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    Rummenigge: 'Benatia resta alla Juve. Su Marotta e Paratici al Bayern...'

    Rummenigge: 'Benatia resta alla Juve. Su Marotta e Paratici al Bayern...'

    Karl Heinz Rummenigge, direttore amministrativo del Bayern Monaco, rilascia una lunga intervista a Tuttosport, nella quale tocca diversi argomenti, da Ancelotti alla Superlega, passando per la Juventus, che sogna la Champions proprio come il club bavarese. 

    A meno di clamorosi ribaltoni, voi e la Juventus passerete il turno. Dopo il combattuto ottavo dello scorso anno spera di incrociare i bianconeri solo in finale?
    "Andiamo ai quarti, poi si vedrà... Le big vogliono sempre incontrarsi tra loro il più tardi possibile e quindi mi auguro di incontrarli molto più avanti. Non abbiamo dimenticato le partite della stagione passata. Due sfide interessantissime, dove abbiamo avuto anche un po’ di fortuna: a Monaco sembrava persa, ma alla fine siamo riusciti a riaprirla e passare il turno"

    Solo un fenomeno come Ancelotti poteva gestire col sorriso il post Guardiola.
    "Negli ultimi 6-7 anni siamo stati fortunati come allenatori al Bayern. Abbiamo avuto Van Gaal. Heynckes ha centrato la tripletta e dopo è arrivato Guardiola, che aveva il peso e le pressioni dell’annata precedente in cui si era vinto tutto. Di Ancelotti siamo molto contenti: abbiamo un ottimo feeling e marciamo spediti in tutte le competizioni. Carlo e Pep, seppur diversi tra loro, sono due top allenatori. Guardiola è un grande tecnico molto emozionale. Ancelotti è un grande tecnico molto tranquillo. E’ totalmente sereno, Carlo: è uno che non si lamenta di nulla. Io e lui parliamo in italiano, ma sta migliorando anche col tedesco. Quando andiamo a cena, invece, è un po’ come ci invertissimo: lui predilige i piatti bavaresi, tutti abbastanza pesanti, tipo lo stinco di maiale. Io a tavola sono più italiano: adoro la pasta e le vostre mozzarella e pomodoro. Abbiamo un gran rapporto e lui mi dà la sensazione di trovarsi molto bene da noi".

    Della Juve si dice che sia il Bayern d’Italia e voi passate per essere la Juve di Germania: ci sta il paragone? 
    "E’ giusto. Noi abbiamo vinto quattro campionati di fila, loro addirittura cinque. Entrambi siamo ben messi per allungare la striscia e in Europa abbiamo raggiunto livelli top. Quando Andrea Agnelli, artefice della rinascita juventina post Calciopoli, è diventato presidente si è ispirato molto alla Germania, al modello Bayern e al nostro modo di interpretare il business. Noi non siamo come le inglesi e le spagnole. E soprattutto dobbiamo gestire le società in modo indipendente, senza sceicchi o oligarchi che paghino i conti. Andrea apprezza la nostra indipendenza. Abbiamo un bel rapporto. Agnelli è stato bravissimo a riportare la Juve dove merita di stare. E’ molto professionale e si è scelto collaboratori altrettanto capaci, come Marotta e Paratici. Essere bravi a scegliere le figure professionali è una qualità fondamentale, perché poi alla fine la responsabilità finale è del presidente"

    Con Agnelli collabora nell’Eca e nell’esecuitivo Uefa: quanto è cambiato negli ultimi anni?
    "Andrea, a inizio percorso, era un po’ come una persona entrata in un mondo nuovo. Era tifoso della Juve, ma non si era mai occupato di calcio, come invece poteva essere successo a me che avevo avuto una carriera da calciatore. In pochi anni ha raggiunto un livello eccellente e ora ha una filosofia chiara. La Juventus, come noi, è sponsorizzata dall’Adidas, il cui presidente è un mio amico. Di Andrea mi dice sempre che è affidabilissimo"

    La Superlega avanza?
    "Rispetto ad Andrea, io sono più tradizionalista e legato al calcio “classico” da questo punto di vista. Il progetto Superlega è interessante, però non possiamo pensare solo al business. Lo slogan della Fifa è “We care about football”, però nella realtà il calcio viene dopo gli interessi politici e finanziari. Espandersi ed evolversi è fondamentale perché se la gente va allo stadio siamo tutti felici, in caso contrario è un problema per tutti. Se la Juventus partecipasse alla Superlega mi chiedo come sarebbe la Serie A senza il derby di Torino o senza Inter e Milan o la Roma... Di fatto una Serie B"

    Visti i tanti colpi di mercato a basso costo (Pirlo, Pogba, Coman...) non ha mai pensato di portare Marotta e Paratici al Bayern?
    "No. Per due motivi: a livello di mercato e scouting siamo attrezzati e i nostri dirigenti conoscono molto bene quelli della Juve. Tra i due club c’è una bella amicizia"

    Però...
    "Se ripenso a Pirlo devo ammettere che è sempre stato un mio pallino. Personalmente lo considero un giocatore speciale. La Juventus è stata bravissima con lui. Tutti pensavano fosse al tramonto, invece è stato decisivo per altri 4 anni a Torino. Un gran colpo. E dire che Tinti, il procuratore di Pirlo, lo aveva consigliato anche a noi. Ci conoscevamo bene perché era l’agente anche di Toni. Comprare un 32enne, come era Pirlo nel 2012, non rientra nella politica del Bayern. Ma nel suo caso si poteva fare una eccezione..."

    I buoni rapporti con la Juve si vedono anche nel mercato: Vidal, Coman, Benatia...
    "Arturo lo volevamo da anni, ma il Leverkusen preferì cederlo alla Juve pur di non vederlo da noi. Al primo spiraglio sono riuscito a ingaggiarlo. E’ uno degli acquisti di cui vado più orgoglioso. In campo è una garanzia, ma è una figura importante pure nello spogliatoio. Da noi è contento, però conserva un ottimo ricordo degli anni juventini"

    In Italia Vidal ha giocato ad alto livello, però aveva l’etichetta di calciatore un po’ “nottambulo”. 
    "E’ cambiato. Da quando è qua nessun caos con lui o a causa sua"

    Coman lo riscatterete?
    "
    L’opzione è valida fino al 30 aprile. Al rientro dall’Europeo ha avuto qualche difficoltà. Ma ultimamente è tornato sui suoi livelli. Con molta probabilità lo riscattiamo"

    Benatia è in prestito alla Juventus e sta giocando poco: preoccupato? 
    "Il giocatore non si discute, purtroppo è stato penalizzato da qualche problema fisico. In ogni caso penso che resterà a Torino. Con la Juve abbiamo un accordo abbastanza chiaro"

    La Juventus ha appena vissuto il caso del battibecco Bonucci-Allegri. 
    "Sono cose che succedono. A noi capitò anche con Mandzukic. Mario discusse con Guardiola e Pep non lo convocò per la finale di Coppa di Germania. Gli allenatori top devono avere anche gli attributi. Per fortuna vincemmo... (risata)"

    Allegri ancora alla Juve?
    "Credo che entrambi siano contenti l’uno dell’altro. Hanno vinto e sono in corsa su tutti i fronti, quindi... Allegri non lo conosco personalmente, ma mi sembra molto bravo. Anche grazie a lui la Juventus si è meritata maggiore rispetto a livello internazionale. Non è vero che dopo 3-4 anni un tecnico deve cambiare aria. Non esiste una durata fissa, in Europa ci sono esempi di matrimoni lunghi e positivi"

    Cosa ha pensato quando la Juve ha speso 90 milioni per Higuain?
    "Un po’ hanno sorpreso anche me. Ma pensandoci bene è stato un colpo intelligente, come sono abituati a fare alla Juve"

    Vendere Pogba e prendere Higuain: un affare? 
    "Il discorso è un altro. Quando hai Pogba che riceve offerte altissime dal Manchester e dal Real Madrid devi fare un ragionamento. Se vuoi tenerlo, devi pagarlo tanto, alzare il monte ingaggi perché a catena sarebbero in tanti a chiedere più soldi. Altrimenti lo vendi e investi su Higuain. Io ho capito la Juve: ha migliorato l’attacco e a centrocampo era ben messa. Anche noi facciamo questi ragionamenti, a dire il vero li dovrebbero fare tutti i club. La rosa deve essere competitiva, però i conti devono essere in regola. Per Lewandowski non abbiamo avuto la tentazione di venderlo perché lo riteniamo un giocatore importante per noi. Ci avevano offerto la luna e siamo contenti di aver rifiutato"

    In Germania sono arrivate le polemiche post Juventus- Napoli?
    "Sì. Ho letto dei rigori contestati, capisco la rabbia del Napoli... Però fa tutto parte del calcio. Noi abbiamo segnato al 96’ contro l’Hertha Berlino e per una settimana si è parlato solo di quello. Con Bayern e Juve funziona così. Magari gli arbitri potrebbero essere aiutati con l’utilizzo della tecnologia. Era la stessa cosa anche quando giocavo nell’Inter. Per un episodio della Juve si facevano 1000 moviole, per i nostri 999 (risata)"

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