Samp, Garrone jr 'Cassano, Pazzini, Marotta...'
Edoardo Garrone, vice presidente vicario della Sampdoria, ripercorre l’annata maledetta blucerchiata e quello che sarà il progetto futuro senza nascondersi sugli spinosi casi “Cassano” e “Pazzini”. Ecco le sue verità nel lungo colloquio andato in scena questa sera su Primocanalesport.
Serie B. “E’ stato un anno allucinante, un conto è andare in B un altro è andarci come ci siamo andati noi. Sappiamo quali sono le cause, dopo il Palermo ho preferito prendermi io tutte le responsabilità perché è giusto che chi guida un’azienda non faccia il classico scarica barile. Undici giorni fa la mia famiglia ha scelto me per un nuovo ciclo. Adesso dimentichiamo il passato e concentriamoci subito il futuro, questo è l’impegno mio e della mia famiglia. Dobbiamo cancellare una profonda ferita inferta al pubblico e a tutti i collaboratori della Sampdoria che hanno pianto per la loro società e la loro bandiera.”
Ciclo blucerchiato. “Il ciclo è finito un anno e mezzo fa, il mio impegno è farne ripartire un altro. L’obbiettivo primario è tornare in A nel prossimo campionato, creando una Samp solida e forte per il futuro. Ci metterò tutta la mia passione, anche se dovrò stare molto attento a non farmi trascinare dalla mia fede blucerchiata”.
Tifosi. “Voglio impostare un lavoro creando un continuo colloquio con i tifosi per avvicinare di più la società a loro. Il loro affetto sarà per noi importantissimo soprattutto in questo anno di Serie B.”
L’estate della Champions. “La squadra titolare era sufficientemente attrezzata. L’errore è stato non pensare ai rincalzi giusti, abbiamo avuto una panchina corta per giocare coppa e campionato almeno fino a gennaio. La squadra base è uscita dai preliminari con tanta sfortuna. Con il senno di poi è stato sbagliato non investire su Storari, le sue parate e il suo entusiasmo sono mancati. Curci non è stato all’altezza.”
La società. “Gasparin è andato via perché scavalcava le funzioni di altri. Voleva fare tutto lui invece di delegare a chi di dovere, incentrava su di sé troppe cose e secondo mio padre questo non poteva funzionare. A quel punto si è creato un vuoto che le seconde linee non sono colmare. Per questo adesso abbiamo deciso di dare un’ assetto molto chiaro. Io sarò vice presidente operativo alla Galliani, gestendo finanze, comunicazioni, marketing, organizzazione e settore sportivo. Definiremo piani e obiettivi per tornare in A subito lavorando al meglio ognuno nel proprio ruolo.”
Marotta e Cassano. “Mio padre è rimasto molto male dalla rottura con Marotta. Era molto bruciato da questa vicenda e ha voluto velocemente ripartire scegliendo Gasparin. La rottura con Marotta è nata quando lui ha capito che Cassano non era più gestibile e aveva chiuso l’affare con la Fiorentina. Mio padre ha deciso di bloccare tutto ma a quel punto è partita la vendetta di Cassano che ha fatto di tutto per convincere mio padre che Marotta complottava contro di lui. La situazione non era quella ma ormai il rapporto era deteriorato e Marotta ha deciso di andare via.”
Pazzini. “Io lo considero un professionista e una persona molto seria nonchè un grande campione. Finita l’avventura Champions aveva la possibilità di fare carriera in una grande. Quando è arrivata l’Inter Pazzini ha chiesto di esser ceduto pur essendo legatissimo alla Sampdoria. L’errore vero è stato non sostituirlo adeguatamente.”
Sensibile. “E’stato scelto un direttore sportivo giovane ma con grandissime motivazioni, che vede la Sampdoria come un punto d’arrivo, che (parole sue) preferisce noi a molte squadre di A, conosce benissimo campionato e mercato di Serie B. Credo sia la scelta giusta.”
Garrone e la Sampdoria. “Ho sentito dire che addirittura avevamo un piano per la Serie B in modo tale da liquidare la società. Niente di vero ovviamente. Se avessimo avuto l’obbiettivo di disimpegnarci o peggio ancora di vendere, avremmo preso un manager per farlo, il mio impegno in prima persona dimostra da sé che abbiamo voglia di ricostruire da capo un nuovo ciclo.”
Cavasin. “Non è vero che è stato preso perché costava meno. Forse Di Carlo andava cambiato. La Samp voleva un traghettatore ma in quel momento non c’erano molte alternative oltre a Cavasin, purtroppo non ha funzionato ma non me la sento di dare le responsabilità della retrocessione al mister. Ognuno ha avuto la sua parte. Io ho cercato di stare vicino alla squadra anche andando in ritiro, vedevo Cavasin determinato ma non vedevo la stessa luce della determinazione nei calciatori. Apparentemente erano tranquilli ma avevano paura, nella testa erano già retrocessi.”
Atzori. “Abbiamo valutato 4-5 allenatori di cui alcuni di Serie A. E’ stato scelto Atzori perché è un professionista serio, profondo conoscitore della categoria come Sensibile, che vede la Sampdoria in termini di prospettiva meglio di altre società di Serie A. Ha trascinato la Reggina in un campionato di vertice, inaspettatamente, mostrando un gioco brillante. E’ vero che vogliamo tornare in Serie A subito ma io credo che sia importante anche andare allo stadio e vedere un gioco divertente.”
Palombo. “Non c’è fretta di incontrarlo, è così legato alla Samp che il discorso non è complicato. La nostra intenzione non è quella di cederlo. Prima devo avere a tempo pieno Sensibile e Atzori a Genova, non mi sembra giusto parlare con i giocatori sedna di loro. Bisognerà veder se c’è quel fuoco e quella determinazione che penso avrà nel rimettersi in discussione. Se avrà questa determinazione rimarrà alla Samp. Se lui riterrà legittimamente di andare via potrà partire, se no resterà. Non è assolutamente una questione di soldi. Il mercato della Samp dovrà essere molto vivace sia in uscita che in entrata per creare una squadra totalmente motivata andando. Rimarrà solo chi ha voglia di riscattarsi, non sarà una questione di soldi per nessuno.”
Mercato. “Non sono in grado di fare nessun nome per il futuro. In questi anni la Sampdoria ha ottenuto buoni risultati con la politica del cambio meno possibile. Così dai garanzie sulla continuità, però cambiare di più fa sognare le persone. Vorrei non cambiare troppo ma fare più turn over per ricreare maggiore curiosità, questa è la mia idea.Bisognerà lavorare tanto sia in attacco che in difesa”
Lacrime e Sfottò. “Le lacrime dei tifosi mi ha dato una sferzata decisamente maggiore le lacrime dei tifosi blucerchiati che gli striscioni di sfottò. Quest’ultimi hanno fatto più male ai tifosi che a noi. Però fa parte del gioco ed è la cosa bella del calcio”.
Budget. “La famiglia ha già messo a disposizione le risorse giuste per la Sampdoria. In generale preferirò parlare il meno possibile di soldi.”
Il tifoso Garrone. “Terrei solamente un terzo della rosa, credo che il mercato in uscita e in entrata sarà importante. Non dico chi perché ognuno ha le sue idee.”
Stadio. “E’ un problema non solo di Genova. Gli impianti gestiti dai Comuni non sono adatti né per gli sponsor né per i tifosi. L’idea di fare un nuovo stadio era quella di capitalizzare a favore della società una struttura polifunzionale. La soluzione migliore secondo mio padre è quella vicino all’aeroporto, ma questa è una città che non cambierà mai. Crediamo che il nuovo stadio sia un’opportunità importante per essere forte e competitiva.”
Poli. “Vale lo stesso discorso fatto per Palombo. E’ un patrimonio anche in prospettiva della società. Ha grandi margini di miglioramento. A me piace da pazzi, forse quest’anno non è stato valorizzato al meglio. Dentro di me ero molto critico con Di Carlo perché non lo faceva giocare dall’inizio.”
Fiducia. “Spero di aver trasmesso ai sampdoriani la fiducia di cui hanno bisogno. Per non illudere nessuno ora dobbiamo passare ai fatti. Chiedo che non ci siano pregiudizi, capisco le arrabbiature che ci stanno tutte, ma credo che lavorare in un ambiente sereno renda le cose più facile a chi vuole ripartire. Ovviamente questa fiducia non deve essere a scatola chiusa ma deve seguire a dei fatti.
Matteo Oneto