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  • Ruiu: 'Questo Milan non è come quello di Berlusconi. L'obiettivo di questa proprietà al momento non è vincere'

    Ruiu: 'Questo Milan non è come quello di Berlusconi. L'obiettivo di questa proprietà al momento non è vincere'

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    E’ ufficialmente iniziato il periodo che più appassiona la maggior parte dei tifosi di calcio italiani e non solo: il “famigerato” mercato. Giustamente, come normale che sia, i milanisti vorrebbero acquisti e rinforzi per vivere al meglio il finale di stagione sognando lo scudetto.  E’ legittimo questo desiderio dei tifosi ed è anche bello che sia così. Oltretutto le ultime conquiste storiche del Milan di Berlusconi sono figlie proprio di correzioni importanti della rosa durante il mercato invernale. La Champions di Atene nacque a gennaio quando Galliani andò a Madrid a prendere Ronaldo e Ancelotti alternava il Fenomeno in campionato e Inzaghi in Europa. Lo scudetto del 2011 arrivò anche e soprattutto grazie ai rinforzi invernali di Cassano in attacco e Van Bommel a centrocampo. Il quarto posto del 2013 partendo da una classifica aberrante nel girone d’andata fu figlio dell’ingaggio di Balotelli a gennaio. E, rimpianto che ancora brucia, chissà se la Juventus avrebbe vinto lo scudetto del 2012 con Tevez in rossonero dal 12 gennaio di quell’anno?

    Quello che abbiamo appena descritto però è il passato. Un passato che, come ha ricordato Maldini sotto Natale, non è più d’attualità. Il Milan di Berlusconi, quando a gennaio sentiva che poteva centrare il bersaglio grosso, faceva gli sforzi economici necessari per centrarlo. E spesso ci riusciva. Quel Milan poteva e voleva farlo. Questo no. E Maldini no ha l’abitudine di vendere ai tifosi illusioni o sogni irrealizzabili. Preferisce raccontare loro la verità. E la verità è che, al di là dei sogni e degli obiettivi di mercato futuribili, in questa sessione invernale il Milan farà poco o niente. L’assioma è molto semplice: la Direzione sportiva in estate ha costruito questa rosa ritenendo che potesse competere sia in campionato sia in Champions League. E i fatti, tutto sommato, le hanno dato ragione, nonostante il colossale numero di infortuni. Da gennaio, Coppa Italia a parte, è rimasta una sola competizione quindi, a maggior ragione, la società ritiene che la rosa sia sufficiente per essere competitiva fino a fine campionato per raggiungere quello che è il vero obiettivo essenziale della proprietà.

    E, mettiamocelo in testa una volta per tutte, l’obiettivo di questa proprietà al momento non è vincere, ma piazzarsi stabilmente nelle prime quattro. Questo non significa che il Milan non scenda in campo per provare a vincere lo scudetto, se dovesse essercene l’opportunità, ma l’obiettivo primario rimane entrare nelle prime 4 per partecipare nuovamente alla Champions League. Questo è il passaggio che i tifosi fanno più fatica ad accettare. Loro dicono: “Siamo 4 punti dietro all’Inter prima, facciamo uno sforzo sul mercato per puntare allo scudetto”. Ma la società, che piaccia o non piaccia, non ragiona così. La società pensa: “Siamo 8 punti sopra la Juve quinta in classifica, questa rosa basta e avanza per mantenere il vantaggio e centrare l’obiettivo”. Come vedete la prospettiva è diversa. Si tratta solo di capirlo ed accettarlo. E tifare per quelli che sono gli obiettivi, legittimi, logici e in linea con il bilancio del club. E non incazzarsi se il Milan vivrà il mercato di gennaio più come spettatore che come protagonista.

    L’unica eccezione riguarderà la sostituzione del lungodegente Kjaer, giocatore fondamentale in un ruolo che non può oggettivamente rimanere senza alternative per altri 5 mesi. Quindi il famoso “sforzo” di mercato la società lo farà per acquisire un difensore centrale, proprio per non minare la qualificazione alla Champions League in caso di eventuale infortunio di Romagnoli o Tomori. Arriverà dunque un centrale, ma attenzione anche qui. Quando leggiamo i nomi, tipo Botman, di giocatori forti che potenzialmente hanno mercato in Premier League o nelle più importanti squadre europee, non cadiamo nel tranello delle illusioni di mercato. Questo Milan non può ancora competere né in campo né sul mercato con le prime della classe a livello internazionale. Quindi per trovare l’alternativa a Kjaer, Maldini dovrà affidarsi come sempre allo scouting o alle occasioni di mercato, magari con difensori centrali che non stanno trovando grande spazio nei loro club di appartenenza. Proprio come accadde un anno fa con Tomori.

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