovo eventuale proprietario del club dovrebbe mettere mano al portafoglio – a parte l’aumento di capitale già fissato in 40 milioni, all’esito dell’omologa – anche per rinforzare la squadra sul mercato di gennaio. Altri 30-40 milioni. Nell’attuale contingenza di classifica (la Sampdoria ha perduto 5 partite su 8 ed è penultima) con i tifosi in subbuglio e la squadra alla deriva, Pirlo è stato confermato (o meglio non licenziato) e sarà in panchina sabato ad Ascoli, prima della sosta. Marco Giampaolo è una delle opzioni, anzi la favorita, in caso la società decidesse di licenziare l’ex Juventus. Giampaolo ha spalmato su più stagioni il ricco ingaggio (un milione netto) che lo lega alla Sampdoria fino al giugno 2024. Nel caso gli si chiedesse di tornare ad allenare la Sampdoria (e lui accettasse) ovviamente il vecchio contratto tornerebbe in vita. Gli altri nomi (Filippo Inzaghi, Iachini) suonano come suggestioni.
Filtrano voci di un possibile interesse da parte di un investitore di Singapore (a Radrizzani fa capo il fondo Greenfield di Singapore). Ma non ci sono stati passi avanti. Il tempo stringe, la squadra è alla deriva è le reiterate dimostrazioni di fiducia a Pirlo nascondono la necessità di guadagnare tempo in attesa dell’omologa che libererebbe la Sampdoria, sbloccando la trattativa per l’ingresso di un nuovo socio o, come filtra dal Qatar, del QSI di Al Khelaifi in veste di proprietario. Situazione in evoluzione, comunque, Nulla di definito, fino ad ora.
Radrizzani, col socio Matteo Manfredi, lo scorso giugno aveva rilevato la Sampdoria con un'acrobatica manovra giuridico-finanziaria, destreggiandosi fra i paletti fissati dal tribunale civile di Genova che serravano il club blucerchiato in una gabbia di adempimenti e condizioni. Banca Sistema aveva garantito il prestito di 30 milioni a fronte del paracadute pagato dalla Lega per la retrocessione in B. Dando il via libera alla composizione negoziata del debito e i relativi pagamenti alle banche e ai fornitori. I dieci milioni ricevuti da Radrizzani dai San Francisco 49ers per una quota del Leeds, erano andati in parte a sottoscrivere i 6 milioni di euro necessari per strappare la maggioranza azionaria (risicata) della Sampdoria a Ferrero. Si comprende quindi perché in estate Radrizzani non abbia sottoscritto ulteriori aumenti di capitale che avrebbero agevolato le mosse di mercato, innalzando il famigerato indice di liquidità. Non aveva i fondi per farlo. Spiegazione fornita informalmente dalla società: si attende l'omologa, l'azionista non vuole rischiare altri soldi a vuoto.
Il salvataggio del club era arrivato al pelo, giusto in tempo per iscriversi al campionato di Serie B e scongiurare la discesa fra i dilettanti. Ora però occorre completare il percorso. Ottenuta l'omologa del tribunale al Piano di ristrutturazione del debito. I due manager (o chi subentrasse al loro posto) a norma del POC (prestito obbligazionario convertibile) sottoscritto, saranno tenuti ad effettuare l'aumento di capitale di 40 milioni (6 già versati per strappare la società a Massimo Ferrero) e liberare il club da lacci e lacciuoli. Il tempo stringe. La squadra è inopinatamente crollata, 5 sconfitte in 8 gare, quattro filate a Marassi. Uno sprofondo da penultimo posto in classifica col solo Lecco alle spalle ma con tre partite in meno. Servono soldi e servono subito.
In questo quadro a tinte fosche, Radrizzani si è letteralmente eclissato. Non era in tribuna al Ferraris ad assistere all'ennesima debacle casalinga, questa volta contro il Catanzaro. Non era andato a Como. Da settimane non compare in pubblico e non parla, lasciando a Manfredi, altrettanto muto, il palcoscenico. Non hanno parlato domenica sera negli spogliatoi neppure Legrottaglie e Mancini jr., la loro posizione non è saldissima (eufemismo). Hanno lasciato solo Pirlo a raccontare l'ennesima sconfitta domestica e a spiegare, con argomenti sempre più deboli, le ragioni del tracollo. Che sono chiarissime. Squadra malamente assemblata in estate, anche per via dei limiti imposti dal piano di ristrutturazione, ma senza un progetto tecnico attendibile. Giovani inesperti e anziani giunti al capolinea. In porta un ragazzo di 20 anni, Stankovic, che alterna belle prestazioni a errori imbarazzanti. Al centro della difesa un altro ventenne, Ghilardi, proveniente dal Mantova in Serie C. E in attacco (sostituto di Pedrola, unico acquisto centrato in pieno, infortunato col Catanzaro salterà la trasferta di Ascoli), Delle Monache 18 anni, prelevato dal Pescara e qualche acerbo talento naufragato nel malessere generale. Gli infortuni gravi a Benedetti e Alex Ferrari hanno messo il timbro ad una stagione sventurata. Pirlo dice che l'organico gli sta bene così, verosimilmente difende i suoi perché sa che la società non può acquisire neppure uno svincolato.
Di fatto la squadra è molto più debole della Sampdoria scesa in Serie B lo scorso anno, con appena 19 punti in classifica. Ma quella squadra almeno aveva la scusante di una società ridotta al lumicino e senza un euro in cassa. La società attuale garantisce stipendi e scadenze e tuttavia il silenzio dei due azionisti fa infuriare i tifosi. I 18.229 abbonati della Sampdoria, ottavi nella classifica di A e B davanti a squadre titolate come Fiorentina, Bologna e Torino, reclamano la verità. Hanno firmato altrettante cambiali in bianco al duo Radrizzani&Manfredi e non si capacitano dei loro silenzi. Rilanciare in queste circostanze il mantra del progetto di lungo periodo con Pirlo alla guida dei giovani è la classica foglia di fico messa lì per mascherare una realtà imbarazzante. Tutto è fermo e tutto resta in discussione. Fino a nuovo ordine. Ovvero, fino all'ingresso in società di un nuovo azionista forte o di un nuovo proprietario. Si fanno voti.