Sampdoria al lavoro per blindare Bonazzoli: 'Era ora di svegliarmi'
"Credo che un giovane sempre sotto i riflettori rischi di non reggere tanta pressione. Forse in quegli anni mi ero caricato di responsabilità eccessive, in parte neppure mie, e sentivo sempre il dovere di riconfermarmi, anche negli allenamenti con i grandi. Non andava bene, ero solo un ragazzo".
"Nonno Berto era il mio primo tifoso, l’avevo visto per l’ultima volta tre settimane prima che mancasse, stava benissimo. Poi è arrivato il lockdown. Ho pensato a lui, certo, ma io sono molto religioso, qualcuno da lassù mi ha indicato la strada giusta. Ho risentito molto della sua scomparsa: mi sono detto che da lì in poi gli avrei dedicato ogni gol. So che ci teneva molto, sto ripagando la sua fiducia. Purtroppo questa è la vita. Bisogna cercare di andare avanti, altrimenti è una ferita che si riapre ogni volta".
"Ranieri ha enormi meriti, per la crescita del sottoscritto e della squadra. Ha creato un bel mix, andiamo in campo con il sorriso, avverto armonia nel gruppo, ci divertiamo. Grazie a Ranieri ho acquisito continuità e fiducia. Ogni minuto in cui sarò in campo, mangerò l’erba: è una promessa".
"Con Quagliarella ho un rapporto speciale, lo conosco da tanti anni, mi ha preso sotto la sua ala, e posso ritenermi onorato e fortunato ad allenarmi con un simile fuoriclasse, oltre che di… rubargli qualche piccolo segreto. Abbiamo un rapporto a livello umano molto bello, Fabio è prodigo di consigli, e poi per me è sempre stato un idolo".