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  • Sampdoria, Mancini: 'Papà vorrebbe tornare. Rimpianti? Fabbian, Alario, Coda e... Falcone'

    Sampdoria, Mancini: 'Papà vorrebbe tornare. Rimpianti? Fabbian, Alario, Coda e... Falcone'

    Il nuovo direttore sportivo della Sampdoria Andrea Mancini ha rilasciato una lunga intervista a Il Secolo XIX. Il dirigente ha parlato di come è nata la sua intesa con Andrea Radrizzani: "Ho vissuto a Londra, lo conosco da un po', ci incrociavamo al ristorante. Un giorno mi chiama: 'Sto provando a prendere la Samp, so cosa significa per te e la tua famiglia, vorrei coinvolgerti'. Gli dissi che era un onore. Quando mi ha richiamato ero con mio padre, era molto emozionato. Sono venuto anche per lui e per Vialli, dobbiamo tornare in alto per Luca. E con Radrizzani ci siamo trovati al primo impatto, oggi è difficile trovare un patron con la sua passione"

    MANCINI E DIMISSIONI - "Papà non è né il primo né l'ultimo a dimettersi. E non è stato un fulmine a ciel sereno. La fine tra lui e la Nazionale era arrivata da un po' ma lui la ama molto e se non fossero successe certe cose sarebbe rimasto. L'offerta araba è arrivata dopo e sfiderei 100 persone a dire no con un contratto del genere, direbbero no in pochi, molto pochi. In passato ha rifiutato offerte importanti per amore della Nazionale. Ma se non sente fiducia va via. Ha la Samp tatuata nel corpo, è casa sua, non ha mai nascosto il sogno di tornare in qualsiasi veste. Luca era un fratello, mi ha visto crescere, mio padre in un mese ha perso lui e Sinisa. Prova ancora dolore. L'allontanamento dalla Nazionale è legato anche a Vialli: senza Luca non era lo stesso. E penso che un giorno vorrà tornare alla Samp per portare avanti il sogno di Luca".

    CRITICHE - "L'anomalia non è il Mondiale saltato ma l'Europeo vinto senza attaccante e con giocatori buoni ma con poche presenze nelle coppe. Non è questione di ct o giocatori, bisogna risolvere i problemi del calcio italiano, dare fiducia ai giovani. Mio padre è stato criticato per aver convocato un 2006 come Pafundi, ma nel Barcellona giocano dei 2007 mentre lui ha poche presenze in A. A parità di condizioni alla Samp prenderò sempre un italiano. Ok agli stranieri solo se fanno la differenza, come quando erano al massimo tre. In Inghilterra fanno così, e i talenti sono tornati a fiorire"

    PEDROLA - "Sono amico del figlio di Laporta, ero a Barcellona per l'ultima al Camp Nou e mi fermai per vedere pure il Barcellona B contro il Real Madrid Castilla. Con uno come Pedrola basta un secondo per capire che è di categoria superiore, farà una carriera top. Lo volevano Anderlecht, Valladolid, l'ho fatto vedere a Pirlo a Livigno mi ha detto subito di prenderlo. Ci siamo stati dietro 20 giorni, gli ho fatto capire cosa è la Samp, gli ho parlato di Wembley, poi è venuto un giorno, ha visto Bogliasco, il Ferraris e si è innamorato. Per me è il miglior colpo della Serie B".

    RIMPIANTI - "Fabbian. In questi mesi avrò fatto 200 chiamate al giorno, provavo anche per obiettivi che potevano sembrare impossibili, la Samp ha l'obbligo di provarci. Con Fabbian ci ho provato un mese e mezzo, sembrava ci fosse un'apertura, poi è arrivato il Bologna che lo ha comprato e ci sta che sia andato lì. E' il mio grande rammarico, insieme ad Alario, ci poteva dare una grossa mano"

    CESSIONI - "Gabbiadini, Audero, Falcone, Bereszynski, Augello: li avremmo tenuti tutti se non fosse stato per ragioni economiche. Dovevamo abbassare il salary cap, da 36 milioni non siamo arrivati ai 24 ma a 28-29 ed era impossibile fare di più. Forse con Falcone ci siamo fatti prendere un po' dalla fretta: non dico che potessimo tenerlo, perché dopo a ver raggiunto la Serie A e la Nazionale con tanta gavetta ci sta che volesse tornare in massima serie, ma potevamo aspettare qualcuno che potesse darci di più, però sono contento per il giocatore".

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