Sabatini: gli anti-Juve esistono ancora?
Sarà un abbaglio o addirittura uno sbaglio. Sarà quel che sarà, ma la domanda ci sta: la Juve di quest’anno è odiata come quella del passato?
Se la risposta è "sì, se il sentimento degli anti-juventini non si è affievolito. Se quest'anno ricorda i tempi di Boniperti e Moggi, di Turone e Ronaldo..." Insomma: se è sempre così, ho sbagliato. Punto e basta.
Se invece la risposta non arriva di getto. Se qualcuno pensa "insomma". Se c’è un attimo di esitazione. Se al gol di Morata a Madrid il telecomando non è volato chissà dove, che tanto ha la custodia di gomma e non si rompe più... "Se" è successo qualcosa del genere, merita una riflessione.
Da secoli siamo popolo di santi, poeti e navigatori. Da cent’anni equamente divisi in juventini e anti-juventini. Siamo italiani: inventori e artisti del tifo e dell'anti-tifo. E allora perchè quest'anno i bianconeri hanno scolorito le fiammate altrui? Innanzitutto, perchè è mancata la rivalità sul campo. Milan e Inter immediatamente fuori dai giochi, il Napoli poco dopo. La Roma si è arresa fra gennaio e marzo: troppo presto per confermarsi storica rivale scudetto. E le uniche polemiche, negli scontri diretti. A Torino il 3-2 mise in croce l'arbitro Rocchi, senza però moviole a senso unico, malgrado Totti e quel suo "la Juve faccia un campionato a parte". A Napoli i millimetri del fuorigioco di Caceres scatenarono De Laurentiis via Twitter: ma appunto si rivelarono appena "tweet", cinguettii più che ruggiti. Nelle altre partite, poco. Praticamente nulla. E alla fine solo "un applauso di stelle", come da ritornello dell'ultimo successo di Jovanotti.
E' stato il campionato meno opportuno per esibire quelle "classifiche senza errori arbitrali", esercizio preferito di storici processi in tv. E' stato il campionato meno urlato degli ultimi anni. A parte Bonucci e quel suo "sciacquatevi la bocca" che turbò un raduno di Coverciano, il resto dei messaggi social sono state foto in posa con sorrisi assortiti, giovani selfie con occhi spiritati e come massimo della trasgressione il gruppetto di wags con Ilaria D'Amico allegata.
Frasi storiche da ricordare? No. Dichiarazioni polemiche su cui discutere? Nemmeno. E forse ha inciso anche questo. Si è passati da parole "agghiaccianti" a una colonna sonora di "è normale che...".
Logico che la reazione dei tifosi avversari sia stata attenuata.
Se la risposta è "sì, se il sentimento degli anti-juventini non si è affievolito. Se quest'anno ricorda i tempi di Boniperti e Moggi, di Turone e Ronaldo..." Insomma: se è sempre così, ho sbagliato. Punto e basta.
Se invece la risposta non arriva di getto. Se qualcuno pensa "insomma". Se c’è un attimo di esitazione. Se al gol di Morata a Madrid il telecomando non è volato chissà dove, che tanto ha la custodia di gomma e non si rompe più... "Se" è successo qualcosa del genere, merita una riflessione.
Da secoli siamo popolo di santi, poeti e navigatori. Da cent’anni equamente divisi in juventini e anti-juventini. Siamo italiani: inventori e artisti del tifo e dell'anti-tifo. E allora perchè quest'anno i bianconeri hanno scolorito le fiammate altrui? Innanzitutto, perchè è mancata la rivalità sul campo. Milan e Inter immediatamente fuori dai giochi, il Napoli poco dopo. La Roma si è arresa fra gennaio e marzo: troppo presto per confermarsi storica rivale scudetto. E le uniche polemiche, negli scontri diretti. A Torino il 3-2 mise in croce l'arbitro Rocchi, senza però moviole a senso unico, malgrado Totti e quel suo "la Juve faccia un campionato a parte". A Napoli i millimetri del fuorigioco di Caceres scatenarono De Laurentiis via Twitter: ma appunto si rivelarono appena "tweet", cinguettii più che ruggiti. Nelle altre partite, poco. Praticamente nulla. E alla fine solo "un applauso di stelle", come da ritornello dell'ultimo successo di Jovanotti.
E' stato il campionato meno opportuno per esibire quelle "classifiche senza errori arbitrali", esercizio preferito di storici processi in tv. E' stato il campionato meno urlato degli ultimi anni. A parte Bonucci e quel suo "sciacquatevi la bocca" che turbò un raduno di Coverciano, il resto dei messaggi social sono state foto in posa con sorrisi assortiti, giovani selfie con occhi spiritati e come massimo della trasgressione il gruppetto di wags con Ilaria D'Amico allegata.
Frasi storiche da ricordare? No. Dichiarazioni polemiche su cui discutere? Nemmeno. E forse ha inciso anche questo. Si è passati da parole "agghiaccianti" a una colonna sonora di "è normale che...".
Logico che la reazione dei tifosi avversari sia stata attenuata.
Così la squadra più amata e odiata dagli italiani si è trasformata nella più ammirata, al limite sopportata: a memoria, non era mai successo. E chissà se fa piacere agli stessi juventini, perchè ogni tifoso alimenta la propria passione grazie ad antagonismo e rivalità. E vien quasi nostalgia di vecchie discussioni, polemiche, sfottò e tutto quello che una volta era ambientato nel vecchio bar sport.
A meno che l'atmosfera di questi giorni non sia solo un abbaglio o addirittura uno sbaglio...
Sandro Sabatini
Twitter: @Sabatini - Facebook: SandroSabatiniOfficial