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Salernitanamania: Iervolino-Sabatini-Nicola-tifosi, un poker che è valso l'impresa
Iervolino, Sabatini, Nicola. Tre uomini al comando, in rigoroso ordine di approdo a Salerno. Tre uomini che hanno creduto fortemente in questa impresa. Fino ad arrivare a realizzarla.
Il grosso merito della prima salvezza storica in A dei granata va sicuramente a Danilo Iervolino che a pochi minuti dalla scadenza ha deciso di salvare la Salerno calcistica nel mese di dicembre. L’imprenditore si sarebbe potuto accontentare di finire un campionato già segnato, incassando anche i soldi del paracadute per poi ripartire da zero in B. Ma Danilo Iervolino non si è accontentato, ha bussato alla porta di una leggenda come Walter Sabatini convincendolo a tuffarsi in un’avventura impervia. Il presidente ha avuto l’umiltà di affidare tutto alle competenze del nuovo direttore sportivo. Dal canto suo Sabatini, in appena quindici giorni di tempo, ha dovuto mettere a frutto competenza e fantasia. Undici acquisti nel mercato di gennaio, colpi di esperienza, giovani promesse, scommesse vinte e fallite. Sabatini si è assunto il rischio e il risultato gli ha dato ragione. Gli arrivi di Sepe, Radovanovic, Verdi e Fazio hanno cambiato volto alla squadra; l’ex Torino e l’argentino, dopo le difficoltà iniziali, sono diventati dei leader. Sabatini ha stravinto le scommesse Bohinen, Mazzocchi ed Ederson, non quelle di Mikael e Mousset. Il dirigente ha convinto Ribery e Bonazzoli a restare a Salerno. I nuovi acquisti hanno migliorato anche il rendimento di chi già c’era, come Gyomber, Zortea, Lassana e Djuric. Chi ci ha creduto più di tutti è Davide Nicola. Il tecnico ha dovuto mettere insieme tutti i pezzi del puzzle ed è riuscito a convincere i giocatori nel poter fare qualcosa di inimmaginabile, andando oltre i propri limiti. Dopo la sconfitta con il Torino di inizio aprile sembrava giunto il momento di tirare i remi in barca. La bella prestazione di Roma, nonostante il ko, ha ridato linfa alla squadra che quando non aveva più nulla da perdere ha tirato fuori gli attributi. Sette risultati utili consecutivi e il sorpasso alle concorrenti; anche la fortuna ha iniziato ad aiutare i granata. La debacle con l’Udinese all’ultima giornata è stata la più dolce.
Un plauso speciale va fatto alla piazza di Salerno. I tifosi hanno dimostrato grande maturità, sopportando le sofferenze dei primi sei mesi, rimanendo accanto alla squadra nei momenti belli e brutti e salendo alla ribalta delle cronache calcistiche italiane per il loro calore. Salerno resta nell’élite del calcio, il futuro non può che essere roseo… o, per meglio dire, granata.
Il grosso merito della prima salvezza storica in A dei granata va sicuramente a Danilo Iervolino che a pochi minuti dalla scadenza ha deciso di salvare la Salerno calcistica nel mese di dicembre. L’imprenditore si sarebbe potuto accontentare di finire un campionato già segnato, incassando anche i soldi del paracadute per poi ripartire da zero in B. Ma Danilo Iervolino non si è accontentato, ha bussato alla porta di una leggenda come Walter Sabatini convincendolo a tuffarsi in un’avventura impervia. Il presidente ha avuto l’umiltà di affidare tutto alle competenze del nuovo direttore sportivo. Dal canto suo Sabatini, in appena quindici giorni di tempo, ha dovuto mettere a frutto competenza e fantasia. Undici acquisti nel mercato di gennaio, colpi di esperienza, giovani promesse, scommesse vinte e fallite. Sabatini si è assunto il rischio e il risultato gli ha dato ragione. Gli arrivi di Sepe, Radovanovic, Verdi e Fazio hanno cambiato volto alla squadra; l’ex Torino e l’argentino, dopo le difficoltà iniziali, sono diventati dei leader. Sabatini ha stravinto le scommesse Bohinen, Mazzocchi ed Ederson, non quelle di Mikael e Mousset. Il dirigente ha convinto Ribery e Bonazzoli a restare a Salerno. I nuovi acquisti hanno migliorato anche il rendimento di chi già c’era, come Gyomber, Zortea, Lassana e Djuric. Chi ci ha creduto più di tutti è Davide Nicola. Il tecnico ha dovuto mettere insieme tutti i pezzi del puzzle ed è riuscito a convincere i giocatori nel poter fare qualcosa di inimmaginabile, andando oltre i propri limiti. Dopo la sconfitta con il Torino di inizio aprile sembrava giunto il momento di tirare i remi in barca. La bella prestazione di Roma, nonostante il ko, ha ridato linfa alla squadra che quando non aveva più nulla da perdere ha tirato fuori gli attributi. Sette risultati utili consecutivi e il sorpasso alle concorrenti; anche la fortuna ha iniziato ad aiutare i granata. La debacle con l’Udinese all’ultima giornata è stata la più dolce.
Un plauso speciale va fatto alla piazza di Salerno. I tifosi hanno dimostrato grande maturità, sopportando le sofferenze dei primi sei mesi, rimanendo accanto alla squadra nei momenti belli e brutti e salendo alla ribalta delle cronache calcistiche italiane per il loro calore. Salerno resta nell’élite del calcio, il futuro non può che essere roseo… o, per meglio dire, granata.