VIDEO Sabatini show: 'Cedere Lamela mi ha ucciso. Qui non posso più fare calcio'
SULL'EREDITA' DI QUESTA AVVENTURA - "Voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato con me. Qui ci sono persone alle quali ho voluto veramente tanto bene, nonostante non sia un uomo che ama esternare i miei sentimenti. La mia esperienza qui è stata sostenuta da parecchie persone. Ci sono professionisti eccezionali, fidatevi di loro".
SUI TRE RICORDI PIU' BELLI ALLA ROMA - "Sicuramente quando sono entrato qui per la prima volta. Penso di aver fatto qualcosa di importante, ma non di trionfale. Volevo che la Roma riuscisse a imporsi sotto tutti i punti di vista, e in quel momento pensavo potesse succedere sul serio. Non dimentico la vittoria nel derby e voglio citare Ibarbo, tanto criticato. Lo abbiamo comprato per una certa cifra, ovvero 2 milioni di euro in prestito, ed è stato ceduto al Watford. Quella vittoria contro la Lazio, in cui lo stesso Ibarbo insieme a Iturbe, la porto con me. Ricordo anche il gol di Bradley a Udine, nella vittoria importantissima per il nostro record. Negativamente parlando, non posso non citare la sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio".
SU TOTTI - "Tutti vogliono Totti, io gli darei il Premio Nobel per la fisica. Meriterebbe il Pallone d'Oro per tutto quello che ha regalato al calcio italiano e mondiale. Le sue giocate sono uniche. Nessuno potrà riprodurre le sue gesta, e questo non vale anche per altri grandi campioni. Normale che la sua grandezza possa oscurare il resto del gruppo, c'è grandissima attenzione intorno a lui. La crescita degli altri calciatori ne risente".
SULLA STRADA GIUSTA PER UN PROGETTO VINCENTE - "Massara ha lavorato con me, è molto competente e adesso toccherà a lui. Ho grandissima fiducia nei suoi confronti, lo vedrete lavorare al meglio e con molta educazione. La Roma avrà un futuro, anche con lui. Qui ci sono anche altri dirigenti importanti, poi qualcuno mi spiegherà perché ha la ferrea volontà di distruggere qualsivoglia figura che lavora in questa società. Io ho fatto tanti errori, lo avete sempre sottolineato, ma vedo che c'è sempre la tendenza a far diventare Baldini e Baldissoni dei dirigenti non capaci. Attenzione, non vi sto accusando e mi prendo le mie responsabilità. Il mio non è un attacco alla stampa, ma certi atteggiamenti sono da sottolineare. Forse è meglio che la Roma sia debole, così è più facilmente attaccabile. Io non devo difendere nessuno, parlo di un problema generale. Fidatevi di questi dirigenti, non criticateli sempre. Lo ripeto, non sto criticando nessuno anche perché alcune vostre critiche mi hanno anche aiutato. Dovete sostenere la Roma, un club che deve lottare per il massimo. In estate abbiamo provato a migliorare la rosa per vari motivi, anche se ovviamente è molto più semplice raggiungere i risultati con un progetto che non muta spesso".
SULLA CRESCITA SOTTO LA SUA GESTIONE - "Se vendo Benatia e compro Manolas non faccio un danno, ma produco dell'utile. Certo, ci sono dei rischi, ma l'ho fatto con l'unico obiettivo di non indebolire la squadra. Se vendo Ljajic, al quale voglio bene, e vado su Perotti, beh... credo che io lo faccia per migliorare la Roma. Alcune operazioni sono state fortunate, altre meno, ma sempre con un unico obiettivo: essere competitivi. Certo, non abbiamo vinto, ma daremo sempre fastidio a chiunque. Non credo di aver prodotto dei danni durante il mercato. L'unica pecca è stata la continuità. Senza questa si parte svantaggiati".
SU PALLOTTA - "Sono convinto sappia il valore di questa società e della piazza in cui si trova. La gente vuole il bene della Roma, lui lo sa perfettamente. La questione è culturale, è un imprenditore americano che sta attento alla statistica, mentre io sono un europeo crepuscolare e solitario. Lui vive e pensa al calcio così come pensa alle sue azienda, io sono diverso. Da qui qualche problema e la rescissione contrattuale, il nostro è un buon rapporto. La Roma è viva, abbiamo una media-punti importante, sia con Garcia prima che con Spalletti ora".
SULL'ADDIO E SUI RINNOVI DEI GIOCATORI - "Nainggolan ha chiesto un adeguamento, la società sta valutando. Si sta trattando, niente è ancora definito. I giocatori devono rendersi conto che abbiamo perso il preliminare di Champions League, un danno per tutti, quindi ci sono delle valutazioni differenti da fare. I contratti saranno eventualmente rivisti da Baldissoni, ma non sono la nostra priorità. Ora testa al campo, vogliamo fare delle cose importanti. Tornando a me, vado via dalla Roma perché sono cambiate alcune regole del calcio. Io voglio fare il mio calcio, faccio fatica ad adeguarmi a nuovi criteri. Il presidente, con i suoi collaboratori, puntano giustamente su altri punti statistici, mentre io vivo con istinto e immaginazione. I numeri possono aiutare, ma a volte tradiscono. Credo a quello che vedo quando noto un calciatori, io non voglio combattere per idee differenti. Da sempre ho la mia idea di calcio e non intendo cambiare. Al momento in società si punta su altro. A volte mi sveglio di notte e penso ad alcuni calciatori che si possono prendere, a volte sbaglio. E penso al povero Piris, che onestamente non era da Roma".
SULLA SUA SOSTITUZIONE - "Io sostituito da una macchina? No, ma da una cultura differente. E io non sono all'altezza, nonostante, voi lo sapete, abbia una certa idea di me. A volte mi definite presuntuoso. Ho perso un giocatore di recente che adesso sta facendo molto bene, è stato uno dei motivi che mi ha portato a lasciare. Sto male per questo giocatore, fate una ricerca e capirete a chi mi riferisco. Questo episodio è stato decisivo, mi ha fatto capire che non devo più essere io il ds della Roma"
SU BALDINI E SULLE COMMISSIONI - "Lo spiegherà lui o la società. Pallotta mi ha chiesto se avessi provato fastidio, ma ho risposto negativamente. La mia decisione era presa, è un grande acquisto per la Roma, seppur di ritorno. Le commissioni? Quante avete riso per le commissioni? Così si acquistano i calciatori! Allora pago una commissione per arrivare a un giocatore. Ma voi ridete per le commissioni... Ascoltate: gli individui, non la stampa, tengo a sottolinearlo, dovrebbero venire con me in tribunale a ridere e tirare fuori quei fatti a cui hanno sempre fatto riferimento".
SULLA NUOVA SQUADRA - "Non faccio una scelta sapendo di avere delle coperture. Al momento non ci sono offerte. Sono un disoccupato, ma ho voglia di calcio. Spero possano arrivare delle chiamate".
SUL DISTACCO TRA ROMA E TIFOSI - "Me lo chiedo perché. Non capisco perché il tifoso non possa affezionarsi a Perotti, oppure a Salah e Dzeko, nonostante le vostre critiche. Tanti giocatori sono forti, magari vi affezionerete a Bruno Peres".
SUI RIMPIANTI - "Tantissimi, almeno cento. Non è stato facile cedere alcuni giocatori, ma soprattutto Lamela. Quell'operazione mi ha ucciso. Ho voluto comprarlo per mandare un segnale forte a tutti gli altri club, non fu facile prenderlo, ma prendemmo un giocatore splendido. Venderlo è stato un grande dolore grande, ma questo vale anche per altre cessioni. Sempre arrivano dei suggerimenti per il mercato, ma non ascolto mai. Forse una sola volta in 20 anni".
SU PALLOTTA STANCO - "No, anzi. Per lui è una passione e un privilegio. Vuole rendere questo club forte, sa perfettamente che lo stadio sarebbe una grande cosa per essere competitivi a livello internazionale. Vuole andare avanti, speriamo abbia successo. Concludiamo qui, è stato un piacere. Attenzione: nessun attacco alla stampa, bensì agli individui".