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    Flop di mercato, Dzeko: lo sciagurato Egidio è riapparso a Roma

    Flop di mercato, Dzeko: lo sciagurato Egidio è riapparso a Roma

    • Pippo Russo
    Per tutti coloro che sognavano di rivedere sul campo le gesta di Egidio Calloni, per ogni nostalgico dello Sciagurato che fece patire i tifosi rossoneri nella seconda metà degli anni Settanta, la notte del 21 febbraio scorso all’Olimpico è stata come un’epifania. Perché quando ormai s’era perso le speranze di rivedere le gesta del loro mito, ecco che a gratificare la lunga attesa ha provveduto un centravanti bosniaco in maglia giallorossa. Un attaccante che di cognome fa Dzeko e di nome Edin. Immediatamente convertito in Egid, of course. Quel gol impossibile da sbagliare, eppur bruciato con una destrezza che solo l’Egidio d’antan avrebbe esibito, valeva da solo il prezzo del biglietto – ma che dico? Dell’abbonamento! 

    Certo, poi in quella gara Egid mise a segno una doppietta, e anche di pregevole fattura. Ma nemmeno una cinquina avrebbe cancellato la callonata del primo tempo. E almeno in quell’occasione i tifosi giallorossi poterono prenderla a ridere. Perché comunque la partita venne vinta dalla Roma per 5-0, sicché lo strafalcione callonesco venne ridotto alla stregua di un episodio periferico. Ma soprattutto perché da quella sera partiva un’altra telenovela in giallorosso: il bipolarismo Spalletti-Totti, che da lì in poi avrebbe tenuto banco fino al termine della stagione. A sancire un cambiamento di registro nella stagione romanista che stava a significare il passaggio alla fase post-Dzeko.

    Da quella notte Edin (pardon, Egid) smetteva d’essere un problema per la Roma. E non nel senso che il problema fosse risolto, ma perché veniva rimosso. C’era un nuovo psicodramma da recitare, altro che le ugge del centravanti bosniaco. Che per tutta la prima metà della stagione erano state le stesse ugge di Rudi Garcia, l’allenatore che sul tentativo di recuperare Egid aveva puntato buona parte delle chance stagionali giallorosse e (tutto intero) il proprio osso del collo. Coi risultati che sappiamo. Il fatto è che il bosniaco era stato presentato come uno dei grandi acquisti stagionali. E il suo inizio non era stato nemmeno malaccio, anzi. Dunque, quando si sono presentate le prime magagne era parso normale pensare di aspettarlo. Ma aspetta che ti aspetto, Egid non veniva proprio fuori dal suo momento nero, finendo col trascinarci dentro la Roma e l’allenatore francese. Il saldo di fine stagione parla di 10 gol su 39 gare fra campionato e coppe. Numeri da cinque scarso in pagella a fronte di aspettative da otto e di un rendimento in campo da tre.

    E adesso per il trentenne bosniaco, messo la scorsa estate al centro di un’operazione da 18 milioni potenziali (4 di prestito, 11 per il riscatto e 3 di bonus), si apre la strada del mercato in uscita. Facile a dirsi, più arduo trovargli un club disposto a spendere cifre analoghe. Di sicuro c’è che Dzeko è un simbolo dello stile di calciomercato adottato da Walter Sabatini. Tante operazioni, molte di queste realizzate a cifre sostenute (Iturbe docet), e non sempre dando l’impressione di contribuire a un disegno organico di gruppo da mettere a disposizione dell’allenatore. L’importante è generare movimento. Bene, ma adesso chi li movimenta i Dzeko e i Rudiger, Gemelli Diversi della stagione giallorossa che ora bisogna piazzare a tutti i costi? Il mercato estivo dirà. Per adesso ha già detto a proposito di Salih Uçan, il centrocampista turco giunto due estati fa dal Fenerbahçe in prestito oneroso biennale da 4,5 milioni (!), con possibilità di riscatto a 11 milioni al termine di questa stagione, e stipendio da 1 milione di euro l’anno. Un X File che s’appresta a tornare in patria dopo due stagioni in cui nessuno s’è accorto del suo passaggio nella Capitale.

    E adesso c’è persino chi dice che gli 11 milioni risparmiati per il suo ingaggio sarebbero “oro colato” per le casse giallorosse. Vuoi vedere che pure quest’altra sòla del mercato sabatiniano diventa un affare? Magari come lo è stato quello riguardante il ventenne serbo Nemanja Radonjic. Che intorno al club giallorosso ha fatto un giro strano. Prelevato in prestito dall’accademia di George Hagi, una struttura molti vicina al sistema di potere di Pini Zahavi, Radonjic è poi transitato da Empoli per tornare a Roma dietro versamento di 4,15 milioni, di cui 3,1 sono serviti a pagare l’agente Fali Ramadani .Ossia, il principale collaboratore di Pini Zahavi. A gennaio Radonjic è stato mandato in prestito al Cukaricki, in Serbia. Magari adesso torna a Roma per sostituire Uçan. Ma sì, meglio godersi la clip della prodezza di Egid contro il Palermo anziché guardare a questi dettagli contabili da maghi delle plusvalenze.

    @pippoevai

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