Sabatini: Trapattoni e Capuano, il mite e il mito, opposti che non si toccano
Trap accompagnava la partita con appassionati “siiiiì-siiiiì e allarga-allarga” quando l’Italia attaccava. E poteva anche andar bene, tutto benissimo anzi perfetto, se fosse stato nella sua casa di Cusano Milanino a veder la partita, magari in compagnia della moglie Paola. Invece era in tv e, secondo il pur contestatissimo e inquinatissimo Auditel, l’hanno visto e sentito quasi 8 milioni di spettatori. Una piccola parte di questi, sui social l’ha sbeffeggiato di santa ragione. Tecnicamente non a torto, bisogna ammetterlo. Perché il Trap è un mito e gli vogliamo tutti un gran bene. In più lo stimiamo per la carriera stellare, rispettandolo perché ha l’aria di essere anche una gran brava persona. Ma seppur animato da questi stessi benevoli sentimenti, Sandro Piccinini (appena sbarcato su Twitter con @RealPiccinini) ha scritto: “Mi piacerebbe sapere chi è in Rai che odia il mitico Trapattoni a tal punto da fargli fare una cosa che non può fare, mah…”. Sciabolata tesa. Velenosa? No, semmai affettuosa. Quindi un tweet più unico che raro, considerando il linguaggio dei social, diventati sempre più il riflesso rumoroso e sbruffone di un mondo in realtà ben più silenzioso e mite.
Bisogna essere sinceri: il mestiere di “seconda voce” non è adatto all’uomo che ha inventato “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. L’uomo che in queste partite della nazionale ha inventato il commento tecnico imitando quei tipi che al cinema raccontano ogni scena del film. Insopportabile, se non fosse il Trap. Lui va comunque bene. Gli AldiSerena e i BeppeBergomi li teniamo in abbonamento: tecnici e perfettini, eleganti e misurati. Contenuti a pagamento. Invece Trapattoni è come vedere la partita con il commento del nonno. Quando segnano gli avversari e gli scappa “porcaccia miseria”, vien voglia di dare una carezza al televisore per rincuorarlo. Dai nonno, non t’arrabbiare. Vedrai che ora pareggiamo.
Il web prende invece a modello Eziolino Capuano, un allenatore che incasella le statistiche di quattro risultati: vittorie, pareggi, sconfitte e incazzature. E proprio queste ultime vengono celebrate, anziché rimosse. L’ultima è avventurosa: un giocatore dell’Arezzo registra lo sfogo negli spogliatoio dopo una partitella del giovedì. Dovrebbe rimanere tra amici sui gruppi di whatsapp, il file audio finisce inesorabilmente in rete. Capuano usa espressioni violente e volgari che meriterebbero almeno un rimprovero dall’Associazione Allenatori. Invece ottiene un plebiscito di consensi, perché la tribù del calcio è disunita da milioni di rivalità e tifoserie ma unita dallo slogan “spogliatoio sacro e inviolabile”.
Così perfino Eziolino Capuano raggiunge il top della celebrità, attraverso status symbol comunemente riconosciuti: Tapiro da Staffelli e paginata sul “Corriere della Sera”. E la scalata nel Calcio dei Famosi non viene frenata, tantomeno arrestata, dal risultato della domenica successiva al fattaccio. Negli spogliatoio aveva urlato ai giocatori “vi squarto”. Sul campo il suo Arezzo è stato “squartato” dalla Carrarese: 4-1 e chissà che urlate in spogliatoio.
Eppure, sul web sei figo se critichi o ironizzi riguardo a Trapattoni telecronista. Invece guai a chi tocca Capuano: addirittura “un Mito”, sì, abbiamo letto anche questo. E va bene che ormai un bel “mitico” non si nega a nessuno, ma a tutto c’è un limite. O no?
Sandro Sabatini (giornalista Mediaset Premium)
Twitter: @Sabatini - Facebook: SandroSabatiniOfficial