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    Sabatini a CM: 'Tonali e la differenza fra i Milan di Berlusconi e Cardinale. Da oggi conterà solo chi si compra'

    Sabatini a CM: 'Tonali e la differenza fra i Milan di Berlusconi e Cardinale. Da oggi conterà solo chi si compra'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    È appena accaduto con Tonali. Ri-accadrà con Lukaku più altri ancora. Preparatevi. Succede all'improvviso. Magari tutto in una notte. Come quella che - finora - era stata la più iconica delle notti di calciomercato milanista. Gennaio 2009, Kakà venduto al Manchester City, già ricchissimo di soldi mediorientali. Appena trapelò la notizia - scioccante - i tifosi si radunarono sotto la sede, allora nella centralissima Via Turati, e poi andarono in carovana sotto l’abitazione del brasiliano. Ragazzo perbene, Kakà fece l’errore (“errore”, con le virgolette) di affacciarsi al balcone. Vide bandiere e sciarpe. Sentì cori e preghiere. Sgranò gli occhi. Ci pensò un attimo. Poi affidò a un cenno della mano e un sorriso il gesto che scatenò l’esultanza sotto casa, come un gol sotto la curva: resto qui. Poi impugnò il telefonino, oppure gli passarono una chiamata di Silvio Berlusconi. Non si è mai saputo chi chiamò chi. Si sa che Kakà rimase al Milan ma poi, sei mesi dopo, a telefoni silenziati e cori spenti dalla rassegnazione, andò al Real Madrid.



    Con Sandro Tonali è accaduta la stessa cosa, anche se alla luce del sole del primo giorno d’estate. Le manifestazioni dei tifosi sono state affidate ai social. Faceva troppo caldo per indossare le sciarpe e andare sotto la sede. E poi Tonali non c’era: è con l’Under 21 in Romania. Così “il simbolo del milanismo” (cit. Carlo Pellegatti) ha detto sì “in remoto” all’offerta del Newcastle. E proprio nel giorno in cui c’era il tema sul piacere dell’attesa travolto da whatsapp, il già maturo Tonali avrà inviato un vocale in inglese o scritto semplicemente “yes”.

    La differenza non è solo tra il giorno e la notte, Tonali e Kakà. E nemmeno tra Real Madrid e Milan, club che nel 2009 erano molto più vicini per fatturato e budget, rispetto a oggi tra Newcastle e lo stesso Milan. La differenza vera è che allora Berlusconi poteva decidere “di tasca sua”. Cioè anche con la testa e con il cuore, oltre che con i soldi. Oggi non è più così, perchè il Newcastle d’Arabia è un fondo sovrano. Il Milan un fondo americano. E qui ci sta la battuta sconsolata di tutti i tifosi: si è toccato il fondo.

    Budget e fogli excel, algoritmi e moneyball. Tutto poco romantico e molto triste, almeno in apparenza. Ma la sostanza è diversa. Ormai non conta più chi si vende, semmai chi si compra. Vale per tutti, non solo il Milan. E gli inconsolabili saranno consolati da Frattesi. Che poi, chissà, forse un giorno diventerà perfino una beffa per l’Inter.

    Questo è il calciomercato, ormai. Anzi, questo è il calcio: avido rispetto a ieri, normale oggi. Vedremo domani… Restiamo in attesa, come i puntini. Attesa di altre breaking news, tipo Lukaku che l’Inter si è illusa (illusione senza virgolette) di riprendere ancora in prestito, come fosse un noleggio a lungo termine. Il Chelsea non ci sta. Non si può pensare di viaggiare un altro anno con Lukaku, facendo semplicemente il pieno al serbatoio dello stipendio. Il gigante belga ha promesso amore all’Inter, sì. Ma attenti, perchè quel che è appena accaduto con “Tonali cuore rossonero” sta per succedere anche con “Lukaku cuore nerazzurro”. Se Zhang lo ricompra, okay. Addio se invece pensa di riprenderlo solo in prestito, affitto o noleggio.

    Buon sole, cuore e amore. Buona estate. Buon calciomercato a tutti.

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