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Salernitanamania: liberare la testa, questo è il segreto
È un punto che serve solo a non perdere quello che ieri la Salernitana ha strappato a Cagliari. Il pareggio non cambia la classifica e ora i granata hanno un poker di ferro in cui sfideranno Juventus, Milan, Fiorentina e Inter. Un ciclo dal quale la Salernitana rischia di uscire a bocca asciutta.
Anche ieri la squadra di Colantuono ha palesato un grande limite: la paura di vincere. Portare i tre punti a casa non era certamente proibitivo, il Cagliari si è mostrato ancora una squadra in crisi di gioco. La Salernitana ha disputato un primo tempo ordinato, forse anche troppo. Ci si aspettava infatti una maggiore verve offensiva vista la contemporanea presenza in campo di Gondo, Bonazzoli e Djuric. Il gol di Pavoletti al 28’ del secondo tempo ha poi paradossalmente liberato mentalmente la Salernitana, lo ha dichiarato anche Colantuono nel post partita: “Dopo il loro gol ci siamo sbloccati, giocando meglio, ma dovevamo farlo prima. Certamente è un aspetto su cui lavorare”. E infatti nel finale la Salernitana ha rischiato anche di vincere la partita. Per più di 70’ i granata hanno badato più a non prenderle che a provare a segnare, un difetto di fabbrica che certamente in uno scontro diretto, dove l’avversario va azzannato, non va bene. Un aspetto verificatosi anche in altre partite, in una sola occasione la squadra è riuscita a ribaltare completamente il risultato (contro il Venezia). Contro il Verona è arrivato un pareggio (2-2), contro Empoli e Sassuolo invece non è arrivato neanche un punto, pur vedendosi la reazione mentale. Insomma serve prima lo schiaffo per poi entrare in partita. Una mano a Colantuono possono darla certamente i giocatori di maggiore esperienza come Ribéry, Obi, Gagliolo, Lassana Coulibaly e Bonazzoli. D’altronde non ha senso giocare per non prenderle, la Salernitana è già ad un punto di non ritorno, non avendo più nulla da perdere.
Anche ieri la squadra di Colantuono ha palesato un grande limite: la paura di vincere. Portare i tre punti a casa non era certamente proibitivo, il Cagliari si è mostrato ancora una squadra in crisi di gioco. La Salernitana ha disputato un primo tempo ordinato, forse anche troppo. Ci si aspettava infatti una maggiore verve offensiva vista la contemporanea presenza in campo di Gondo, Bonazzoli e Djuric. Il gol di Pavoletti al 28’ del secondo tempo ha poi paradossalmente liberato mentalmente la Salernitana, lo ha dichiarato anche Colantuono nel post partita: “Dopo il loro gol ci siamo sbloccati, giocando meglio, ma dovevamo farlo prima. Certamente è un aspetto su cui lavorare”. E infatti nel finale la Salernitana ha rischiato anche di vincere la partita. Per più di 70’ i granata hanno badato più a non prenderle che a provare a segnare, un difetto di fabbrica che certamente in uno scontro diretto, dove l’avversario va azzannato, non va bene. Un aspetto verificatosi anche in altre partite, in una sola occasione la squadra è riuscita a ribaltare completamente il risultato (contro il Venezia). Contro il Verona è arrivato un pareggio (2-2), contro Empoli e Sassuolo invece non è arrivato neanche un punto, pur vedendosi la reazione mentale. Insomma serve prima lo schiaffo per poi entrare in partita. Una mano a Colantuono possono darla certamente i giocatori di maggiore esperienza come Ribéry, Obi, Gagliolo, Lassana Coulibaly e Bonazzoli. D’altronde non ha senso giocare per non prenderle, la Salernitana è già ad un punto di non ritorno, non avendo più nulla da perdere.