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Salernitanamania: squadra in riserva, Nicola ha bisogno anche della panchina
Resta l’amaro in bocca per un pari arrivato in extremis; la vittoria avrebbe ipotecato la salvezza. La differenza ieri in campo all’Arechi l’ha fatta la condizione fisica e di conseguenza la lucidità. Il Cagliari ha potuto preparare meglio (con più giorni a disposizione) la sfida, sulla Salernitana ha inciso la fatica della terza partita in pochi giorni. La filosofia di gioco di Nicola comporta inoltre un grosso dispendio di energie mentali e soprattutto fisiche.
Nell’approccio al match è stato evidente come i granata avessero le gambe pesanti, riuscendo ad alzare il ritmo solo negli ultimi minuti del primo tempo e ad inizio ripresa. In questo finale di stagione Davide Nicola ha trovato la quadra giusta con il 3-5-2 e determinati uomini che sta inevitabilmente spremendo. Escludendo il portiere Sepe, Ranieri che ha ormai concluso la stagione per infortunio e Obi appena rientrato da un infortunio, le rotazioni comprendono quindici calciatori. Un numero probabilmente esiguo, ai dodici titolarissimi, visto l’alternanza tra Verdi e Bonazzoli, si aggiungono i soli Kastanos, Ruggeri, Ribery e Perotti. Un po’ poco forse, considerando comunque una rosa abbastanza lunga e gli impegni ravvicinati. L’allenatore ha spesso sottolineato come ogni singolo elemento, anche chi gioca meno, sia importante in questo gruppo, ma nelle ultime quattro partite (ovvero da quando sono iniziati ad arrivare i risultati) molti giocatori sono usciti dai radar. Aveva iniziato bene Dragusin, con ben cinque titolarità nelle prime cinque partite, ma nelle ultime dieci l’ex Samp ha collezionato appena 35’ (2 presenze). Mikael viene da quattro panchine di fila, per Gagliolo ci sono solo scampoli, Mamadou Coulibaly, clinicamente guarito, non viene considerato ancora pronto da Nicola e infine Capezzi, da poco reintegrato, finora non ha ancora rivisto il campo. I vari Veseli, Kechrida, Jaroszynski, Mousset, Delli Carri e Vergani sono definitivamente usciti dal progetto tecnico. La settimana di lavoro verso Empoli permetterà certamente a Nicola di far recuperare brillantezza ai suoi fedelissimi, ma contro i toscani mancheranno per squalifica due pedine importanti come Bohinen e Ribery. L’apporto della panchina sarà quindi fondamentale.
Nell’approccio al match è stato evidente come i granata avessero le gambe pesanti, riuscendo ad alzare il ritmo solo negli ultimi minuti del primo tempo e ad inizio ripresa. In questo finale di stagione Davide Nicola ha trovato la quadra giusta con il 3-5-2 e determinati uomini che sta inevitabilmente spremendo. Escludendo il portiere Sepe, Ranieri che ha ormai concluso la stagione per infortunio e Obi appena rientrato da un infortunio, le rotazioni comprendono quindici calciatori. Un numero probabilmente esiguo, ai dodici titolarissimi, visto l’alternanza tra Verdi e Bonazzoli, si aggiungono i soli Kastanos, Ruggeri, Ribery e Perotti. Un po’ poco forse, considerando comunque una rosa abbastanza lunga e gli impegni ravvicinati. L’allenatore ha spesso sottolineato come ogni singolo elemento, anche chi gioca meno, sia importante in questo gruppo, ma nelle ultime quattro partite (ovvero da quando sono iniziati ad arrivare i risultati) molti giocatori sono usciti dai radar. Aveva iniziato bene Dragusin, con ben cinque titolarità nelle prime cinque partite, ma nelle ultime dieci l’ex Samp ha collezionato appena 35’ (2 presenze). Mikael viene da quattro panchine di fila, per Gagliolo ci sono solo scampoli, Mamadou Coulibaly, clinicamente guarito, non viene considerato ancora pronto da Nicola e infine Capezzi, da poco reintegrato, finora non ha ancora rivisto il campo. I vari Veseli, Kechrida, Jaroszynski, Mousset, Delli Carri e Vergani sono definitivamente usciti dal progetto tecnico. La settimana di lavoro verso Empoli permetterà certamente a Nicola di far recuperare brillantezza ai suoi fedelissimi, ma contro i toscani mancheranno per squalifica due pedine importanti come Bohinen e Ribery. L’apporto della panchina sarà quindi fondamentale.