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    Sabatini a CM: 'Il possesso palla fa ridere. Questo Mondiale è solo difesa e contropiede'

    Sabatini a CM: 'Il possesso palla fa ridere. Questo Mondiale è solo difesa e contropiede'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Difesa e contropiede: il calcio del Mondiale è tutto qui. Pochi lo ammettono. Pochissimi lo dicono. Nessuno tra quelli che passano il tempo a riempirsi la bocca di bel gioco e moduli, masticando servilismi assortiti. Oggi c’è solo Messi. Colonna sonora dei vocali: Messi che bello. Reel di Instagram: Messi che dribbling. Video su TikTok: Messi che balla. Post su Facebook: Messi che mito. E via di paragoni divini e Maradoniani. Non una parola su come gioca l’Argentina.

    Proviamo a rimediare qui. La nazionale argentina gioca così, divisa per reparti. Attenta in difesa: quattro difensori duri e puri. Miscelata a centrocampo: due interruttori di gioco altrui, più due portatori di palla oltre metà campo. Basica in attacco: basta uno, che corre e fa anche pressing. Unica nel numero 10: Leo Messi.



    L’Argentina gioca bene? Gioca male? Gioca così così? Nessuno propone queste domande. Nessuno ha nostalgia delle risposte tattiche (o presunte tali) che arrivano quando c’è il campionato. Parliamoci chiaro: oggi il possesso palla fa ridere, l’impostazione da dietro anche e il dominio del gioco si misura solo e soltanto (e giustamente) con i tiri in porta. Sia per l’assenza dell’Italia sia per l’opacità del Qatar paese ospitante, abbiamo tutti mal sopportato questo Mondiale. Ma almeno ci ha regalato un passo avanti nella corsa al tempo effettivo e un passo indietro nelle spiegazioni webeti.

    Si è tornati finalmente a parlare del miglior giocatore degli ultimi quindici anni (Messi) e del migliore dei prossimi quindici (Mbappe). Dell’importanza di un gruppo coeso e motivato (Marocco sì, Belgio no). Di quanto diventino fondamentali le astuzie negli ultimi minuti (Brasile eliminato). Di come vadano rivisti i valori individuali in alcune nazionali (Serbia: giocatori sopravvalutati). Di quanto siano bravi, magari bravissimi, ma certo non onnipotenti, alcuni allenatori precocemente celebrati come maestri di calcio (Luis Enrique e Flick). Eccetera, eccetera… Prossima puntata sul valore dei singoli giocatori: le risposte che questo Mondiale fornisce al campionato italiano. Così, tanto per leggere (e rileggere) la classifica senza prese in giro. A domani.   

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