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    Sampdoria, Ferrara 'Non mi sento in discussione'

    Sampdoria, Ferrara 'Non mi sento in discussione'

    Teso, nervoso, arrabbiato? Nient'affatto. Ciro Ferrara arriva sereno in conferenza stampa. Alle porte c'è l'Atalanta e una partita da non sbagliare, ma pare inevitabile che la prima domanda verta sul battibecco di ieri all'uscita del cancello del "Mugnaini" «Evidentemente io e quel tifoso non ci siamo simpatici - puntualizza il mister -. Non è comunque successo nulla di grave, non ho avuto nessuna reazione scomposta, né tanto meno ho intimato all'operatore presente di chiudere la telecamera. Era la seconda volta che il signore veniva ad urlare determinate cose. Io gli ho anche dato la mano, ma non ritengo di dover parlare con chi fino a poco prima mi aveva contestato. Ho massimo rispetto per la tifoseria ed esigo altrettanto. E voglio circoscrivere e chiudere qui questo argomento». 

    Passando al concreto, come stanno i due centrocampisti in bilico?
    «Maresca e Obiang stanno bene, sono a disposizione. Vedremo domani, devo valutare un loro impiego visto che è da un po' che sono fermi».

    In attacco prevede cambiamenti rispetto a San Siro?
    «Domani giocherà Maxi titolare e quindi Eder agirà in un'altra posizione. Gli esterni devono dare sostegno all'attacco con giocate rapide e veloci. Tutti i giocatori devono avere distanze tali da permetterci di essere compatti, perché più siamo vicini più i passaggi saranno precisi».

    Quanto sarà importante la partita di domani?
    «Tutte le partite sono importanti. Dalla prima all'ultima. E diventano facili o difficili a seconda di come le affronti e delle circostanze».

    Alcune circostanze non sono state proprio favorevoli. Edoardo Garrone lo ha espresso pubblicamente e la tifoseria è pronta a farlo a Marassi prima dell'ingresso in campo.
    «Questa è la dimostrazione di cos'è la nostra società: con compostezza ed educazione siamo capaci di dimostrare il proprio dissenso. Per le ultime giornate ho un solo rammarico: non avere finito le partite in undici o in parità numerica con gli avversari. Non vorrei fosse soltanto una mia supposizione, ma non direi, visto che lo avete visto tutti: quello che è capitato è scritto ed è facilmente riscontrabile attraverso i filmati».
    Chiede più attenzione?
    «Qualche volta ci è capitato di commettere degli errori ma in concomitanza con i nostri errori ci sono state altre situazioni sfavorevoli. Vorremmo che fossero soltanto nostre le disattenzioni e che il risultato dipendesse soltanto da noi».

    Cinque sconfitte sono tante, si sente messo in discussione?
    «Io non mi sento in discussione. So che i risultati sono importanti, ma non dimentichiamoci alcuni aspetti: questa è una squadra che arriva da un sesto posto in B, che ha riconfermato gran parte di quel gruppo e che ha come intento la valorizzazione dei giovani. Tutti quanti si fanno la bocca bella con "dobbiamo lanciare i giovani" e poi ci lamentiamo al primo momento di difficoltà. Se viene sposato un progetto viene sposato in tutti i sensi. La classifica non è così disastrosa. La mission della società non è la Champions o un posto in Europa, bensì la salvezza, la permanenza in questa categoria. Se conquisteremo un punto in più delle tre che retrocederanno, noi avremo raggiunto il nostro obiettivo».
    Siamo ai primi di novembre, il mercato di riparazione si avvicina. Pensate di intervenire?
    «Sono felicissimo della squadra e dei ragazzi che ho, li difenderò fino a quando me ne sarà data l'opportunità. Stanno facendo tutto il possibile e non ho nulla da rimproverare a loro. Detto questo, a gennaio interverremo solo se si potrà migliorare la rosa».

    Dopo il passo falso col Cagliari, contro l'Inter ci sono stati segnali di ripresa. Concorda?
    «Mercoledì ero soddisfatto perché la squadra è stata compatta. Ma non solo a Milano: io l'ho vista sempre equilibrata. Nonostante le cinque sconfitte, tutte per un gol di scarto, non ho visto formazioni che ci hanno totalmente dominato. Ecco perché dico che il nostro obiettivo è pienamente raggiungibile. In più non ho mai avuto la sensazione che si puntasse al pareggio: ho sempre visto un gruppo che ha cercato di recuperare il risultato, molto spesso in inferiorità numerica. Abbiamo dati di una squadra che corre tanto e macina chilometri anche quando è in dieci».
    Poli come sta? Qualcuno ha avuto la sensazione che fosse scontento al momento del cambio con Renan...
    «Ha già giocato due partite, le sue condizioni sono buone. Ho letto che sarebbe uscito malvolentieri. Io vi dico che Poli non ne aveva più e che si è rivolto più volte verso la panchina per richiedere il cambio. Non era affatto arrabbiato con il sottoscritto».

    Che Atalanta si aspetta di trovare?
    «Domani sarà una partita difficile, delicata, per il momento nostro e il loro. L'Atalanta è abituata più di noi a questa categoria, ha un organico abituato a lottare e a soffrire. Ne vengono da un grandissimo campionato e battendo il Napoli hanno dimostrato che Colantuono sta continuando un ottimo lavoro. Troveremo delle difficoltà: giocando in casa dovremmo fare la partita e non lasciare spazio ai vari Denis, Schelotto, Maxi Moralez, Bonaventura e Cigarini».
    Il pubblico vi darà una mano. Ne avete avuta la recentissima riprova qui a Bogliasco.
    «Oggi è stata una bella dimostrazione di affetto. Anche a Parma, e mi fa piacere sottolinearlo visto che non lo avevo fatto, ci hanno seguito in tantissimi. Sentiamo molto vicino il legame, il trasporto, il calore che c'è attorno a noi e a questi colori. Abbiamo avuto un segnale chiaro che conferma una cosa: quello che è successo ieri è stato solo un episodio».


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