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    Sabatini a CM: 'Inter, tre motivi per Dzeko titolare e Lukaku in panchina a Istanbul. Così Inzaghi può battere Guardiola'

    Sabatini a CM: 'Inter, tre motivi per Dzeko titolare e Lukaku in panchina a Istanbul. Così Inzaghi può battere Guardiola'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Road to Istanbul: istruzioni per il viaggio della speranza. O del sogno. Insomma, della Champions. Ecco l’Inter nella finale più inattesa nei pronostici di appena qualche tempo fa.



    Erano i mesi dei giocatori che litigavano in campo, Skriniar mezzo rotto e tutto pronto per Parigi, Brozovic irriconoscibile e di tutto un po’. Ma soprattutto erano i tempi che Lukaku sembrava un fallimento e quelli che sapevano tutto loro esclamavano "meglio prendere Dybala!". Erano le partite che il gigante belga faceva quasi tenerezza, sembrava incapace di segnare perfino sulla linea di porta. Le sconfitte con Fiorentina e Salernitana, altre prestazioni senza un pallone stoppato: più che Romelu, quel Lukaku sembrava Jordan, il fratello ex laziale. Poi però si è ripreso. È rinato. Ora è trascinatore.

    Da fallimento a titolare, tra i tifosi è un attimo. Abbasso Dzeko, viva Lukaku: è questo il messaggio inviato a Simone Inzaghi. Su ogni social. Attraverso i gruppi di whatsapp. E in tutte le lingue del mondo, perfino il turco, per geolocalizzare la scelta in previsione Istanbul.

    A questo punto è necessario dividere la questione in due parti. O, se preferite, due tempi. Primo: formazione titolare. Secondo: situazione contrattuale.

    Manchester City - Inter (21:00 10/06)

    Per la formazione titolare - a costo di scrivere qualcosa di sgradito ai leoni da tastiera - Dzeko titolare e Lukaku che subentra sembra la soluzione migliore. Per un motivo tecnico: il bosniaco sa gestire e impostare meglio, soprattutto nei minuti iniziali, quelli che si prevedono con il pressing più furibondo. Per un motivo tattico: vedi quello tecnico, più l’ampiezza di vedute che Dzeko ha in ogni giocata. Per un ultimo ma non meno importante motivo fisico e strategico. Quindi “last but not least”: a Dzeko tocca la prima ora, a Lukaku la mezz’ora finale più - magari - la mezz’ora supplementare e rigori. È meglio che il belga giochi con avversari più stanchi e con possibilità di galoppare a campo aperto.

    Le sostituzioni programmate hanno sempre diviso. Una volta si chiamavano staffetta, tipo quella storica Mazzola-Rivera ai Mondiali del 1970. Scelte divisive per la critica, per i tifosi e - si presume - anche per i compagni di squadra. Ma i tempi sono cambiati. Adesso, da quando sono stati introdotti i cinque cambi, gli allenatori più bravi li sfruttano tutti. Nelle sostituzioni Inzaghi sembra ripetitivo e scolastico. Sì, anche troppo banale. Ma stavolta deve far capire a Lukaku qualcosa di originale: è meglio comparire nella foto con la Coppa al cielo, anziché nella formazione schierata per i fotografi all’inizio.

    Sabatini a CM: 'Inter, tre motivi per Dzeko titolare e Lukaku in panchina a Istanbul. Così Inzaghi può battere Guardiola'

    Cinque cambi sono un valore aggiunto che non tutti i tecnici hanno ben compreso. Forse nemmeno quello del City. Poi, siccome Guardiola è… Guardiola, con tutte le referenze del caso, nessuno ha avuto il coraggio di far notare che nella semifinale d’andata con il Real Madrid è sembrato un clamoroso autogol lasciare tutti in panchina. Neanche un cambio, pur avendo a disposizione campioni tipo Foden, Alvarez, Mahrez e compagnia.

    Volete un paradosso? Una provocazione? Un pronostico condizionato da un paio di "ma" e "se"? Se Inzaghi si gioca bene le sostituzioni e al contrario Guardiola non fa nemmeno un cambio, l’Inter se la gioca davvero questa Champions League.


    Dzeko nella prima, Lukaku nella seconda ora di gioco. E poi il futuro. Il prestito da rinnovare per un altro anno, oppure un trasferimento da rimodulare sfruttando il Chelsea che ha bisogno di vendere, anche a costo di rimetterci un po’. Già detto e ribadito in varie occasioni: l’estate scorsa, è stata una prodezza di Marotta&Ausilio questo Lukaku costato solo dell’ingaggio. Se l’operazione viene ribadita, e si trasforma in una specie di “noleggio a lungo termine”, da prodezza diventa capolavoro. Anche perchè non va dimenticato che il Chelsea l’aveva pagato più di un milione al chilo, e adesso lo sta prestando a pezzetti. Incomprensibile. Ma affari loro...

    Prossimamente si vedrà come andrà. Le vie del mercato sono infinite e durano mesi. La strada per la Champions una sola e ormai corta appena una settimana. Questa. Road to Istanbul!

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