Sampdoria, il Tribunale accoglie la composizione negoziata della crisi: cosa succede ora
Nella vicenda c'è stato da poco uno sviluppo. Proprio ieri è stato diffuso il decreto del Tribunale di Genova, sezione VII Civile, che accoglie la domanda della Sampdoria, confermando le misure protettive generali richieste. Ciò comporta, ad esempio l'impossibilità da parte dei creditori della società di "acquisire diritti di prelazione se non concordati con l’imprenditore" e "iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul suo patrimonio o sui beni e sui diritti con i quali viene esercitata l’attività d’impresa". In sostanza, la Samp non potrà essere aggredita dai creditori, che non potranno richiedere restituzioni di crediti e/o intraprendere azioni di rivalsa come decreti ingiuntivi.
Inoltre, si legge ancora nel decreto, "la sentenza di apertura della liquidazione giudiziale o di accertamento dello stato di insolvenza non potrà essere pronunciata" e i creditori non potranno "rifiutare l’adempimento dei contratti pendenti o provocare la risoluzione, né potranno anticiparne la scadenza o modificarli in danno dell’imprenditore per il solo fatto del mancato pagamento di crediti anteriori rispetto alla pubblicazione dell’istanza di negoziazione assistita". Tutto ciò, ovviamente, fatto salvo il caso in cui il Tribunale non disponga la revoca delle misure protettive. In quel caso, i benefici della composizione negoziata decadrebbero.
La durata di questo 'scudo', si legge nel testo, è di 120 giorni. Ciò comporterà, sino a giugno, una misura protettiva nei confronti della Samp che permetterà di fatto al club blucerchiato di concludere il campionato evitando il fallimento. La composizione negoziata ha infatti il grosso vantaggio di essere accettata dalle norme della Lega Calcio, a differenza ad esempio dei concordati.