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  • Sampdoria, Palombo:| 'Il mercato non è finito'

    Sampdoria, Palombo:| 'Il mercato non è finito'

     

    Angelo Palombo ha un record: è il giocatore blucerchiato che si è “ritirato” di più a Moena. In nove anni su dieci, lui c’era: «Stavolta però fa più freddo e sono più stanco. Ci stanno facendo il mazzo. D’altra parte ci aspettano 42 partite… Se ripenso al mio primo anno qua, mai avrei immaginato di fermarmi alla Samp così a lungo». Il capitano è rimasto in Serie B, come fece Lippi nel 1976 e non fece Montella nel 1999: «Ma un giocatore non può essere condannato perché ha delle ambizioni. Noi siamo professionisti e abbiamo dei sogni. Non si può criticare chi va a guadagnare di più e magari a giocarsi dei campionati. La società stessa ha dei vantaggi, guadagna dei soldi nel trasferimento. Poi c’è chi fa scelte diverse, come me, ma non significa che io non sia ambizioso, ho l’ambizione di riuscire un giorno a vincere qualcosa con la Samp. Potrà succedere oppure no, e comunque ho valutato anche altre cose».

    Palombo rappresenta, per i sostenitori, una garanzia: l’esistenza di un progetto di rilancio: «Non ho mai chiesto niente alla società, io non sono la proprietà, ho semplicemente chiesto di allestire una squadra per la promozione. Il mercato penso che non sia finito. Spero che qualcosa succeda prima degli ultimi giorni, anche perché non è facile inserirsi rapidamente in un gruppo. Se poi il 31 agosto, l’ultimo giorno della campagna trasferimenti, arriva un grande colpo, allora lo aspetto volentieri»

    Tatticamente Palombo è tornato al tempo di Mazzarri: «Più o meno sì, anche se c’è qualche differenza. E poi da quello che ho visto, Atzori è un tecnico che adatta molto la squadra ai giocatori di cui dispone».

    Gli abbonamenti hanno abbondantemente superato quota 6000: «I nostri tifosi sono eccezionali, lo sappiamo. E sono convinto che se ne faranno ancora di più di abbonamenti. La società ha anche giustamente praticato delle riduzioni dei prezzi, per incoraggiare la gente dopo la batosta della retrocessione. Siamo consapevoli di godere di una fiducia condizionata e di dovere dimostrare sul campo di meritarcela. Questo non significa certo che se perderemo una partita saremo contestati, perché la serie B è un campionato difficile. C’è bisogno di tempo. Non lo dico per mettere le mani avanti. Penso che specialmente all’inizio potremo soffrire, anche perché molti di noi sono abituati a giocare in una categoria superiore. Se poi i tifosi vedranno del disagio a livello di società e di squadra, come l’anno scorso, allora cambieranno atteggiamento».

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