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Praet: 'Juventus? Fa piacere, ma qui sto bene e tratto il rinnovo con la Sampdoria'
Suonano da leader anche le parole rilasciate a La Gazzetta dello Sport dal centrocampista classe 1994, che non si nasconde più: "L’Europa League? Ci pensiamo, eccome. Ogni giorno acquisisco sempre più fiducia" ha confessato Praet. "La strada è ancora lunga, lavoro duramente per diventare un giocatore completo, ma questa società è il posto migliore per farcela. Faremo di tutto per rimanere in alto il più a lungo possibile, ovviamente senza pressione. Siamo una squadra di qualità con un’ottima difesa, perché non ambire all’Europa? L’ambizione, nel calcio è fondamentale”.
Grandi lodi ovviamente per mister Giampaolo: “Tra i migliori allenatori in circolazione, perfetto per noi giovani. Mi sta formando come calciatore, tatticamente è strepitoso. La sua idea di calcio è l’ideale per le mie caratteristiche. All’inizio, lo ammetto, non è stato facile. Faticavo, ma ora va alla grande. A centrocampo posso fare un po’ di tutto, sono a totale disposizione. All’inizio, qui a Genova, speravo di essere impiegato come trequartista, il mio ruolo naturale, ma quest’anno mi sto divertendo anche da mezzala”. Praet ha un rapporto speciale anche con papà Herman: “A Marassi non manca mai, ogni weekend fa avanti e indietro dal Belgio. È una guida, in campo e fuori. E questo, ovviamente, vale per tutta la mia famiglia”. Naturalmente non possono mancare le voci di mercato attorno ad un calciatore del genere. “Come ogni giovane, credo sia normale puntare a un top club. Ma ci sarà tempo per pensarci, ora alla Samp sto benissimo. Juve? Ho sentito pure io certe voci ma non saprei. Fa piacere essere accostato a squadre importanti, ma ripeto: a Genova sono felice e voglio rimanere”. Tanto che la Samp sta ridiscutendo il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2020: “Ne stiamo parlando” conferma Praet. "È ciò che vogliamo sia io che la società. Top club? Non tifo per nessuno, ma come idea di calcio sono attratto dal Barcellona: non esiste una squadra del loro livello”.
Anche il rapporto tra Praet e Ferrero procede spedito: “Un personaggio eccezionale. Presidente con grande passione, diverso dagli altri. Vicino a noi sempre. Lo incontrai appena arrivato in Italia. Ero a Roma perle visite mediche, a pranzo mi vide tagliare gli spaghetti alla carbonara. Si arrabbiò moltissimo, ma che colpa ne avevo? Non sapevo ancora quale fosse il modo corretto per mangiarli! (ride, ndr)”. Praet tra 20 anni si vede ancora all'interno del calcio: “Sicuramente sarò nell’ambiente. Prima di venire in Italia non avrei mai immaginato di pensare al ruolo di allenatore, ma mi sto appassionando vedendo Giampaolo nel lavoro sul campo quotidiano. Quindi le dico: Praet in panchina? Perché no”. Tra il suo allenatore di club e quello della Nazionale del Beglio Martinez esistono alcune differenze: “Sostanzialmente tattiche” conclude Praet. “Il primo vuole i reparti strettissimi, il secondo predilige giocare più lunghi. Anche il nostro c.t. è un grande, ha una filosofia particolare. Lo vedrei bene in Italia” conclude il giocatore.