Sampdoria, Garrone:| 'Adesso siamo più forti'
Presidente, il campionato è appena iniziato e il mercato (finalmente) finito. Partiamo dal secondo?
'Tanto rumore per nulla'.
Crede anche che la Sampdoria sia più forte rispetto alla stagione scorsa?
'Sì, non solo perchè sono rimasti i nostri gioielli. Non è vero che non abbiamo acquistato nulla, qualche operazione, nel nostro piccolo, l'abbiamo fatta anche noi. Curci al posto di Storari, una difesa più forte con Volta e il ritorno di Zauri. E agli scettici, se ci sono, dico che per Pozzi sono stati investiti 5 milioni'.
C'è anche un nuovo allenatore. Cosa ne pensa?
'Di Carlo mi piace, ha idee e coraggio. Parla alla squadra, non al singolo giocatore. Sa come costruire un gruppo, per noi è fondamentale'.
I tifosi condividono la campagna acquisti?
'Mi fermano per strada e mi ringraziano. Grazie, ma perchè? Per non aver venduto nessuno. Erano spaventati'.
Sono arrivate offerte importanti?
'Si diceva che Pazzini sarebbe stato il quarto ad andare a Torino. Il quarto dopo un allenatore e due dirigenti. Forse queste non erano solo invenzioni giornalistiche. Ma Pazzini è sempre un attaccante della Sampdoria, mi pare che questa sia l'unica risposta concreta'.
Teme che a Gennaio il can-can riprenda? Se qualcuno le chiede Pazzini?
'Dirò quello che ho già detto. Difficile fare ora delle ipotesi, ci sono evidentemente delle variabili che andranno valutate. Noi siamo abituati a fare sempre un passo alla volta'.
Cassano è un caso a parte: nel contratto ha una clausola rescissoria di 20 milioni...
'E' stata inserita al suo arrivo, un modo per in più per tutelarlo. Antonio doveva capire come si sarebbe trovato a Genova. Ora le cose sono cambiate: ha una moglie genovese e a gennaio nascerà il loro primo figlio. E Antonio ha un buon rapporto con la città, ottimo con i tifosi e lo staff dirigenziale'.
La clausola resta.
'Ho letto che Antonio ha appena scherzato sull'argomento. Ha detto che per restare dovrà pagare. Però lui, più volte, mi ha detto che se un giorno non lo vorrò più, mi farà prendere ben più di 20 milioni. Io mi auguro che concluda la sua carriera a Genova, con la Sampdoria'.
Quanto vuole bene a Cassano?
'Gli sono molto affezionato. So che se fosse rimasto al Real Madrid si sarebbe auto-distrutto. Qui è ripartito, ha lavorato sui suoi difetti, è cresciuto. E' un uomo spontaneo, buono, generoso'.
La Samp, oltre a Cassano e Pazzini: lei vuole creare un nuovo centro sportivo. Il progetto procede?
'A ottobre ci saranno delle novità. Stiamo perseguendo due-tre ipotesi alternative. A Genova, ma non solo. Bogliasco ha dei limiti obiettivi e insuperabili'.
La volontà di realizzare un nuovo stadio per la Sampdoria?
'Aspettiamo la ripresa della attività per demolire le posizioni contrarie, che sono di due specie. Una è la posizione dell'Enac, espressa nell'autunno di due anni fa. L'altra è l'opposizione manifestata da più persone, anche istituzionalmente importanti. Un'opposizione legata al fatto che, con il nostro nuovo stadio, è prevista una piastra commerciale di 40mila metri quadri'.
Torniamo alla squadra: da Cassano a Pazzini, il suo gemello...
'Un ottimo ragazzo anche lui, riservato, ma estremamente simpatico e cordiale. E' un grande giocatore, con ottime possibilità di crescita. Sta arrivando al top. Ho con lui un buon rapporto così come con tanti altri'.
Presidente, era a conoscenza della situazione contrattuale di Ziegler?
'Non è mia competenza seguire le situazioni contrattuali. E sicuramente c'è stata un po' di disattenzione da parte di chi doveva seguire l'evolversi di queste vicende. Non solo per lui ma anche per quanto riguarda un nostro ex dirigente, Paratici'.
Disattenzione dell'ex direttore generale Marotta?
'Ripeto: una disattenzione da parte di chi doveva seguire l'evolversi di questa vicende. Diciamo disattenzione e non voglio aggiungere altro'.
Valutazione dura presidente...
'In certi casi è duro perdonare'.
Otto anni alla Sampdoria, a che punto è la sua avventura?
'Non fu una libera scelta, la Sampdoria era destinata al fallimento. Ma poi la passione cresce. Ci si appassiona e ci si incazza'.
(Il Secolo XIX)