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Salernitana, riecco Sabatini: '5% di possibilità di salvarsi. Inzaghi non una mia scelta, Mazzocchi-Napoli e Dia...'
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All'epoca si parlò del 7%. Oggi?
"Oggi è il 5%. E non è poco. A suo tempo non fui io a parlare di questa percentuale, ma riviste specializzate".
Il presidente pretende mercato in attivo e Dia è il giocatore che garantisce questi introiti. Cosa accadrà a gennaio?
"Non so ancora se lo chiederanno, ma sappiano che costa. Iervolino non ha bisogno di un contabile, ma deve essere chiaro a tutti che ha avuto una esposizione di decine e decine di milioni di euro. In due anni ha fatto sacrifici personali incredibili. Se ce lo chiedono in prestito perdono tempo. Se va via è per una cifra ridondante, che ci aiuta ad andare sul mercato per una eventuale sostituzione. La clausola è sempre oggetto di discussione. Forse è presto per entrare nel dettaglio, più tardi studierò i documenti col segretario e con la proprietà".
Come si spiega che la rosa che l'anno scorso ha fatto benissimo oggi è ultima?
"E' una cosa che ci chiediamo anche noi. La Salernitana, spesso, ha dato l'impressione di essere una squadra fortissima ma fragile. Ci sono momenti in cui non riusciamo ad essere solidi. Se è un problema tecnico-tattico lo vedremo. Ma io stimo questa rosa. Ho visto tutte le partite della Salernitana, conosco i giocatori alla perfezione e avrò colloqui individuali. Devo capire perchè non hanno voglia di imporsi. Voglio uomini prima ancora che professionisti, da loro stessi devono pretendere il massimo. Se fai una grande partita contro una big, vuol dire che è nelle tue corde e che puoi farcela di nuovo. Basta crederci".
Lei due anni fa prese Mazzocchi. Si può fare a meno di lui?
"Il Napoli è interessato al giocatore, per me che l'ho preso a un milione dal Venezia è una soddisfazione personale. Non c'è decoro in questa situazione. Non serve trovare un accordo con un calciatore e poi fare un'offerta irrisoria. Io lo so che lui mi accuserebbe di tarpargli le ali e di metterlo in difficoltà dinanzi alla sua stessa vita, ma parlerò con lui a quattr'occhi e sarò chiaro. Se il Napoli lo vuole deve essere disposto a parlare di Mazzocchi come di un atleta importante, da nazionale. Non è un aggregato. Mazzocchi è un ragazzo fortissimo, ha indossato la maglia azzurra con le sue forze e chi ha visto la partita ieri sera avrà notato un difensore al top contro Leao. Il Napoli forse avrebbe superato il turno in Champions l'anno scorso con un Mazzocchi così nel motore. Potrebbe indossare la maglia azzurra, va trovato un accordo tra i residuali presidenti italiani. Occorre un'intesa serena ed equa per entrambi i club".
All'epoca ebbe a disposizione un budget importante. Oggi il diktat è cedere ed eventualmente comprare. Come ci si muove?
"Da domani inizierò a muovermi. Il presidente non è stato così estremo. Ha espresso un desiderio denunciando una situazione. Non è stato così drastico. Il calcio è fatto di occasioni che arrivano, passano e vanno colte. Può darsi che le situazioni di sofferenza economica possano essere sanate da ulteriori spese. A volte investire può essere un affare incredibile, prenderei uno a 2 milioni per venderlo a giugno a 10. Il calcio è fatto di tante vie e molteplici percorsi. Non so se questi nostri giocatori forti accenderanno il mercato. Ad oggi il mio telefonino non sta scottando di richieste da parte di procuratori. Per ora soldi in cassa non me ne hanno portati. Io non passerei il pomeriggio a parlare di cessioni: io mi voglio salvare e vorrei farlo con questo gruppo. Dovranno fare tutti di più e meglio, ma è con loro che voglio restare in serie A. Se poi riusciremo a gratificare l'azienda ben venga, ma guai a dimenticare che ora la mente deve essere proiettata alla trasferta di Verona".
Come si convince a restare chi vuole andare via?
"Se hanno mal di pancia forse con me ne avranno di più. Io osserverò tutti gli allenamenti, mi interessa la predisposizione alla fatica sotto sforzo. Guarderò ogni cosa, anche la postura del corpo e i singoli movimenti. Non vedo l'ora di essere sul campo. Nel quotidiano e non nei 90 minuti. Parlerò a tutti: come gruppo e poi individualmente. La mia idea di vita e di calcio sarà trasmessa allo spogliatoio. So che sarà difficile, ci sono tante teste da mettere insieme e uno zibaldone di idee da decodificare. Riconosco una particolare attenzione ai dettagli e state certi che la farò valere".
Di quanti giocatori e in che reparti avete bisogno?
"Sono domande che rispetto al massimo ma che trovo frustranti. E' come se non avessi detto niente fino a questo momento. Prima voglio capire, non dirò mai che abbiamo bisogno di centrocampisti, difensori e attaccanti. Devo parlare singolarmente con ognuno di loro, solo dopo ragionerò sulle integrazioni. Io sono per la dialettica aperta, non è una risposta polemica".
Situazione Mikael e Bonazzoli?
"Mikael ha causato a me sofferenza professionale, il suo modo di fare è totalmente avulso dalla mia idea di calcio. E' stata una delusione umana, prima ancora che professionale. In allenamento gli ho visto fare cose di un certo spessore col piede sinistro e io strizzavo l'occhio ai miei collaboratori. Però non è un giocatore, non a caso faceva un altro mestiere. Se non sei atleta dentro e fuori fai fatica, qui non ce lo voglio nemmeno per un pomeriggio. Cercherò una soluzione in Brasile. Quanto a Federico, so che è un ragazzo fortissimo che nella mia gestione ha fatto la differenza. E' un figlio mio, per me è un grosso dispiacere vedere che non sta incidendo neppure a Verona. Lui sa quanto è bravo, ma non lo sta dimostrando".
Quanto conta la gara di Verona?
"E' essenziale. Dobbiamo vincere e giocarla da disperati, solo un successo cambierà il corso della stagione"
Serve un direttore sportivo?
"Ne parlerò col presidente e capirò se servirà un'altra figura rilevante. Nel caso troveremo una soluzione".
Come ha trovato Iervolino?
"Oggi è leggermente più preoccupato perché ha capito che il calcio è materia nebulosa. Non è come nella sua primissima esperienza, c'era una euforia giustificata dall'avvento a Salerno e dal peso della scelta che aveva operato. Stavolta lo trovo più scettico sul conto delle persone e questa cosa è assolutamente comprensibile".
Buco di bilancio e salvezza da ottenere. Come si trova l'equilibrio?
"Non è una situazione che mi spaventa. Un problema risolve l'altro. Se ci salviamo ci saranno calciatori che varranno decisamente di più. Io spero che il vento soffi forte sulle mie spalle e su quelle dei miei collaboratori".
Come è stato quest'anno e mezzo lontano dal campo e come ha accolto la prima chiamata del presidente?
"Con euforia. Quell'episodio antico è stato sanato in fretta. C'era una stima reciproca, in quel momento seppellita da un evento incontrollabile e sbagliato. Soprattutto da parte mia. Non ci siamo più tornati sopra. Il calcio ha una prerogativa: sotterra le cose e le lascia passare, è un divoratore di situazioni e ogni giorno si riparte da zero abituandosi ad una dialettica particolare".
Inzaghi è l'uomo giusto?
"E' combattivo e fa molto movimento in panchina. Gli faccio i miei migliori auguri. Ci parlerò, già il 26. Sarò qui, parlerò con l'allenatore e cercherò di capire mezzi e motivazioni che ci metterà a disposizione per arrivare all'obiettivo. Non è una mia scelta, questo un po' mi condiziona. Se ci sarà da combattere una battaglia preferirei combatterla con qualcuno che scelgo io ma questa non è una condanna per Inzaghi. Non sono così cane da condannare una persona a prescindere. Ma sono costretto a dirlo. In qualche misura sono leggermente condizionato, ma non al punto di volerlo fuori. Mi auguro che mi obblighi a tenerlo, dipenderà solo dai risultati. Colgo l'occasione per puntualizzare una cosa su Colantuono. Il punto della salvezza fatto a Genova è stato fondamentale, per l'equilibrio di quel campionato fu il risultato che ci permise di restare in serie A. Chissà che non possa essere lo stesso anche per l'attuale guida tecnica. Ma non scrivete di Inzaghi esonerato, mi raccomando. E' monitorato. Ha bisogno anche di un po' di fortuna".