Samp, Rizzo: 'Io, centrocampista offensivo che si ispira a Kakà'
Domani il centrocampista Luca Rizzo avrà la possibilità di fare il proprio esordio nell'Under 21, seppur in amichevole. Ai microfoni di Vivoazzurro.it ecco le parole del 22enne blucerchiato: "E’ sempre una bella esperienza, e vuol dire che sto facendo bene con la Sampdoria. La convocazione azzurra mi rende orgoglioso di rappresentare il mio Paese, e mi dà modo di ritrovare vecchi compagni e conoscere nuovi ragazzi, magari già affrontati da avversari. Domani l'Under 21 contro la B Italia a Trapani? Ho giocato anche io nella B Italia, e l’ho sempre conosiderata una vetrina importante. Chi giocherà contro di noi domani vorrà sicuramente farsi notare. Quindi invito i tifosi a venire allo stadio. E’ una bella iniziativa, si affrontano due squadre forti, con giovani che si stanno affermando e che rappresentano il futuro dell’Italia. Qualcosa su di me? Sono cresciuto nella Sampdoria, per alcune stagioni mi sono fatto le ossa in C e B, ed ora sono ritornato a casa. Sono contento di quello che sto facendo, e devo molto al mister Mihajlovic e alla società che mi hanno dato fiducia e spazio. Sono sostanzialmente un esterno alto di centrocampo a cui piace attaccare e dare una mano al reparto offensivo: mi piace portare palla, cerco di gettarmi negli spazi o di propormi per l’uno-due con i compagni. Fuori dal campo sono tranquillo. I miei amici mi dicono che non sembra nemmeno che giochi in Serie A, per quanto sono rimasto con i piedi per terra. Se è così il merito è della mia famiglia che mi ha educato con questa filosofia. Hobby? Ascolto parecchia musica un po’ di tutti i generi, dipende dai momenti. Mi piace anche uscire con gli amici ed andare al mare. La passione per il calcio? Mi sono appassionato a 5-6 anni, iscrivendomi alla scuola calcio per seguire le orme del mio fratello più grande che giocava a pallone e, da piccolo, era un po’ la mia luce e il mio idolo. A chi mi ispiro? Il mio idolo di sempre è Kakà, quando lo vedevo giocatore e accellerare in campo mi emozionavo. Tra gli italiani direi Alex Del Piero, per quello che ha fatto, ma anche Gigi Buffon per la capacità di essere rimasto una persona 'normale' nonostante tutte le vittorie".