Sabatini a CM: 'Non vince chi guadagna di più, ma chi vale di più. Tra Juve e Napoli 160 milioni di differenza'
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Basta con questa narrazione tossica per cui deve vincere chi guadagna di più. È roba da commercialisti, non da giornalisti. Semmai: “vince chi VALE di più”. Ecco, questa è una sintesi più aderente alla realtà e rispettosa dello sport.
Con il monte ingaggi si valuta il lavoro degli amministratori delegati e dei presidenti, cioè di chi offre contratti anche superiori alle possibilità di ogni singolo club. L’esempio più evidente è stato Cristiano Ronaldo alla Juventus: il banco è saltato per i 31 milioni netti di ingaggio annuale, non per i 100 milioni di trasferimento dal Real Madrid. Detto con semplicità calcistica: il valore di CR7 in campo era proporzionato ai 100 milioni di cartellino, ma non ai 60 milioni lordi di stipendio stagionale. Capito?
E capito perché il valore che conta è quello della rosa, non delle buste paga? Eppure, più con rassegnazione che con stupore, navigando nel web, si scopre che esistono molte più classifiche e tabelle elaborate sul monte ingaggi, rispetto ai conteggi (peraltro facili) sul valore della rosa. Basta andare su Transfermarkt. E lì si scopre che il Napoli ha il valore della rosa più alto: quasi 588 milioni. Un dato enorme, influenzato sia dalla cavalcata scudetto sia dall’esplosione di quotazione per Osi, Kvara e tutti gli altri, compreso il capitano Di Lorenzo. Poi c’è l’Inter con 563 milioni, grazie alla rosa nobilitata dalla finale di Champions League e non impoverita dall’ampio viavai dell’ultimo mercato. A una ventina di milioni dai nerazzurri si posiziona il Milan (543 mln). E solo quarta, ma staccata, è la Juventus che somma poco meno di 422 milioni. In pratica, tra Napoli e Juve c’è una differenza nel valore dei giocatori in rosa di oltre 160 milioni, anche se il monte ingaggi dei bianconeri è quasi il doppio rispetto a quello del Napoli.
Ma in campo vanno le buste paga o le qualità tecniche? I commercialisti o i giocatori?
Al quinto posto nella classifica di Transfermarkt c’è la Roma con 362 milioni. Poi l’Atalanta, che precede Lazio, Fiorentina, Torino e Bologna. In pratica, il valore della rosa rispecchia abbastanza fedelmente le posizioni in classifica, almeno nell’anno solare. Il Napoli stride, adesso. E sono lampanti anche le delusioni Atalanta e Lazio, nettamente più giù in campionato rispetto sia al valore della rosa che al monte ingaggi. A proposito di Atalanta e Lazio, va segnalato che hanno avuto due avvicendamenti significativi in un ruolo, quello di “direttore sportivo”, che viene valutato solo in base all’abilità di comunicazione del diretto interessato, anziché sulle sue effettive capacità professionali.
Non è un caso: l’Atalanta ha perso il silenzioso e riservatissimo Sartori, che sta facendo la fortuna del Bologna. Più recentemente la Lazio ha divorziato dall’altrettanto silenzioso e introverso (ma bravissimo) Tare. I risultati si vedono…
Contano più i discorsi che i fatti. Ecco. In questo senso, alla Juventus stanno imperversando le strategie di mercato di Giuntoli, che è stato eccellente nelle sue operazioni al Napoli ma in bianconero può sfruttare il lavoro (poco apprezzato, pochissimo pubblicizzato) di chi ha investito su quella promettente pattuglia di giovani che valgono molto più delle recenti ricapitalizzazioni societarie: da Yildiz a Miretti, da Huijsen a Soulè, da Barrenechea a Iling, da Nonge addirittura a Kaio Jorge, fino a Dragusin, De Winter, Ranocchia e chissà quanti altri. Dietro la scrivania del progetto giovani della Juventus c’erano Cherubini e Tognozzi. Quest’ultimo se n’è appena andato al Granada. Invece Cherubini si avvia al divorzio di fine stagione, a compimento della squalifica di qualche mese fa. Eppure non se ne parla. Perché con la classifica del monte ingaggi si fanno click a milioni, seppur superficiali. Invece sul valore delle rose (e dei giocatori e degli uomini) bisogna ragionare. Però attenti, perché la narrazione è tutto. Ma non è la verità. O almeno, non l’unica verità.