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    Sampdoria, Ferrero: 'Delio Rossi guadagna senza lavorare. Mi avevano proposto Ronaldinho e Adriano'

    Sampdoria, Ferrero: 'Delio Rossi guadagna senza lavorare. Mi avevano proposto Ronaldinho e Adriano'

    Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero è stato intervistato dal giornalista Malcom Pagani per 11: "Non sono una macchietta, la vita, nel quartiere Testaccio, non era uno scherzo. Ho fatto il macellaio, il fornaio, l’aiuto segretario, il segretario, l’organizzatore. Mi industriavo. L’ho sempre fatto lasciando ad altri salotti, amici importanti, padrini e padroni. Mio padre mi ha insegnato che conta di più essere credibile che ricco. Se mantieni la parola data tutti ti rispettano".

    Sul clima e la passione trovati a Genova e sugli abbonati Samp: "Non temiamo nessuno. Ho un allenatore straordinario, una squadra formata da venticinque bravissimi ragazzi che mi amano e che adoro e decine di giovani che si stanno facendo le ossa in giro per l’Italia. Sinisa mi ha detto che ambisce a sostare stabilmente nella parte sinistra della classifica, io mi auguro si sbagli per difetto. La palla bisogna afferrarla e metterla dentro".

    Sulla questione Delio Rossi: "La Sampdoria aveva un tecnico di nome Delio Rossi. Fece 9 punti in 11 partite e andò a piangere da Garrone spiegando al mio predecessore, un galantuomo, che non aveva più la squadra in mano. Invece di ricevere una stretta di mano e tanti auguri per il ritorno al paesello d’origine, Rossi venne licenziato. Non so quanto tempo sia trascorso da allora, ma so che continuo a pagare il signor Delio Rossi e tre persone del suo staff per stare comodamente a casa. Ho provato a incontrare l’allenatore per risolvere il contratto tra persone ragionevoli e cercare una transazione. “Non mi conviene” mi ha detto. Questo è il calcio italiano. Un luogo in cui gli affari saltano perché i diritti di veto, i sindacati e l’arbitrio del singolo sono più importanti dell’interesse generale. Così fino a quando qualche benemerito non avrà pietà di me e assumerà Rossi per farlo lavorare in un’altra realtà, le cose continueranno ad andare così. Spero che il tecnico sia in pace con la sua coscienza perché a incassare uno stipendio senza muovere un dito, io mi vergognerei. Mi tremerebbero le mani".

    Su Renzo Ulivieri, "colpevole" di aver frenato la sua idea di mettere Rossi ad allenare i fuori rosa: "Ulivieri ha sbagliato mestiere e crede di essere Robin Hood. Mi ha scritto una letteraccia. Non gli ho risposto. Posso solo sperare in un domani diverso".

    Su Preziosi: "Non lo conosco, sono nel calcio da poco, la gente “preziosa” non fa parte del mio universo di riferimento".

    Sulle questioni stadio e sicurezza: "Prima o poi occuperò il Comune di Genova perché pagare oltre un milione di euro all’anno per ritrovarsi in tribuna d’onore con i seggiolini arrugginiti è un non senso che grida vendetta. L’idea è quella di riportare le famiglie a godersi lo spettacolo e, per realizzare il progetto, bisogna stravolgere il sistema. Il calcio è un’azienda e va gestito con regole precise. Se cercate il mecenate che butti 30 milioni di euro l’anno nella spazzatura, rivolgetevi altrove. Non voglio guadagnare, ma riportare normalità in un microcosmo impazzito in cui violenti, provocatori e rompicoglioni hanno carta bianca per trasformare una festa in un percorso di guerra".

    Sul mercato e le proposte che gli sono state fatte di Ronaldinho ed Adriano: "Ci chiamiamo Sampdoria, non siamo i Globetrotters, e di Adriano, ho già un cinema con questo nome".
     

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