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  • Sabatini a CM: 'Inter, è il miglior mercato possibile. Ma la squadra è più debole'

    Sabatini a CM: 'Inter, è il miglior mercato possibile. Ma la squadra è più debole'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    L’Inter sta facendo un grande mercato, il migliore possibile. Ma la squadra si è indebolita: è meno forte rispetto a pochi mesi fa. Avete letto bene e potete rileggere parola per parola. Per spiegare, proviamo giocatore per giocatore. Marotta e Ausilio hanno appena esibito tre magie di mercato. Il difensore tedesco Bisseck è un prospetto interessante. L’attaccante francese Thuram un investimento notevolissimo. Frattesi, simbolo del mercato made in Italy, promette di essere titolare nerazzurro e azzurro. Applausi. Complimenti. Ma i tre nuovi non valgono Skriniar, Dzeko e Brozovic. Il club che ha fatto il miglior mercato, ha indebolito la squadra. Non è un paradosso. Non è una contraddizione. È la realtà tecnica (ed economica italiana). E sarà così anche a fine agosto, al traguardo delle trattative.

    I trasferimenti di questa estate verranno completati dalla cessione di Onana e dall’ormai abituale arrivo di Lukaku, che però c’era già e quindi nel confronto con la stagione scorsa non cambia nulla. Il portiere camerunese verrà ben rimpiazzato, perchè l’ucraino Trubin ancora non lo vale ma è molto bravo, mentre lo svizzero Sommer è un Handanovic un po’ più basso. I valori tecnici sono evidenziati anche dai prezzi: Onana oscilla sui 50 milioni, Trubin e Sommer assieme arrivano alla metà.



    Così resterà la sensazione di un mercato eccellente per rapidità di trattative, competenza economica/tecnica, nonché sintonia con l’allenatore. Ma alla fine Inzaghi avrà una squadra leggermente più debole. Le chiacchiere di spiaggia saranno altre, i sogni sotto le stelle pure. Ma la realtà è che Bisseck non vale Skriniar, e per almeno un paio di anni non lo varrà. Thuram non vale Dzeko per gol segnati o per gioco creato. Il giovanotto francese è duttile e sarà utilissimo, ma non ha (nemmeno avrà mai...) la classe del “Cigno” bosniaco. E infine Frattesi è forte, fortissimo. In crescita. Si tratta di un centrocampista che si inserisce come il primo Brozovic ma - obiettivamente - non vale l’ultimo Brozovic, leader e tuttofare della squadra.

    La sintesi è che per la terza estate consecutiva l’Inter si è trovata a fare un mercato a emissioni (di denaro) zero. D’accordo che “sostenibilità” oggi è una parola magica, un concetto che può anche far poesia con scudetto, vedi Napoli. Ma non può durare per sempre, con un progressivo (seppur lento) calo del tasso tecnico a disposizione dell’allenatore, chiunque esso sia. Domanda: la gente recepisce e capisce questo particolare, fondamentale? Non tanto, non abbastanza. Perchè tanti tifosi e altrettanti opinionisti suggeriscono superpoteri che gli allenatori hanno, sì, ma fino a un certo punto. Perchè un conto era quando la regia offensiva passava dalla classe di Dzeko, un altro conto sarà con Thuram. Un conto quando tutto girava attorno a Brozovic, un altro conto con Frattesi. E chi non capisce la differenza tra i giocatori, capisce poco anche di gioco.

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