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    Sabatini a CM: 'Ha ragione Ghoulam, non siamo pronti a parlare solo dello straordinario Napoli tricolore'

    Sabatini a CM: 'Ha ragione Ghoulam, non siamo pronti a parlare solo dello straordinario Napoli tricolore'

    “Stagione mai vista del Napoli, ma se ne parla poco. Troppo poco”: l’ha detto Ghoulam, con personalità. Con decisione. L’ha detto l’altra sera a Dazn in una trasmissione garbatamente originale, titolata “Tutti bravi dal divano”. Da lì, dal divano oppure dal lettino in riva al mare, sembravano tutti bravi, in estate. Il Milan per lo scudetto appena conquistato, l’Inter perché aveva ripreso Lukaku, la Roma per Mourinho e Dybala, la Juve perché è sempre la Juve e forse perfino la Lazio perché il secondo anno di Sarri… Tutti bravi meno il Napoli, anche se qualcuno, perfino il sottoscritto, a Ferragosto azzardava Kvara decisivo come Leao. E se non ci credete, rileggete qui.

    Il campione decisivo che parte dalla fascia sinistra e si accentra. In pratica, l’eredità di Cristiano Ronaldo applicata a Rafa Leao prima e Kvaratskhelia poi. Forse siamo in presenza di un’evoluzione tecnico-tattica? Prima il campione determinante era il centravanti oppure il fantasista, insomma il 9 o il 10. Adesso i numeri sulla maglia non contano. Si parte da lì, giardino di sinistra del campo, per entrare dentro e andare in porta a festeggiare con le più svariate soluzioni. Da sinistra verso il centro: sembra una migrazione politica, invece è calcistica.

    Ma non è questo il tema lanciato con intelligenza da Ghoulam. Il tema è che del Napoli si parla poco in rapporto alla straordinarietà dell’impresa che sta realizzando. La squadra di Spalletti vincerà lo scudetto battendo il record delle giornate d’anticipo. Avverrà ad aprile, quando ci sarà perfino il rischio di temperature ancora troppo fresche per il giro in bus scoperto. Sarà lo scudetto dell’imprenditore De Laurentiis, del mercato di Giuntoli, del supertecnico Spalletti e di giocatori che in gran parte non avevano mai vinto nulla. Lo scudetto più moderno e meno antico, perché non vengono richiamati rivincite o problemi della città, oppure altri abusati luoghi comuni veramente passati di moda. Non è lo scudetto di San Gennaro o di Masaniello, di Pulcinella o di Gomorra, della pizza o del mare, di Robin Hood o dei poteri del Nord. Niente di tutto questo. Non è nemmeno lo scudetto di Maradona, pace all’anima sua, o degli scugnizzi. Questo è un Napoli contemporaneo, attuale, moderno. Esemplare. Pieno di concetti, ma soprattutto senza preconcetti. Non si parla di riscatto sociale, si celebra il bel gioco. Le partite non si vincono di furbizia episodica, semmai di intelligente programmazione.

    Sì, ha ragione Ghoulam. Lo ha detto bene a noi operatori dell’informazione. Speriamo di averlo capito come il Napoli merita. Ma facciano uno sforzo anche quei tifosi che - al cospetto di questa storia straordinaria - perdono ancora tempo ed energia per pronunciarsi “contro”. Contro la Juve, soprattutto. Oppure le milanesi. O perfino contro le romane se danno fastidio o si azzardano a vincere (la Lazio). Una parte di tifosi napoletani non sembra ancora pronta a “parlare solo di Napoli”, che già dovrebbe saziare il cuore. Senza che qualcuno diventi permaloso o peggio si offenda, ha ragione Ghoulam: si parli più di quanto è straordinariamente bello questo Napoli tricolore. Si parli meno delle altre, che non giocano per un posto al sole ma cercano appena un posto all'ombra dei ricavi Champions. Vale per noi giornalisti. E anche - almeno un po’ - per i tifosi del Napoli stesso: applausi, non fischi!

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