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Sampdoria, Ranieri: 'Qui mi sento a casa. Su Colley e Yoshida...'
Capitolo singoli, a partire da Colley: "Ha fatto un errore ma è stato concentrato per tutta la partita. Gli errori li facciamo tutti quanti. Quando non è concentrato che impazzisco. Conto su di lui. Yoshida arriverà anche per lui il suo momento. Arriviamo a quaranta punti e poi vediamo cosa succede. Non sono cose che guardo. Sono arrivati giocatori che mi mancavano, Yoshida e La Gumina. Siamo meglio assortiti piuttosto che migliorati"
Si parla anche del modulo: "Segno di maturità il 4-3-1-2? Maturità di chi? Mia? A parte gli scherzi, è un segno di maturità, mi dà ampia opportunità. Lo provai a Napoli. Loro fanno bene anche il 4-4-2, con il rientro di Depaoli potrebbe essere il modulo giusto dato che loro utilizzano il 3-5-2"
Ieri ha fatto molto discutere la proposta di Ranieri del Var 'a chiamata': "La chiamata nostra al VAR può essere simpatica. Bisogna vedere come la prendono gli arbitri. È un segno di apertura. Il gioco è più veloce di anni fa, loro sono preparati e competenti, ma qualcosa può sfuggire. Questa macchina infernale può essere utile per fare il modo che le partite siano più fedeli. Il tempo effettivo? Io sono d’accordo, ho giocato a basket. Si potrebbe fare i 30 minuti canonici quando la palla è in gioco. Se c’è una cosa che mi dà fastidio e che ho imparato in Inghilterra è che il prodotto calcio viene venduto in tutto il mondo per questo non si possono fare dichiarazioni post partita sull’arbitro. Da noi si chiede qualsiasi cosa, è antipatico. Il protestare sistematicamente lo fanno tutti, non è bello. Qualche volta anche io l’ho fatto, ma a me non piace".
"Quando entri in corsa le difficoltà ci sono sempre" conclude Ranieri come riporta Sampnews24.com. "Per quanto tu conosca i giocatori, una volta che ci sei dentro è diverso. Se avessi avuto il precampionato avrei potuto sperimentare. Ad esempio certi cambi non li faccio perché non posso sbagliare tutto. Certe scelte sono vincolate a queste cose. Sono qui per lavorare a testa bassa. Sono soddisfatto perché ho trovato un ambiente di lavoro meraviglioso e mi sento a casa. È la cosa più importante. Quando parlo di ambiente parlo della società, della squadra, dei tifosi"