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Sabatini CM: 'Juve-Inter sfida scudetto, ma con Inzaghi giocherebbero solo due bianconeri'
Considerati i colpi di tosse autunnali sia del Napoli che del Milan, più i malesseri alterni delle cosiddette “sorprese” Fiorentina e Atalanta, nonché il tiepido valore delle romane, si va per esclusione: l’ipotesi del tricolore scudetto oggi appare “bianco-nero-azzurro”.
Aspettando il 26 novembre, data di uno scontro diretto atteso come mai dai tempi post Calciopoli, si può ragionare su tutto meno che sul monte-ingaggi. Perchè sarebbe come spiegare i successi di Verstappen in Formula 1 non con il motore, l’aerodinamica o la bravura del pilota, bensì con il numero di sponsor sulla carrozzeria della macchina. Una differenza evidente è invece offerta dal calendario: l’Inter ha la Champions League, la Juve no. La differenza c’è, anche se non certificata. L’anno scorso l’Atalanta era con Hojlund e senza Coppe: sesta in classifica. Quest’anno è senza Hojlund e con le Coppe: al momento, quarta. Quando nerazzurri e rossoneri, una decina di anni fa, qualche volta hanno avuto solo le maglie (e non i giocatori) da Inter e Milan, hanno passato intere settimane di coppe in tv senza alcun beneficio in campionato. Così quest’anno: la squadra di Allegri è avvantaggiata dal forzato riposo europeo, ma è comunque inferiore al gruppo di Inzaghi.
Zero dubbi mettendo a confronto le rose. Pochi dubbi anche con le formazioni titolari. Solo Szczesny e Bremer valgono più di Sommer e Acerbi. Magari Rabiot se la gioca con Mkhitaryan. Forse Chiesa (al top) potrebbe insidiare uno tra Lautaro e Thuram. Forse, eh…
Juve meglio per due, tre giocatori al massimo. Inter per tutto il resto della formazione, più la rosa. E qui occorre fare un salto nel tempo, tornando ai pronostici estivi. Anche quello azzardato dal sottoscritto: senza Onana e Lukaku, senza Brozovic e Skriniar, la formazione titolare sembra peggio dell’anno scorso. Quell’Inter pre-Ferragosto era senza portiere (giocava Stankovic jr oggi alla Samp) e a caccia di un vero 9 (il Thuram delle amichevoli veniva insidiato da Scamacca, Balogun, Taremi, Azmoun e una raffica di altri attaccanti più o meno corteggiati da Marotta&Co). Oggi che Sommer vola come un gatto e Thuram segna come un bomber, oggi che Pavard ha più classe che esperienza e Carlos Augusto più tecnica che corsa, ecco che l’Inter sembra strutturatissima per comandare in Italia e giocarsela in Europa. Molto più solida della Juve che invece, a dispetto delle prime pagine odierne di “Gazzetta” e “Tuttosport”, ha in Vlahovic più un problema gerarchico che una punta di diamante. Da un mesto a questa parte - parliamoci chiaro - Moise Kean è meglio del serbo. E non per caso a Firenze non preparano nemmeno i fischietti come un anno fa…
Fatte tutte queste considerazioni, il problema di chi scrive è riconducibile ai social, dove non si può avere certo l’unanimità dei consensi. Ovvio. Anzi, va già bene se i commenti positivi si attestano al 25-30%: percentuale che consente di governare con sufficiente distacco gli insulti. Ma sull’Inter da fine luglio a fine ottobre si sfiora l’assurdo. In estate “vergogna, giornalaio, malafede, invidia e troppe critiche”. Adesso “smettila, gufo maledetto”. Vabbè. Facciamo finta di essere abituati.