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    Salernitanamania: la questione societaria toglie tempo (prezioso) al mercato

    Salernitanamania: la questione societaria toglie tempo (prezioso) al mercato

    • Oreste Tretola
    Una Serie A inaspettata e, proprio per questo, ancora più bella. Dopo ormai due lustri dall'arrivo di Lotito e Mezzaroma, le promesse sono state mantenute: Salerno è tornata nel calcio che conta. L'esperienza di un tecnico navigato come Castori (dieci promozioni in curriculum) e lo spirito di gruppo hanno avuto la meglio su squadre più attrezzate e "costose" come Monza e Lecce (senza dimenticare Spal e Frosinone). Tra poco più di due mesi sarà calcio vero. Prima però c'è da fare un passaggio importante: la cessione delle quote di maggioranza societarie, come impone l’articolo 16 bis delle Norme Interne Federali della Figc. Una questione che sta, inevitabilmente, togliendo tempo a un altro aspetto fondamentale per condurre un campionato di Serie A all'altezza: il calciomercato.

    Angelo Fabiani, ds in pectore fino al 30 giugno, svolge ordinaria amministrazione, sonda piste percorribili, ascolta le richieste del confermato Castori. Il tempo però scivola nella clessidra ed è evidente come il navigato dirigente romano (in attesa anche lui di lumi sul suo futuro) dovrà confrontarsi con i nuovi vertici societari prima di operare realmente sul mercato. Il ritiro precampionato (al via intorno al 15 luglio) dovrà essere svolto con una buona parte di rosa al completo; lo scorso anno Castori lavorò con tanti giovani e calciatori in partenza e senza molti pilastri come Belec, Gyombér, Bogdan, Capezzi, Anderson, Kupisz e Tutino. Un errore che non è costato caro, ma che non dovrà essere ricommesso.

    Come non dovranno essere commessi errori di valutazione sulla rosa: Benevento e Parma di quest'anno insegnano. I sanniti, dopo un sorprendente girone di andata, si sono cullati sugli allori, limitandosi nel mercato invernale con i rinforzi; gli emiliani, dopo la salvezza tranquilla dello scorso anno, hanno lasciato in rosa calciatori ormai senza stimoli (Bruno Alves e Gervinho su tutti). L'intenzione, giusta, della Salernitana è di confermare lo zoccolo duro della promozione puntando sulle motivazioni di chi si giocherà, ad esempio, per la prima volta la Serie A in carriera (due su tutti, Di Tacchio e Bogdan). Riconferme sì, ma senza esagerare. Tra i calciatori di proprietà che hanno realmente assaggiato la massima serie ci sono i soli Belec, Veseli, Gyombér, Capezzi e Djuric. Da tenere quindi, aggiungendo magari Bogdan, Durmisi, Jaroszynski, Kiyine, Coulibaly e Tutino. Non tutti i calciatori che hanno contribuito all'impresa possono essere riconfermati. La massima serie, rispetto alla cadetteria, è un altro mondo; serviranno quindi innesti di categoria.

    Girano già i primi nomi. Ok ai vari Letizia, Gagliolo, Caldirola, Kurtic, Pobega, Pavoletti, Messias, Simy, Lasagna, Defrel, Cutrone. Contro squadre come Sampdoria, Verona, Genoa, Bologna, Udinese, Cagliari e Torino, che conoscono la Serie A come le proprie tasche, serviranno esperienza e motivazioni. Potrebbe quindi essere un rischio puntare su profili giovani come Colpani, Frattesi, Zanellato, Maleh, Mota Carvalho, Piccoli, o su chi, come Struna, è da due anni emigrato nella più "rilassante" MLS. Il principio dovrà essere quello di attingere, il giusto, dalle retrocesse Crotone, Parma e Benevento e magari puntare a qualche esubero da squadre di metà classifica. Prima però c'è il nodo societario da sciogliere, con criterio e calma, ma forse neanche troppa. La Serie A non aspetta nessuno. 

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