Salernitanamania: trust o cessione? L'accelerata (necessaria) sembra vicina
Oreste Tretola
Una soluzione provvisoria o definitiva, ma che sia una soluzione. Il nodo societario in casa Salernitana sembra vicino a sciogliersi, dopo settimane in cui sono circolati tanti nomi, molti frutto della fantasia social. Le strade da percorrere sembrano essere essenzialmente due: il trust e la vendita totale delle quote. Sul trust, soluzione gradita al duo Lotito-Mezzaroma, la FIGC si è mostrata reticente fino a due giorni fa, quando il presidente Gravina ha aperto all’ipotesi, ma con riserva: il trust dovrà essere reale e non fittizio. Insomma ci dovrà essere indipendenza economica da Lotito e Mezzaroma. Questa opzione non esclude evidentemente l’altra, anzi. L’istituto del trust permetterebbe ai co patron di vendere la Salernitana al giusto prezzo e al giusto interlocutore, senza la fretta della deadline. La trattativa per la cessione c’è, con in pole un gruppo romano, ma necessità di più tempo. La soluzione è appunto quella di far confluire il club nel trust, una scatola blindata sulla quale Lotito e Mezzaroma non dovranno avere controllo. Il controllo appunto dovrebbe essere affidato ad un trustee, un commissario imparziale, senza legami con i due imprenditori, che amministrerebbe il bene fino alla scadenza. Il trust avrebbe una durata di 6/8 mesi e permetterebbe di mandare avanti con più calma la trattativa di cessione, facendo le giuste valutazioni economiche. Il prezzo del club è fissato sugli 80 milioni, ma filtra che la chiusura potrebbe arrivare sui 60. Calma sì, ma non troppa. Se il trust si dovesse infatti protrarre eccessivamente è chiaro che sorgerebbero sospetti sulla permanenza del conflitto di interessi Lazio-Salernitana. Sul piano economico la Salernitana dovrebbe autofinanziarsi. Lotito e Mezzaroma, in soldoni, non dovranno immettere denaro, ma dovranno solo attendere i ricavi della vendita societaria. In queste ore la Salernitana dovrebbe presentare alla Federcalcio le carte per dimostrare che il trust sarà reale e non fittizio e che c'è una reale trattativa di cessione ben avviata. L'ok al trust permetterebbe anche l’iscrizione al campionato. Si vocifera inoltre che, con il trust, la dirigenza, nelle figure del dg Fabiani, del club manager Bianchi e del team manager Avallone, godrebbe di riconferma. Effettivamente il trust appare la soluzione più sicura per assicurare un futuro solido alla Salernitana. Tante in queste settimane le manifestazioni di interesse pervenute ai legali societari giudicate non congrue o non affidabili. Il club granata ha bisogno di una figura che non solo abbia la disponibilità economica immediata per l’acquisto, ma poi anche per le gestione futura. La Serie A sarà un patrimonio sportivo e territoriale preziosissimo. Se gli indizi portano ad un soggetto romano, è chiaro che l’input sia arrivato dai co patron che conoscono bene l’ambiente. È ipotizzabile quindi che la chiusura avverrà sì dopo il 25 giugno, ma non troppo lontano nel tempo. Anche perché eventuali risultati sportivi negativi potrebbero far cambiare la valutazione. La conferma della dirigenza significherebbe continuità tecnica, fattore importante soprattutto per dare un’accelerata alle trattative di mercato. Finora la dirigenza si è limitata, per forza di cose, a sondaggi e pour parler sia per quanto riguarda i nuovi innesti, sia per quanto riguarda conferme o addii in rosa. Dagli entourage dei tesserati granata il messaggio che arriva è sempre lo stesso, ovvero finché non si definisce la nuova società non si possono intavolare discorsi concreti. Salerno resta in trepidante attesa, questa potrebbe essere la settimana per la schiarita decisiva sul futuro. La parola fine che segnerebbe un nuovo inizio.