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Sampdoria, Defrel: 'Roma, ti faccio vedere... Sogno di giocare con Mbappé'
"Ricordo ancora, come se fosse ieri, il mio provino al Parma: avevo 18 anni, giocavo con la squadra del mio quartiere e mi allenavo una volta alla settimana. Ho preso il pallone e sono partito in dribbling saltando 2 o 3 avversari. Poi ho chiesto il cambio, 5 minuti e non ce la facevo più. Sembrava impossibile per me avere un futuro nel calcio, non avrei mai immaginato di poter giocare in Serie A, di entrare a San Siro, di sfidare la Juventus. Non sono l’unico ad avercela fatta, altri cresciuti come me nella periferia francese hanno centrato l’obiettivo, mi viene in mente Menez. E’ un bel segnale, dimostriamo che si può fare. Io sono orgoglioso del quartiere dove sono nato, porto sulla maglia il numero che lo rappresenta e appena posso torno a trovare la famiglia e gli amici. Vi confesso che a volte ci scappa anche qualche partitina a calcetto stile vecchi tempi".
"Berardi sta bene al Sassuolo, lo vedo sereno. Ha attraversato anche un momento complicato, ma quest’anno tornerà al massimo. Non aver fatto il settore giovanile mi ha tolto molto: io ad esempio ho faticato a capire quanto fosse utile lo stretching. Pensavo che fosse inutile, poi, dopo i primi infortuni, ho capito che faceva la differenza. Ora faccio un’ora di esercizi in palestra prima di ogni allenamento. Per prevenzione. Ho imparato a curare il fisico solo alla seconda stagione al Sassuolo, vedendo gli altri. A curare l’alimentazione, invece, me lo hanno insegnato a Cesena, al primo anno di A. Quando arrivò Bisoli giocavo quinto a sinistra, ma lui, dopo avermi visto fare qualche dribbling e un paio di tiri, mi ha spostato in attacco. Solo le visite mediche evidenziano ancora qualche traccia di asma, ma da anni non prendo medicine. Forse ero allergico al mio gatto in Francia".
"A Genova c’era chi dubitava che potessi far meglio di Duvan Zapata? Ho subito sentito parlare molto di lui, tra l’altro un ottimo attaccante, così come era successo a Sassuolo con Zaza, ma io non faccio caso ai confronti: al mio arrivo pensavo soprattutto a tornare al massimo fisicamente. Stavolta, poi, avevo qualcosa in più. L’anno scorso, a Roma, sono andato male. Leggevo cose brutte su di me, come accade spesso nel calcio. Io di solito sono timido, calmo, ma stavolta ho pensato: vi faccio vedere chi sono. Una bella spinta in più. Gli assist di Quagliarella? Spero presto di poter ricambiare il favore. Lui è un grande attaccante, ha giocato in squadre importanti e ha sempre fatto gol. Ora mi ha dato un consiglio: quando sterzo verso sinistra, di solito, osservo se da dietro si sta inserendo un centrocampista. Lui mi ha detto di guardare avanti e di provare il suggerimento in verticale, cosa che mi renderebbe molto più pericoloso. Ci sto già lavorando".
"Un nuovo sogno? Sinceramente qualche volta mi scopro a immaginarmi in nazionale al fianco di Mbappé o Griezmann. Ora mi sembra incredibile ma il calcio, come abbiamo visto, va veloce. Chissà, se facessi una stagione bellissima, con tanti gol…".