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Samp e calcioscommesse, la lettera di Garrone: 'Giù le mani dal Doria!'
"Ho deciso di scrivere questa mia lettera con l'unico scopo di rappresentare una mia sincera riflessione sul mio impegno per la Sampdoria in questi quasi dodici mesi. Come sapete mi sono assunto l'onere e l'onore di gestire la Sampdoria dopo una brutta e inaspettata retrocessione, figlia di una serie di decisioni sbagliate sulle quali non intendo più tornare. L'ho fatto per mio padre, per la mia famiglia, per i nostri tifosi, per il patrimonio di immagine e valori che la Sampdoria si è costruita in tanti anni di attività nel panorama del calcio nazionale ed internazionale.
L'ho fatto con impegno, dedizione, passione, gioia e sofferenza, con tanto lavoro che ha tolto spazio alla mia vita privata e familiare. L'ho fatto forte anche della convinzione che, nonostante il calcio sia talvolta inquinato da fattori che poco hanno a che fare con altri settori imprenditoriali e spesso intriso di comportamenti ipocriti, il lavoro serio, onesto e rispettoso delle regole alla fine venga premiato con i risultati e dia le meritate soddisfazioni.
In questi mesi abbiamo riconquistato a fatica la fiducia dei nostri tifosi, abbiamo ricostruito una società e una squadra che ha fiducia nei propri mezzi, abbiamo sostituito dirigenti con altri dirigenti, giocatori con altri giocatori sempre con l'obiettivo di migliorarci e creare le fondamenta di un club sano e in mani solide. Quando siamo retrocessi è stata colpa nostra, se torneremo in Serie A il merito sarà solo nostro e della fiducia e del sostegno dei nostri tifosi.
Non abbiamo mai usato scorciatoie nel nostro agire, non abbiamo usato scorciatoie per salvarci, non le useremo mai in futuro. Siamo stati e saremo inflessibili con coloro che dovessero disattendere la nostra etica del lavoro. Questo sistema di valori e regole fa parte del nostro DNA, è stato il pilastro su cui mio nonno settanta anni fa e mio padre poi hanno costruito una grande azienda industriale e sulle cui basi da dieci anni gestiamo la Sampdoria.
Per tutti questi motivi, pur confidando nel lavoro delle istituzioni del calcio, mi riesce difficile ingoiare il rospo del coinvolgimento della Sampdoria nel cosiddetto scandalo "scommessopoli".
Della tutela dei nostri interessi e della nostra immagine si occuperanno i legali. A noi spetta il compito di riportare la Sampdoria in Serie A e successivamente di farla crescere e renderla ancora più forte e competitiva. Non commenteremo più la vicenda scommesse, continueremo ad impegnarci solamente nella comunicazione sul calcio giocato.
Io personalmente mi riservo di parlare a campionato finito e a processi terminati. Solo allora potrò fare un vero bilancio e trarne le conseguenze. L'impegno verso la società e la squadra rimane altissimo e i nostri tifosi possono e devono continuare ad essere confidenti: i risultati e le soddisfazioni arriveranno. Ma non posso né rassicurarli né dar loro garanzie su fatti e decisioni di altri che sfuggono alla nostra possibilità di governo".