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    Sampdoria, l'incontro per la cessione cambia luogo e giorno? Il retroscena

    Sampdoria, l'incontro per la cessione cambia luogo e giorno? Il retroscena

    • Lorenzo Montaldo
    Ormai l'intrigo ha assunto proporzioni davvero da romanzo giallo: la possibile cessione della Sampdoria continua a tenere banco a Genova, dove da giorni non si parla di altro che del possibile incontro di questa sera, alla presenza di Vialli e di tutto lo stato maggiore doriano. Un incontro che però potrebbe slittare, cambiando orario e, perchè no, anche luogo dell'appuntamento.

    Nelle ultime ore il club doriano avrebbe fatto filtrare un'indiscrezione per smentire il summit in data odierna, per impegni precedentemente assunti da Ferrero e Romei e anche perchè Vialli dovrebbe ancora rientrare nella sua casa londinese. Secondo l'edizione genovese de La Repubblica questo non significa che la trattativa non esista, ma semplicemente che per evitare il clamore mediatico legato alla riunione il Doria e York Capital abbiano deciso di cambiare la data (che comunque resterebbe prossima) del faccia a faccia.

    Trattandosi di un summit decisivo, le parti potrebbero anche decidere di variare pure il luogo, e in questo senso si è fatta strada la possibilità che l'appuntamento si tenga a New York, dove il fondo peraltro ha il suo quartier generale. Stando alle indiscrezioni raccolte dal quotidiano già nei giorni scorsi ci sarebbero stati alcuni contatti - non è chiaro se di persona o telefonici - tra alcuni esponenti della Sampdoria o comunque uomini di fiducia di Ferrero, e i rappresentanti nel fondo. Si sarebbe trattato di persone impiegate a livello dirigenziale, non i classici volti copertina blucerchiati, quindi in grado di passare inosservati in una realtà come quella della città americana.

    L'ostacolo comunque al di là della data e del luogo del prossimo incontro rimane quello del prezzo. York Capital avrebbe offerto prima 70 milioni, per poi salire a 90 ma senza comunque toccare mai i 100, mentre Ferrero rimane irremovibile. Si dice che la quotazione di 180 milioni sia nata come battuta, in risposta all'offerta di 90 ("Ci vuole il doppio"), secondo Repubblica comunque Ferrero non avrebbe intenzione di fare sconti e non vorrebbe scendere al di sotto dei 140 milioni richiesti inizialmente.

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