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    Sampdoria, a tutto Accardi: "Quando ho accettato mi hanno tempestato di telefonate. Su Leoni e il mercato..."

    Sampdoria, a tutto Accardi: "Quando ho accettato mi hanno tempestato di telefonate. Su Leoni e il mercato..."

    A tutto Pietro Accardi. Il nuovo dirigente della Sampdoria ha rilasciato una lunga intervista che tocca vari temi del mercato blucerchiato facendo anche un bilancio su questo avvio di avventura genovese: "In questi giorni a Jena mi sta scendendo un po’ l’adrenalina, è come se fossi fuori fase…ultimamente ho dormito poco, ma è tanta la carica che ho in corpo per trovare soluzioni, che mi ci sto abituando.” La situazione sembra comunque positiva: “Sono arrivato in Germania venerdì sera e le prime sensazioni sono positive. Ho trovato un gruppo che si sta formando, sempre più unito. Con valori alti e sono contento di quello che sto vedendo. Ma è un punto di partenza, c’è tanto da fare.”

    Riguardo alla prima amichevole con il Magdeburgo: “Per me è stato il debutto dal vivo. La squadra non si è disunita nelle difficoltà e mi è piaciuta. Soprattutto nella prima fase delle amichevoli mi concentro sullo spirito. Vincere alza sicuro morale e autostima, ma io guardo l’atteggiamento. La squadra ora è carica di lavoro, e meno male. Se fosse troppo brillante a fine luglio mi preoccuperei. So che stanno lavorando bene, anche se non sono presente, ma ho qui Beppe Colucci che mi aggiorna e parlo con tutti, da Pirlo agli staff.”

    Analizzando le operazioni di mercato recenti: “Dovevamo fare spazio per le entrate. Mi sono concentrato su quello. L’ho ottenuto con le rescissioni. Siamo ancora in costruzione, anche se abbiamo fatto un po’ di movimenti e l’ossatura si intravede. Ma manca ancora qualcosa. Un portiere? Quello, un braccetto di sinistra e un elemento davanti. Tutino? L’ho portato già a Empoli, ma non c’è ancora nulla di concreto. La sua volontà può contare? Per come lo conosco, sì. Ma ci sono situazioni contingenti che vanno oltre la volontà individuale. Il Cosenza vuole monetizzare. Noi non abbiamo in testa solo Tutino, cerchiamo di farci trovare pronti perché le trattative possono prendere altre pieghe. Non significa che vai sulla seconda scelta, non esistono prime e seconde, ma solo caratteristiche funzionali alla squadra. Il numero di giocatori? 25/26. Poi ci sono casi di ruoli dove preferiamo tenere uno in più per tutelarci, visti alcuni storici a livello di infortuni. Pedrola, ad esempio, ci puntiamo e lo aspettiamo, ma viene da un lungo stop. Avevamo già dei giovani, abbiamo cercato di strutturare di più l’ossatura chi potesse dargli una mano. oltre a Pedrola, ci sono Yepes, Benedetti, Leoni, è arrivato Vulikic, Giordano, Akinsanmiro…E non distinguo tra giovane e vecchio, ma tra bravo e funzionale o no a quel che vogliamo imprimere.”

    Riguardo alle offerte per Leoni: “Se dipendesse da noi vorremmo non venderlo, perché sappiamo che oggi prenderemmo meno. A chi lo vuole abbiamo chiesto di lasciarcelo un anno in prestito e c’è disponibilità. Se poi alzano la posta, dovremo fare riflessioni più profonde. A oggi siamo riusciti a fare mercato senza cedere il gioiello più richiesto. Audero al Como? Ci lavoravo da tempo, si è riaperta velocemente. Le contropartite (Ioannou, Bellemo e Ghidotti) sono mie scelte, potevo prendere altri o nessuno.”

    L'importanza della gestione finanziaria: “È un a fare i conti tutte le sere, io con carta e penna. Per me sono fondamentali Massimo Ienca, Alberto Bosco e Raffaele Fiorella. Oltre ovviamente a Matteo Manfredi, sempre presente e preciso, ci sentiamo più volte al giorno. Siamo un gruppo. E a Alessandro Messicana. Mi ci sono approcciato lavorando tanto. Di indole mi piace organizzare e quindi ad esempio non mi piacciono gli ultimi giorni di mercato. Abbiamo operato su due binari, fare spazio da una parte e seminare dall’altra per i nostri obiettivi. Conti, Verre e Asklidsen hanno portato Coda. Delle Monache: Venuti e Akinsamiro. De Luca: Romagnoli e Meulensteen. Audero: Ioannou, Bellemo e Ghidetti, per ora.”

    Le riflessioni sulle altre squadre: “Parlerà il campo. Quando ho accettato la Samp sono stato tempestato di chiamate, perché ci vai? Tutto quello che mi è stato prospettato dalla proprietà, lo sto riscontrando con i fatti. Abbiamo operato con la massima trasparenza. Nei primi 20 giorni non ho potuto chiudere un giocatore, il primo, Coda, il 10 luglio. E se non fossimo riusciti a liberare spazio nell’indice, zero arrivi. Per ogni operazione ci sono 3 parametri da rispettare: indice di liquidità, conto Lega e salary cap con limite a 10 milioni. Lo supereremo certo, ma un nostro obiettivo è ridurre il monte ingaggi.”

    Le aspettative dei tifosi: “Percepisco tanto entusiasmo. I nostri tifosi lo dimostrano tutti i giorni, anche sabato sono venuti a Magdeburgo. Con gli abbonamenti. Li ringraziamo, per noi sono motore vitale. Strada facendo vedremo quale sarà il nostro obiettivo, a oggi rimane lavorare per migliorarci e per i tifosi. Chi va allo stadio, chi ci guarda da casa, i tanti all’estero…sappiamo chi rappresentiamo.”

    Parlando dei nuovi arrivi: “Coda e Romagnoli sono forti e caratterialmente di spessore. Conoscono la B e sanno cosa ci vuole. Meulensteen lo seguivo da mesi. Duttile, nasce difensore ma ha giocato a centrocampo a due, o play. Sceglierà Pirlo. Ma soprattutto stiamo facendo patrimonio, che crea senso di appartenenza. A parte Akinsanmiro sono tutti di proprietà". E Pirlo? "A Magdeburgo la sua mano si è vista nel cambio di atteggiamento dopo la prima mezz’ora. Ha toccato le corde giuste. Percepisco in lui la capacità di gestione e la sua idea di calcio mi piace. Se non può forzare sa diventare pragmatico. Il 2-1 è nato da un blocco squadra unito, corto.”

    È la Samp di Accardi?  “Non mi piace. La Samp è di Manfredi. Io sono insieme agli altri uno che vuole il bene della Samp e dà il massimo. Ma da solo non faccio nulla. Ho bisogno di presidente, tecnico, calciatori, persone che lavorano in sede…tutti fondamentali. Mi nutro della loro vicinanza, della loro pacca sulla spalla.”

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