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    Sacchi: 'Alla Juventus manca poco per vincere la Champions'

    Sacchi: 'Alla Juventus manca poco per vincere la Champions'

    “La Juve ha fatto a Milano un passo decisivo, non penso che disperderà il vantaggio. I bianconeri stanno facendo un capolavoro fuori dalla norma, Allegri è cresciuto confermandosi tecnico intelligente e un grande tattico che sa di calcio in una società tra le migliori d'Europa. La Juve può arrivare a vincere la Champions, gli basta poco e dovrà farlo accrescendo la mentalità, con uno sforzo per internazionalizzarsi, più che comprando i giocatori. Al Napoli che fa un bel calcio, con le milanesi e la Roma fuori, va detto solo grazie perché sennò il campionato sarebbe finito da un pezzo ed è andato sopra ogni più rosea immaginazione: le differenze rimangono a livello sportivo, ambientale, culturale ed economico. Totti non deve avere privilegi in un Paese dove si è abituati a darne. Lo dice uno che ammira tanto il capitano giallorosso: l'avrei voluto al Milan e poi al Real Madrid, è sempre stato un campione intelligente e deve continuare a esserlo. Mihajlovic? Le società non dovrebbero mai cambiare l'allenatore, quando si cambia tanto vuol dire che il progetto non è chiaro. Su Ranieri ha parlato bene Stromberg definendolo un allenatore ideale per un certo tipo di squadre. Il suo è un calcio fatto di motivazioni, disarmonico e commovente perché i giocatori danno la vita. A me piacciono i tecnici che puntano sul gioco per migliorare i singoli. In Italia ce ne sono, da Allegri a Sarri, da Di Francesco a Giampaolo, Spalletti e Sousa”: l'ha detto Arrigo Sacchi ospite questa mattina, con il giornalista Francesco Marcozzi spesso ospite dallo stadio 'Matusa' di Frosinone a 'Quelli che il calcio', della trasmissione “Pezzi da 90” condotta da Massimo Boccucci sull’emittente umbra Radio Onda Libera.

    La vittoria della Juve a Milano ha dato il colpo di grazia alle speranze del Napoli?

    “Nel calcio come nella vita non si può mai dire, però non penso che disperderà il vantaggio. Ha superato una prova importante. La Juve sta facendo un capolavoro fuori dalla norma. Ora può arrivare a vincere la Champions, è molto vicina e deve accrescere la mentalità più che prendere i giocatori. La società è tra le migliori d'Europa”.

    Qual è il merito maggiore di Allegri in questa marcia juventina?

    “E' cresciuto tanto, dimostra capacità e destrezza. Lo si è visto fin dall'anno scorso quando ha raccolto un'eredità importante quanto pesante e non è stato accolto coi fuochi d'artificio da una parte dei tifosi. Allegri è un allenatore intelligente e un grande tattico che sa di calcio. La sua è gestione e creatività. Adesso va fatto un ulteriore sforzo per internazionalizzare la squadra, è l'ultimo step di un ottimo lavoro per vincere anche in Europa”.

    Il Napoli più di questo non può fare?

    “E' già andato oltre ogni più rosea immaginazione. Bisogna dire grazie al Napoli, con le milanesi fuori e pure la Roma, perché sennò il campionato sarebbe finito da un pezzo. Fa un bel calcio con i giocatori che stanno rendendo più del passato. Le differenze con la Juve rimangono sul piano sportivo, ambientale, culturale ed economico”.

    Spalletti ha detto di trattare Totti da calciatore vero: è una spiegazione che basta per inquadrare la situazione del capitano giallorosso?

    “Siamo un popolo strano che vive di romanticismo, tragedie e miti. Totti è stato un grande e ha dato tanto. Non deve avere privilegi in un Paese dove si è abituati a darne. Sono un suo ammiratore, volevo portarlo al Milan e poi al Real Madrid. Si è dimostrato intelligente e deve continuare a esserlo”.

    Secondo lei Berlusconi dovrebbe confermare Mihajlovic o puntare su un nome nuovo?

    “Sono da sempre dell'idea che le società non dovrebbero mai cambiare l'allenatore. Guardate cosa fanno all'estero. Quando si cambia tanto vuol dire che il progetto non è chiaro”.

    Lei, Berlusconi e Galliani siete stati a pranzo ad Arcore martedì scorso: gli ha dato consigli?

    “Sono un loro amico e anche riconoscente perché so quanto la società è importante e consente di migliorarsi come è accaduto con me. Sono stati bravissimi, mi hanno seguito e in quegli anni non abbiamo avuto mai un diverbio”.

    Quale tecnico italiano oggi la colpisce di più?

    “C'è una crisi generale che non è solo economica ma investe altri aspetti e realtà come il calcio. Adesso vedo tanti allenatori che puntano sul gioco per migliorare i singoli giocatori e questo mi piace. Ce ne sono diversi. penso a Sarri, Allegri, Di Francesco, Giampaolo, Spalletti, Sousa”.

    Ranieri si è commosso sul 2-0 nell'ultima vittoria col Sunderland: cosa vede Sacchi in questo fenomeno Leicester?

    “Ha parlato bene Stromberg definendolo un allenatore ideale per un certo tipo di squadre. E' un uomo straordinario, che ha passione ed esperienza anche internazionale. Il suo è un calcio fatto di motivazioni, disarmonico ma commovente perché i giocatori danno la vita. Gli sono amico e vedo che ha trasmesso a questa squadra l'agonismo, lo spirito, il principio che l'unione fa la forza. Le motivazioni sono paragonabili alla benzina di un'auto che senza non va. Al Leicester c'è tanta benzina, il motore quello che è ma sono venute fuori qualità incredibile. Credo che il calcio si fonda nell'ordine sulle motivazioni, il gioco e i giocatori”. 


     

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