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Russotto-De Silvestri: l'Italia in crisi
Cosa hanno in comune Lorenzo De Silvestri e Andrea Russotto? Almeno quattro cose: sono romani, sono nati nel 1988, fanno i calciatori e stanno vivendo un momentaccio. Il primo è stato messo in disparte da Delio Rossi alla Fiorentina. Dopo aver lasciato la Lazio per mancanza di spazio il buon Lorenzo era emigrato in Toscana per fare il salto di qualità. Tutto rimandato, ancora una volta. Si è parlato di lui più per l'amicizia con lo sfortunato Gabriele Sandri che per le gesta sportive.
Paradossale, addirittura, la storia del trequartista Russotto. E' passato per Napoli, Crotone e Livorno prima di scendere alla Carrarese, in Lega Pro, per provare a risalire la china.
In realtà Andrea e Lorenzo hanno in comune un altro aspetto, ancor più amaro, erano gli unici due italiani citati nella celebre classifica dei migliori 50 talenti del mondo pubblicata dal noto mensile inglese World Soccer nel lontano 2007.
Una casualità? E' colpa solo dei due ragazzi? Probabilmente no, visto che l'involuzione di questi due talenti è figlia di un sistema-calcio incapace di prepare i giovani al calcio professionistico. Il confronto con il resto d'Europa è impietoso e i recenti risultati delle nazionali giovanili ne sono lo specchio.
Visto che solo le statistiche possono salvarci dalle accuse di disfattismo andiamo a riguardare la generazione di Russotto e De Silvestri come se l'è cavata.
L'ultima gara con l'U21 del terzino viola risale al 08/10/2010, si tratta della sfida con la Bielorussia. La formazione del ct Casiraghi era questa: Vito Mannone, Lorenzo De Silvestri , Angelo Ogbonna , Andrea Ranocchia , Davide Santon, Francesco Bolzoni , Andrea Poli , Ezequiel Schelotto, Mattia Destro , Diego Fabbrini , Stefano Okaka.
Ad esclusione di Destro e Schelotto, nessuno gioca stabilmente in serie A: Santon è emigrato, mentre Ogbonna giganteggia, ma solo in serie B.
Facciamo un altro esempio: la finale del campionato Primavera 2006-2007. In campo ci sono l'acclamata Inter di Balotelli e la Samp. I nerazzurri, che vinceranno la sfida, schierano molti talenti in rampa di lancio, ma a quattro anni di distanza solo Bonucci (Juve) e Baloteli (Man City) hanno sfondato nel calcio che conta. Discreta evoluzione per Biabany (Parma) e Bolzoni (Siena), per il resto solo tanti comprimari. Situazione analoga tra i doriani: Romeo si arrangia in serie B, Fiorillo è tramontato prima di sorgere e Koman resta un incompiuto.
Con la macchina del tempo facciamo ora un passo indietro, alla finale 2006. Iin campo c'è una squadra di predestinati, almeno così dicono, la Juve di Chiarenza: effettivamente dopo sei anni c'è qualche giocatore affermato: Marchisio, Giovinco e Criscito. Meno interessante lo sviluppo dei viola, nessun giocatore schierato in quella finale milita in serie A, ad eccezione del panchinaro Brivio. Non vi basta, allora passiamo alla Roma: in attesa dell'ultima (brillante) infornata firmata Alberto De Rossi, andiamo a rivedere i Campioni d'Italia Primavera del 2005: il portiere Pipolo è svincolato, molti giocano in B o Lega Pro, solo Rosi, Corvia e Okaka hanno un posto (spesso precario) in serie A.
Questa sfilza di esempi serve ad avvalorare, con i numeri, il disastro del settore giovanile italiano, che salvo rare eccellenze, ha totalmente bucato lo scopo principali: allevare giocatori professionisti per la massima serie!
Non è certamente solo colpa dell'invasione straniera, ma c'è un problema di sistema, di mentalità, che forse cambierà grazie al lavoro di Sacchi, Baggio e Rivera. I dati pero' sono sconcertanti, soprattutto se confrontati con i competitors europei. Diamo un'occhiata alla Germania U21 che il 15 giugno 2009 ha affrontato la fortissima Spagna: Manuel Neuer - Dennis Aogo , Andreas Beck , Jérôme Boateng , Sebastian Boenisch , Gonzalo Castro , Benedikt Höwedes - Ashkan Dejagah , Sami Khedira , Marko Marin , Mesut Özil. Quante stelle si contano? Quanti di questi ragazzi sono già punti di forza della Nazionale maggiore?
Il vero problema del ct Prandelli è il ricambio generazionale, anche se l'ex tecnico viola ha avuto almeno il merito di migliorare la qualità del gioco. Guardando la squadra che ha strapazzato le Far Oer cinque mesi fa i trentenni o quasi abbondano: Buffon, Maggio, Thiago Motta, Pirlo e Cassano. E' considerato emergente il 25enne Pepito Rossi, il più giovane è Ranocchia(1988).