Sabatini a CM: 'Lo Scudetto a Napoli l’ha portato il potente De Laurentiis. Ma su Spalletti ha sbagliato tutto'
“Sarò io il vostro Spalletti” non l’ha ancora detto. Ma l’ha pensato, sicuro. Al pari di sarò io il vostro Giuntoli, il vostro Osimhen, il vostro Kim. Come sono stato il vostro Insigne e Koulibaly e Fabian Ruiz e Ospina e Mertens… Certo: il problema non è chi parte, ma chi arriva. Si può anche sbagliare a vendere qualcuno, l’importante è non sbagliare chi si compra.
De Laurentiis non fa più cinema, ormai. Fa solo calcio a Napoli e Bari. Fa e disfa. Investe e vince. Cambia e gode. Gli riesce tutto. Prima sembrava solo prepotente, ora è anche potente. Si permette di accusare arbitri, Federcalcio, Lega e Uefa in scioltezza. Dice di aver vinto solo uno scudetto solo perchè altri due o tre gli erano stati rubati; racconta che per l’eliminazione dal Milan in Champions è stato vittima dell’Uefa. E nessuno replica…
Certifica poi il suo potere attraverso il quotidiano “la Repubblica”. Non parla con un cronista sportivo o una firma qualsiasi. Si concede in esclusiva al direttore Maurizio Molinari. E nessuno fa caso al fatto che il giornale appartenga al gruppo “GEDI”, quindi a Exor e perciò alla grande famiglia Agnelli. In teoria rivali di scudetto e scudetti passati appena definiti "rubati".
Se tutto questo è naturale, come può essere sorprendente il divorzio da Spalletti, malgrado sia l’allenatore che ha riportato Napoli tricolore dopo 33 anni? Lo scudetto l’ha vinto lui, De Laurentiis. Non gli altri, che sono stati attori non protagonisti o semplici comparse. E l’avrebbe vinto lui se non glielo avessero illecitamente soffiato negli anni passati, con altri allenatori e giocatori, attori non protagonisti e comparse. E finché nessuno si offende (Federcalcio o Lega), né replica (Uefa) o semplicemente finché nessuno puntualizza, specifica, chiarisce, si contrappone. Insomma, finché nessuno gli tiene testa, De Laurentiis fa bene a continuare così. A fare e disfare la squadra con la prima regola del bravo commerciante: compro a poco e rivendo a tanto. Se coincide con le intuizioni tecniche, è una regola magica. Perfetta.
Ma sull’allenatore stavolta sbaglia. Perché Spalletti è particolare. Sempre in altalena tra silenzioso e logorroico, non sai mai come prenderlo. Uomo tormentato, ombroso, pieno di difetti e con un caratteraccio che pochissimi possono andarci d’accordo. Ma in questo Napoli dà l’impressione di esserne stato non solo allenatore, con schemi e tattiche, strategie e scelte. È stato qualcosa di più completo, avvolgente e totale. Sia per il collettivo che per i singoli, tipo capitan Di Lorenzo che lo vede come un padre.
“Sono io il vostro Cavani” poteva anche andar bene. Anzi, gli è sicuramente andata bene, con il trionfo di Napoli, del Napoli e di tutti i napoletani nel mondo. Ma “sarò io il vostro Spalletti”, no. Dopo una vita calcistica piena zeppa di decisioni illuminate, stavolta De Laurentiis prende quella sbagliata. E qualcuno doveva pur dirglielo o scriverlo…