Getty
Sampdoria, la rifondazione viaggia spedita: i ricorsi di Ferrero non serviranno a nulla
Lanna ha accettato la conferma con riserva. Intende chiarire al nuovo cda, e in particolare a Fiorella (che durante l’assemblea era collegato da remoto), di non gradire di restare confinato al ruolo di uomo-immagine della Sampdoria. Reclama compiti operativi e un più stretto rapporto con Radrizzani e Manfredi. Ha definito l’ipotesi di vendita del ramo di azienda del settore femminile del club (che aveva rinunciato a disputare la serie A) e ancora non ha avuto riscontro sulla proposta dell’investitore di rilevare le Women, dalla prima squadra al settore giovanile versando oltre un milione di euro.
Nel comunicato non si fa cenno al previsto aumento di capitale di 14 milioni di euro (per il quale erano stati stanziati i soldi corrispondenti il 1° agosto scorso, permettendo il pagamento degli stipendi), realizzato finanziando la seconda tranche del prestito obbligazionario convertibile di 30 milioni attraverso il quale il ticket Radrizzani-Manfredi aveva messo piede nella stanza dei bottoni del club. La prima tranche di 6 milioni aveva permesso ai manager di conquistare la maggioranza del club, relegando l’ex proprietario, Massimo Ferrero, al ruolo di azionista di minoranza, sebbene di una corposa minoranza, oltre il 49%. Con questa mossa verrebbe diluita la partecipazione azionaria del Viperetta, rafforzando la nuova compagine societaria. Riducendo sensibilmente la quota di Ferrero che scenderebbe attorno al 33-34%, destinata a ulteriormente diluirsi nel tempo. Nel frattempo si accrescerebbe l’indice di liquidità che permetterà al club di muoversi più agevolmente sul mercato, sempre tenendo presenti i paletti imposti dalle note vicende legate alla precedente gestione. Va precisato che non è necessaria convocare una nuova assemblea, essendo l’aumento di capitale già stato deliberato nella convocazione del 30 maggio scorso.
A piccoli passi ma in direzione precisa e definita procede la rifondazione della Sampdoria, virtualmente sottratta all’influenza di Massimo Ferrero. Il ricorso dell’ex presidente, con la richiesta di inibire nuovi aumenti di capitale, è stato respinto dal giudice Paolo Gibelli che ha sancito la regolarità dell’acquisizione della maggioranza azionaria del club da parte del ticket Radrizzani-Manfredi. Gibelli ha “assolto” indirettamente anche l’operato di Massimo Ienca, allora ad unico di SSH (la controllante del club in mano ai Ferrero) che aveva dato via libera all’operazione di acquisizione del club. Diventa quindi impervia la possibilità di altri ricorsi da parte del Viperetta nei confronti dei vecchi dirigenti anche se Ferrero interporrà appello avverso l’ordinanza del giudice Gibelli. Possibilità di accoglimento, vicine allo zero.
Il rinnovo delle cariche sociali rappresenta un passaggio-chiave verso la definizione dell’assetto proprietario del club, destinato ad essere ridefinito dopo che il tribunale civile avrà concesso l’omologa al piano di ristrutturazione del debito concordato con i creditori e approvato dall’esperto, Eugenio Bissocoli. Il piano sta per essere presentato, scadrà il prossimo 6 ottobre e non è certo che l’omologa arrivi in tempo, a causa di qualche ritardo prodotto dalle vicissitudini giudiziarie che tormentano la Sampdoria. Sebbene queste vicende riguardino esclusivamente la vecchia proprietà e non tocchino affatto il nuovo management. Il quale semmai potrebbe rivalersi su Ferrero in caso le inchieste penali in corso provassero l’esistenza di danni patrimoniali patiti dalla Sampdoria.