Getty Images
Samp, la rinascita di Murru: 'Devo tutto a Giampaolo, e l'anno scorso avevano ragione i tifosi...'
La Samp è reduce dal successo con l'Atalanta: "La partita perfetta", la definisce Murru "tanto è vero che Giampaolo, altra eccezione, ci ha fatto subito i complimenti. Sappiate che gli elogi non li regala… Non è tipo". Adesso invece Murru riceve i complimenti di un pubblico che spesso lo ha criticato l'anno scorso: "Per noi calciatori i social spesso sono il termometro. Si fa presto a dire, non guardarli, ma prima o poi ci caschiamo tutti. È vero, l’anno scorso spesso venivo criticato. Ma era giusto, avevano ragione, non riuscivo a dare il meglio di me. Però devo essere onesto, Marassi pieno ti mette pressione, ma lo stadio non mi ha mai fatto pesare nulla. E ora è gratificante sentire gli applausi. Senza contare che io ho la testa per reggere gli attacchi, capisco che fanno parte del gioco. La mia metamorfosi? Innanzitutto è importante giocare con continuità. Quest’anno non sono mai finito in panchina, ti dà una carica enorme. Poi è tutta la squadra a funzionare. Poi avevo bisogno di tempo per abituarmi al lavoro del mister, è molto esigente, e io dodici mesi fa non ero riuscito a svolgere la preparazione per un infortunio, con Giampaolo equivale ad una mazzata, perché lui in ogni stagione riparte da zero. Così a luglio mi sono trovato in seconda elementare senza che avessi fatto la prima: mi sono messo d’impegno, corso accelerato, due anni in uno e ora mi sento padrone degli schemi e sicuro di me. Senza l’autostima un intervento come quello di Bergamo non riesce, combini frittate come il fallo di mano di Firenze che ci ha sbattuto fuori dalla Coppa Italia".
Murru adesso è ambizioso. E punta sempre più in alto, ma sempre con l'aiuto di Giampaolo: "L’Italia è un sogno, la maglia azzurra un’aspirazione legittima per ogni calciatore ambizioso. E io lo sono. Consapevole però che può arrivare solo se faccio bene nella Samp. Confido nell’aiuto di Giampaolo, a cui devo tanto. Mi ha insegnato molto e più ancora m’insegnerà. Sul campo, ma pure come persona. Punta molto sulla sicurezza in te stesso. Dice che ti regala lucidità in campo. La differenza fra il prendere la palla o commettere rigore su Zapata". Lasciare Cagliari però non è stato semplice: "Fino ad allora non ero mai uscito di casa, non avevo mai lasciato la Sardegna, a cui resto molto legato. Lo spogliatoio del Cagliari era la mia seconda casa, non è stato facile all’inizio, vivere da solo, senza i genitori, imparare a cavarmela. Ora sono 'single', la sera esco con qualche mio compagno, a Genova mi trovo a meraviglia. È una città che non ti soffoca. Posto tranquillo, clima ideale, tifosi splendidi e rispettosi". Murru però non si lascia ingannare di fronte agli obiettivi: "Di Europa non parlo, sono scaramantico, dobbiamo solo pensare a battere il Sassuolo. Senza concentrazione, perdiamo con tutti. Con la testa giusta, possiamo battere anche la Juve. Quanto alla difesa, il primato ci riempie di orgoglio. Sia chiaro, il merito è di tutti, da martello Giampaolo agli attaccanti, passando per i difensori e i centrocampisti che si ammazzano di lavoro".