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    Sampdoria, Quagliarella: 'Regalerei un orologio a Giampaolo, a patto che resti e mi faccia prolungare'

    Sampdoria, Quagliarella: 'Regalerei un orologio a Giampaolo, a patto che resti e mi faccia prolungare'

    • Lorenzo Montaldo
    Tutto il calcio di Fabio Quagliarella. A 34 anni, nella sua seconda esperienza alla Sampdoria, il numero 27 sta rivivendo una seconda gioventù. Con Giampaolo Quagliarella gioca e segna, fa assist e trascina la squadra. E' diventato uno dei pilastri della squadra che vola in campionato e che sorprende tutti, uomo simbolo dei blucerchiati rinati. Come si fa, dopo così tanto tempo ai vertici?

    "Ci sono anche per me giorni in cui ti svegli più 'no'. Lo capisci e te lo gestisci. Ti dici, andiamo avanti lo stesso. Ecco, quando parlo della mia intatta voglia di allenarmi, io non me li sento 34 anni. Ma 29,28..." racconta lo stesso Quagliarella in una lunga intervista rilasciata a Il Secolo XIX. "Ho sempre cercato la continuità delle prestazioni, possibilmente anche nei gol. Non è facile stare 15 anni in Serie A sempre sul pezzo. E ho giocato con tutti i miei allenatori, significa che le mie partite me le sono sempre meritate o conquistate. Poi conta l'igiene di vita. Io dico sempre: sappiate quando farlo e come farlo. Per carità, uno si deve divertire quando ha 20 anni, senno ti passa la vita e ti dici che caspita ho fatto... Però quando qualcuno mi chiede, rispondo 'fallo ma da furbo'. E' la mia regola. Non dare mai a nessuno il modo di coglierti in fallo fuori dal campo".

    La Sampdoria gira come un orologio, e Quagliarella si trova a meraviglia negli schemi di Giampaolo: "Quando giochi in un contesto di squadra organizzato sei avvantaggiato. Tante volte facciamo il giro palla dietro e io cammino. So già che non mi arriverà mai, è inutile che faccio il movimento, lo scatto, 60 metri in fuorigioco. La bravura è anche capire con chi stai giocando. Leggerlo. Chi crossa, dove crossa. La palla schematica invece, quella sai che può cadere lì. La conoscenza dei compagni ti permette di misurare energie, scatti. Parlo, con i compagni. Il gol di Linetty con il Chievo, ad esempio. Sarà un anno e mezzo che gli dico di darmi la palla anche se sono di schiena e ho l'avversario attaccato. Non la proteggo... me l'anticipa... non fa niente, prima che arrivino nella nostra area ce ne passa. Ma se la tengo il difensore ormai è morto. Invece hanno quel timore di passartela... Gli dico 'fammi sbagliare a me, non ti preoccupare'. Tu che vieni da dietro e vedi tutti gli spazi, buca. Buca lì in mezzo, dammela nei piedi poi ce la caviamo in qualche modo. Ci vuole coraggio"

    Sabato finalmente Quagliarella ha trovato il gol nel derby; un momento indimenticabile, e in tanti ora iniziano a chiedere al numero 27 anche di una possibile chiamata in Nazionale: "Da quando si è chiusa quella dolorosa vicenda dello stalker, mi sono liberato di un peso. Il gol al derby, che emozione. Si parla del numero dei miei gol, di chi possa raggiungere... Da una parte fa piacere, dall'altra capisci che stai diventando grande" spiega Quaglia. "Mi domandano della Nazionale. Certo che mi piacerebbe. Però capisco, tutti parlano della politica dei giovani anche se in Nazionale ci sono sei o sette più grandi di me. Ho 34 anni e voglio giocare minimo sino a 38. Io ho sempre corso. A volte faccio tiri che non c'entrano niente, lo so. Ma è il mio modo di dire 'ci sono pure io', se no impazzisco. Non discuto nulla anche se non mi sento inferiore a chi è adesso in Nazionale". Insomma, Quagliarella sta vivendo un sogno. Merito anche di Giampaolo: "Questo è uno dei periodi più belli della mia carriera. Regalerei un orologio svizzero a Giampaolo a fine stagione. A due condizioni: che resti alla Samp e che mi faccia prolungare il contratto".

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