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Sampdoria, Falcone para tutto contro il Milan: il film con Verdone, Totti, il retroscena Spezia e Spal
CINEMA – Il vice di Audero non è un bambino, tutt’altro. Anzi, ha due anni in più del portiere scuola Juventus, essendo nato a Roma (di cui è tifosissimo, adora Totti) nel 1995. A proposito del baby Falcone, appena venuto al mondo era già (inconsapevolmente) sotto ai riflettori. I lettori più ‘esperti’ ricorderanno il film di Verdone ‘Viaggi di nozze’. In una scena Giovannino De Berardi, interpretato dall’attore e regista capitolino, parla al telefono reggendo tra le braccia un neonato. Il piccolino oggi è alto 195 cm e gioca in Serie A, di nome fa Wladimiro e di cognome proprio Falcone.
INIZI - Il giovane Falcone ha capito ben presto che il suo futuro non sarebbe stato nel cinema, nonostante l’esordio precocissimo. Nella sua vita c’è sempre stato il calcio, nell’Ostia Mare prima e nella Vigor Perconti dopo. Infine, ecco la telefonata che non ti aspetti. La Sampdoria di Marotta lo pesca e lo porta a Genova, poco più che bambino. Da lì inizia tutta la trafila, punto fermo delle giovanili sino alle porte della prima squadra. Ciro Ferrara lo chiama in panchina, da terzo alle spalle di Romero e Berni nel 2012, e l’anno dopo il copione si ripete. La stagione 2014/15 è quella dell’esordio tra i ‘grandi’: Falcone decide di andare in prestito al Como, e una delle sue prime partite lo riporta proprio a Marassi, di fronte alla Sampdoria in Coppa Italia. “Poter scendere in campo al Ferraris da giocatore, da ex, in una gara ufficiale, è tanta roba” mi ha raccontato in un’intervista nel 2014. Le idee erano già chiare: “Ovviamente sogno di tornare alla Samp, però prima voglio fare un po’ di esperienza, voglio crescere e migliorarmi. Così potrò poi tornare in blucerchiato e giocarmi le mie carte con gli altri a Genova”. Missione compiuta, 8 anni dopo, con un bagaglio di esperienza di tutto rispetto.
GAVETTA – Di certo non si può dire che il ragazzo non abbia fatto gavetta, anche in realtà difficili. Fa il titolare a Savona, la riserva a Livorno e Bassano, gioca nel Gavorrano per concludere con l’avventura agrodolce a Lucca. La Lucchese ha difficoltà societarie, non paga gli stipendi ma i ragazzi rossoneri fanno quadrato, si salvano sul campo e Falcone risulta uno degli eroi di quella stagione. Nel 2019 torna alla Sampdoria, mentre nel 2020-2021 è a Cosenza, in Serie B, e viene considerato tra i migliori interpreti del ruolo in cadetteria. La Samp, però, rimaneva un miraggio. Almeno sino ad oggi.
SLIDING DOORS – Il Doria, in questa stagione, ha provato a cederlo due volte. In entrambi i casi, Falcone è arrivato ad un soffio dall’addio. In estate era tutto fatto per il suo passaggio al fotofinish allo Spezia, nell’ambito di uno scambio con Provedel, saltato all’ultimo respiro a causa di un problema di documenti. I blucerchiati hanno provato a girarlo in prestito pure a gennaio. L’accordo con la Spal era praticamente nero su bianco, ma il destino del calcio è bizzoso e ineluttabile. La positività al Covid del ragazzo e le difficoltà della dirigenza genovese a liberare un sostituto hanno fatto il resto: Falcone è rimasto a Genova, nel ruolo di vice Audero.
CHANCE – Come spesso accade in questi frangenti, ‘galeotto’ fu un infortunio, in questo caso quello occorso ad Audero con il Verona. Per Roma-Samp, nella sua città, entra Falcone. Giornata da brividi. All’Olimpico, al cospetto dei giallorossi, gioca una gran partita. Con il Cagliari si rivede Audero, anche perché Falcone nel frattempo sconta il contagio da Covid. A Napoli parte Audero, ma un nuovo acciacco dell’ex bianconero inverte ancora la titolarità. Il Dio del calcio ha deciso. Falcone, da quel giorno, la porta non l’ha ancora lasciata e i gioielli inanellati tra Sassuolo e Milan hanno rinsaldato ulteriormente la sua posizione. “Ha fatto molto bene, mi è piaciuto” ha detto Giampaolo nel post gara. E Audero? “Si gestisce, gioca chi sta meglio. Falcone sta facendo il suo, quindi gioca. È un problema che non mi pongo” taglia corto il mister di Bellinzona. Parole caute, ma che suonano come un’investitura. Falcone la porta della Sampdoria se l’è presa davvero, a distanza di otto anni da quel Sampdoria-Como del 2014. E non ha intenzione di mollarla.