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Salernitanamania: la questione societaria toglie tempo (prezioso) al mercato
Angelo Fabiani, ds in pectore fino al 30 giugno, svolge ordinaria amministrazione, sonda piste percorribili, ascolta le richieste del confermato Castori. Il tempo però scivola nella clessidra ed è evidente come il navigato dirigente romano (in attesa anche lui di lumi sul suo futuro) dovrà confrontarsi con i nuovi vertici societari prima di operare realmente sul mercato. Il ritiro precampionato (al via intorno al 15 luglio) dovrà essere svolto con una buona parte di rosa al completo; lo scorso anno Castori lavorò con tanti giovani e calciatori in partenza e senza molti pilastri come Belec, Gyombér, Bogdan, Capezzi, Anderson, Kupisz e Tutino. Un errore che non è costato caro, ma che non dovrà essere ricommesso.
Come non dovranno essere commessi errori di valutazione sulla rosa: Benevento e Parma di quest'anno insegnano. I sanniti, dopo un sorprendente girone di andata, si sono cullati sugli allori, limitandosi nel mercato invernale con i rinforzi; gli emiliani, dopo la salvezza tranquilla dello scorso anno, hanno lasciato in rosa calciatori ormai senza stimoli (Bruno Alves e Gervinho su tutti). L'intenzione, giusta, della Salernitana è di confermare lo zoccolo duro della promozione puntando sulle motivazioni di chi si giocherà, ad esempio, per la prima volta la Serie A in carriera (due su tutti, Di Tacchio e Bogdan). Riconferme sì, ma senza esagerare. Tra i calciatori di proprietà che hanno realmente assaggiato la massima serie ci sono i soli Belec, Veseli, Gyombér, Capezzi e Djuric. Da tenere quindi, aggiungendo magari Bogdan, Durmisi, Jaroszynski, Kiyine, Coulibaly e Tutino. Non tutti i calciatori che hanno contribuito all'impresa possono essere riconfermati. La massima serie, rispetto alla cadetteria, è un altro mondo; serviranno quindi innesti di categoria.
Girano già i primi nomi. Ok ai vari Letizia, Gagliolo, Caldirola, Kurtic, Pobega, Pavoletti, Messias, Simy, Lasagna, Defrel, Cutrone. Contro squadre come Sampdoria, Verona, Genoa, Bologna, Udinese, Cagliari e Torino, che conoscono la Serie A come le proprie tasche, serviranno esperienza e motivazioni. Potrebbe quindi essere un rischio puntare su profili giovani come Colpani, Frattesi, Zanellato, Maleh, Mota Carvalho, Piccoli, o su chi, come Struna, è da due anni emigrato nella più "rilassante" MLS. Il principio dovrà essere quello di attingere, il giusto, dalle retrocesse Crotone, Parma e Benevento e magari puntare a qualche esubero da squadre di metà classifica. Prima però c'è il nodo societario da sciogliere, con criterio e calma, ma forse neanche troppa. La Serie A non aspetta nessuno.