Ruiu: 'Milan, ti ricordi i milioni buttati da Fassone, Mirabelli e Leonardo? È lo scudetto di Maldini, ma anche di Raiola e Boban'
Il Milan del dopo Berlusconi ha vissuto tre cambi di management. Nei primi due sono spesi tantissimi soldi, malissimo. Prima i famosi 250 milioni depauperati da Fassone e Mirabelli per comprare 11 giocatori di cui soltanto uno, per giunta in scadenza di contratto, ha fatto parte della rosa del 19esimo scudetto. Poi i 150 mal gestiti da Leonardo con acquisti molto dispendiosi che non hanno portato nemmeno alla qualificazione alla Champions League.
Con l’inizio della gestione tecnica affidata alla coppia Boban-Maldini, Elliott ha praticamente azzerato la disponibilità di budget sul mercato per i cartellini. Boban e Maldini insieme e poi Maldini da solo hanno dovuto condurre campagne acquisti/cessioni a saldo zero. La loro grande abilità è stata quella di avere grandi intuizioni di mercato, puntare su giovani di belle speranze e affidarsi ai giusti giocatori di esperienza, molti dei quali non erano graditi nemmeno alla stessa proprietà. Tante operazioni a zero, prestiti secchi o con riscatto, cessioni perfette, scambi azzeccati e dolorose partenze per dare seguito alla politica di abbattimento del monte ingaggi.
Il management di Paolo Maldini in tre anni è riuscito nell’impresa di accrescere il valore competitivo della rosa, abbattendo il monte ingaggi e senza dispendio di risorse sul mercato: un vero e proprio miracolo nel calcio di questi anni. Il tutto Maldini e company sono riusciti a farlo grazie al fatto di aver restituito all’ambiente lo spirito della storia rossonera, ridato ai giocatori l’attaccamento alla maglia, alla professionalità e coltivato pian piano la mentalità vincente. Lo scudetto del Milan è arrivato a Reggio Emilia e non è un caso. Nella città del tricolore si era toccato il punto più basso della diarchia che ha dilaniato il crepuscolo berlusconiano con l’esonero di Allegri deciso da metà società e non dall’altra nel 2014.
Sempre a Reggio Emilia era arrivata la conferma del rinnovo del contratto di Pioli nel 2020, quando lui, Maldini e Pioli stavano per seguire Boban licenziato per far posto alla rivoluzione di Rangnick voluta da Gazidis. È giusto, bello e simbolico che proprio al Mapei Stadium si sia chiuso il cerchio e si siano ufficialmente conclusi questi 10 anni da incubo per i tifosi rossoneri. È giusto che vengano celebrati tutti, in primis Maldini, Ibra e Pioli. Ma, siccome al sottoscritto piace ricordare tutti, anche quelli scomodi e quelli che non sono in linea con la comunicazione ufficiale, trovo giusto che nei festeggiamenti di questo meraviglioso “19esimo” non ci si dimentichi di Mino Raiola e di Zvone Boban.
Il primo ha convinto Ibra a tornare in rossonero e non a caso Zlatan ha dedicato a lui il suo scudetto più bello. Il secondo ha costruito questa squadra insieme a Maldini con tante idee e pochi soldi. Leggete la formazione di ieri contro il Sassuolo e scoprirete che Leao, Hernandez, Krunic, Saelemaekers, Kalulu, Ibrahimovic e Bennacer sono stati presi sotto la sua direzione tecnica. Quindi è giusto ringraziare anche lui e sottolineare che un pezzo di questo straordinario tricolore è anche suo.