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Sabatini a CM: 'Il Napoli ha meritato, ma su Milik il Var sbaglia. E ci sono allenatori che non si lamentano mai'
2) Il Napoli ha strameritato lo scudetto.
3) Nel primo tempo Gatti doveva essere espulso per il pugno a Kvara: l’arbitro non aveva visto, il Var ha sbagliato a non intervenire per sanzionare con il cartellino rosso.
Un, due, tre: come i tre scudetti del Napoli. Come i tre punti conquistati allo Stadium, contro la Juventus.
Come le tre famose scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Ecco, così bisogna fare per avere una vita serena sui social. Per trascorrere un ponte del 25 aprile senza le notifiche di insulti. Minacce. Insulti&minacce.
Non vedo? Io invece vedo: le decisioni sull’episodio Milik-Lobotka. L’arbitro è lì. Vicinissimo. Lascia proseguire l’azione. A distanza di una cinquantina di metri e una decina di secondi, Di Maria segna. Interviene il Var e chiama l’arbitro al monitor, invitandolo a correggersi. Invito recepito, gol annullato.
Non sento? Io invece sento: quelli che dicono in coro “decisione giusta”. Gli stessi del Var che può intervenire solo per rimediare a un errore “chiaro ed evidente” sfuggito all’arbitro, che magari in campo era lontano o coperto. Comunque mai il Var può correggere un contatto, perché l’intensità dei contatti non si può giudicare in tv.
Non parlo? Io invece parlo: invito a guardare le immagini da tutte le prospettive e senza imbandierarsi gli occhi con i colori della propria squadra. Dall’immagine frontale: Milik allarga la caviglia e con il collo del piede va a toccare lo stinco di Lobotka, prima di prendere il pallone in scivolata. Dall’immagine da dietro: Milik interviene in scivolata puntando a proteggere un pallone che Lobotka si è allungato; cosicché il centrocampista napoletano, nel tentativo di calciare il pallone, colpisce la gamba del attaccante juventino. Infine, dall'immagine centrale: è la prospettiva dell'arbitro, di fronte alla contesa Milik-Lobotka, è molto vicino, vede meglio di tutti.
Ricordando - a scanso di equivoci - i punti 1 (Napoli ha meritato), 2 (ha strameritato) e 3 (Gatti rosso), sull’episodio che porta al gol annullato a Di Maria, la lettura più obiettiva è: il Var non poteva intervenire perché innanzitutto non era di sua competenza e non c’era nemmeno certezza dalle immagini su “chi su chi” commette fallo.
Questa ricostruzione (mi) consente di continuare a navigare sull’onda lunga di insulti. Minacce. Insulti&minacce. Pazienza…
Questa stessa ricostruzione può essere utilizzata dagli allenatori per dire: 1) Non parlo degli episodi arbitrali; 2) Ha ragione l’arbitro in campo; 3) Ha ragione il Var. Un, due, tre: come gli scudetti del Napoli. Come i tre punti conquistati allo Stadium. Ma anche come tre allenatori che nelle ultime settimane si sono distinti per polemiche esagerate: Inzaghi dopo lo 0-1 subito dalla Juve (“come si fa a parlare ancora di calcio?”), Spalletti dopo andata e ritorno di Champions contro il Milan, Sarri dopo lo 0-1 subito dal Torino (“l’arbitro va fermato!”).
A turno, nelle polemiche post partita, ci cascano più o meno tutti gli allenatori. Di tutte le squadre. Chi più, chi meno. Pochissimi quelli davvero sportivi, ed è superfluo indicarli. Sono evidenti. Ma sia chiaro che… Ecco l’ultimo uno, due, tre. 1) Negli sport americani (tanto evocati a modello) certe dichiarazioni contro gli arbitri verrebbero punite severamente. 2) Gli allenatori sarebbero sanzionati anche in Premier League, altro modello di riferimento. 3) Su episodi uguali, non si può cambiare opinione a seconda della convenienza. Altrimenti si diventa politici. Non arbitri.