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  • Samp, fischi meritati: Pirlo impari da Gilardino e cambi modulo. Mercato: gli errori di Mancini jr e Legrottaglie

    Samp, fischi meritati: Pirlo impari da Gilardino e cambi modulo. Mercato: gli errori di Mancini jr e Legrottaglie

    • Renzo Parodi
    Una malvagia maledizione insegue e si accanisce sulla Sampdoria, a giugno salvata al pelo dalla scomparsa fra i dilettanti. Tale Andrea Magrassi, 30 anni, blucerchiato per poche settimane una decina di anni fa, poi una onesta carriera in serie C, fino al recente approdo al Cittadella, ha segnato il gol che ha spianato la strada al successo, assolutamente meritato, della squadra di Gorini. Un colpo basso, ma lasciamo perder il destino, altrimenti ci perdiamo in chiacchiere da bar. 

    La sostanza è che la Sampdoria di Pirlo ha perduto la terza partita interna consecutiva, dopo le sfide con Pisa (0-2) e Venezia(1.2). Col Cittadella, un’altra rimonta subita (da 1-0 a 2-1 per i veneti) e la palese dimostrazione dell’inadeguatezza di una “rosa”, certamente falcidiata dagli infortuni (Ferrari, Benedetti, De Luca, Esposito) ma comunque largamente sottodotata rispetto all’obiettivo di un campionato di vertice. Se un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza e tre indizi fanno una prova non occorre essere Agatha Christie per valutare a fondo – traendone le conseguenze – l’ennesimo flop casalingo.

    Prima osservazione. La squadra così com’è troppo “leggera” fisicamente, in particolare a centrocampo, ed è eccessivamente inesperta per giocare un torneo duro, cattivo e spietato come la serie B. Date un’occhiata alle carte d’identità di chi era in campo: Stankovic 2002, Ghilardi 2003, Giordano 2001, Girelli 2001, Pedrola 2003, Delle Monache 2005. I veterani stanno giocando sotto standard, specialmente Verre e Ricci e in parte Borini, costretto, l’ex Karagumruk, a spremersi in ricorse continue sulla fascia, restando lontano dalla porta avversaria. Con i soli giovani non si va da nessuna parte. Serve il giusto mix e la Sampdoria quel cocktail oggi non l’ha ancora miscelato.

    Qui subentra il secondo tema, tattico. Con questi giocatori e in questo stato di forma scadente il 433 di Pirlo è improponibile. Lo scrissi all’indomani del pari di Cremona e lo ribadisco. Finché non tornerà disponibile Esposito, incatenarsi al tridente offensivo è un suicidio. La Gumina ha segnato un bel gol ma poi? Impalpabile come terminale offensivo, non tiene palla, non va nello spazio, non impegna l’avversario. 

    Il centrocampo a tre soffre qualunque avversaria atleticamente dotata e incline alla corsa. Verre scarabocchia traiettorie imprendibili e ogni tanto (azione del gol) inventa qualcosa ma non regge l’urto. Ricci è atleticamente spento e vorrei capire perché Pirlo non gli ha preferito il  frizzante Yepes di Cremona. Kasami è un bulldozer con i cingoli impastati e alla prima apparizione non poteva fare di più. L’alternativa? Girelli che è acerbo come un fico a giugno. Se non si passa a quattro in mezzo saranno dolori qualunque avversaria si incontri. 

    il Cittadella è la tipica squadra operaia che sta nel burro fra i cadetti. Organizzazione di gioco, sacrificio individuale, cattiveria, smarcamenti e raddoppi continui. Otto seconde palle su dieci vinte nei contrasti, la Sampdoria va di fioretto le avversarie di clava. L’esito è scontato. Pirlo si è lamentano della mentalità della sua squadra che ancora non avrebbe assimilato i concetti base del gioco maschio e vigoroso imposto dalla serie B. Vero, ma dovrebbe guardarsi allo specchio, tocca a lui instillarli nei calciatori e tenere fuori chi non si adegua. La coperta, è vero, è corta, è quasi un plaid da picnic. Ma i numeri ci sono, mancano le qualità tecniche e l’assortimento risulta sbagliato. E’ tardi per rimediaqre, non per scegliere e cambiare uomini e schemi.

    Inevitabile chiamare in causa i responsabili del mercato, Legrottaglie e Mancini jr. Pur nelle ristrettezze imposte dai noti problemi (piano di ristrutturazione in attesa di omologa, probabilmente arriverà fra la fine di settembre e i primi di ottobre) si poteva e si doveva fare di meglio. Cominciando a trattenere Audero  (il portiere da solo vale una decina di punti), Emil era disposto a restare, spalmandosi l’ingaggio, oppure forzando Falcone che guadagnava 300 mila euro a salire a 400 e a Lecce sta facendo faville. Era imperativo trovare un centravanti essendo tutti al corrente della fragilità cronica di De Luca, dei limiti tecnici di La Gumina, delle imperfette condizioni fisiche di Esposito, pure lui come Ricci arrivato in blucerchiato con il tagliando da fare. Sfumato Coda invece, ci si è arresi. E viene da dire, perché precipitarsi a far fuori Quagliarella che ha 40 anni ma sarebbe stato un’eccellente alternativa nei subentri? Un tempo di gioco è ancora nei suoi mezzi atletici. Prestare Montevago al Gubbio in serie C gioverà al ragazzo ma non alla Sampdoria che un ariete d’area non ce l’ha. Errori di valutazione che presentano il conto.

    Ricapitolando.442 fin da Parma dove la Sampdoria affronterà un’avversaria in stato di grazia, “gasata” dalla “manita” rifilata al Catanzaro. Limitare i danni, la parola d’ordine. Basta filosofia servono i fatti. Affrontare il Parma in campo aperto equivale a cercare la pallottola mortale. Dunque 442, con Borini e Pedrola di punta, i quattro migliori in mezzo a fare a sportellate e dietro, beh dietro con l’indisponibilità stagione di Ferrari urge un rinforzo. Tuia, Papastatopoulus o Mustafi oppure un qualsiasi altro svicolato (il mondo è grande) vedano Legrottaglie e Mancini e si prendano la responsabilità della scelta.

    Le dichiarazioni post partita di Pirlo mi hanno lasciato di stucco. Mi auguro siano state dettate, a caldo, dalla delusione e da una certa confusione di idee. Incolpare il pubblico di condizionare la squadra – dopo averlo elogiato per settimane, incensandolo come l’uomo in più – sfiora il ridicolo. La gente ha generosamente sostenuto la Sampdoria fino al fischio finale, senza alzare un solo fischio e sfido qualunque altro pubblico a comportarsi con altrettanto fair play. La fischiata finale, a bocce ferme, è il minimo sindacale nelle circostanze date. Quanto alle ”scorie” che la squadra si sarebbe trascinata appresso dalla scorsa, sventurata stagione, in capo c’era un unico superstite, Murru. Tutto il resto  - Società, staff tecnico, staff medico, persino i massaggiatori – è nuovo di zecca. Allora, di quali scorie parla il “Maestro”? Si dia una regolata lui, piuttosto: nel suo interesse e in quello della Sampdoria. Non so se è chiaro, altro che campionato di vertice. Qui si rischia lo sfascio. La classifica parla chiaro. 

    Se mi è concesso dirlo in questa sede, ho apprezzato il pragmatismo di Gilardino. Incassata la quaterna all’esordio contro la Fiorentina è immediatamente corso ai ripari, ridisegnando la difesa (da 3 a 4 uomini) e con Gudmunsson sulla trequarti, ha rinunciato senza remore al prediletto 3-5-2. Ecco, Pirlo prenda esempio dal collega del Genoa. Non sbaglia.
     

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